Autore: Claudia Rossi
In Italia il legame tra innovazione e sostenibilità è particolarmente forte. “In generale, possiamo dire che durante l’ultimo decennio, l’attenzione alla sostenibilità del sistema produttivo italiano è cresciuta sia in termini assoluti, sia nel confronto con le altre economie europee. D’altra parte, i tre grandi filoni – sostenibilità e digitale, ma anche inclusione sociale – sono strettamente legati tra di loro e, a fronte di investimenti effettuati in maniera sinergica e strategica, possono creare un circolo virtuoso in grado di accelerare non solo la ripresa, ma l’evoluzione verso nuovi modelli di business più sostenibili. Inoltre, anche il PNRR ha la capacità di spingere ulteriormente con le sue opportunità di investimento l’Italia verso la convergenza di sostenibilità e innovazione. Possiamo pertanto dire che in questo scenario, almeno sulla carta, siamo in una situazione di partenza più che positiva” evidenzia Rodolfo Falcone, Country Manager Italia di Red Hat.Rodolfo Falcone, Country Manager Italia di Red Hat
Da sempre la sostenibilità e l’impegno ambientale sono al centro delle strategie di Red Hat, che a suo interno dispone addirittura di un gruppo di lavoro denominato Emerging Technologies Sustainability Team, focalizzato su sostenibilità, tecnologie, progetti e metodologie native del cloud. Attualmente questo team sta esplorando come fornire agli utenti finali informazioni dettagliate sul consumo energetico dei propri carichi di lavoro.
Red Hat partecipa attivamente anche alle comunità e alle organizzazioni di sviluppo standard (SDO) legate a questi temi, tra queste: il Technical Advisory Group (TAG) per la sostenibilità ambientale della Cloud-Native Computing Foundation (CNCF), OS-Climate, O-RAN Alliance e TM Forum. Tutto ciò consentirà innovazioni a livello di pianificazione, messa a punto e scalabilità dei carichi di lavoro ad alta efficienza energetica. “In questo ambito, lavoriamo attivamente anche con i nostri partner. Per esempio, recentemente al nostro Red Hat Summit di Boston abbiamo annunciato una collaborazione con Arm per rendere più efficienti le soluzioni per il mondo 5G e una con Intel ed Ericsson per ottenere un risparmio energetico del 20% nelle reti di accesso radio (RAN)” spiega Falcone, pronto a evidenziare come l’attenzione al green e alla sostenibilità porti un vantaggio competitivo ai clienti. L’adozione di tecnologie quali Red Hat OpenShift, Quarkus e Knative permette, infatti, un approccio più agile, di tipo serverless, con il risultato di ridurre al minimo i consumi e gli impatti ambientali. La tecnologia dei container è, inoltre, più leggera rispetto all’utilizzo di Virtual Machine o macchine fisiche e porta con sé minori consumi. Anche le nuove applicazioni cloud native, basate su un approccio a microservizi, possono contribuire alla sostenibilità ambientale, scalando automaticamente se necessario ed eliminando, quindi, il problema del sovradimensionamento nominale.
Red Hat si è impegnata a ridurre l'impatto ambientale integrando la sostenibilità in tutte le sue pratiche, con l'obiettivo di raggiungere le zero emissioni per gli ambiti 1 e 2 (o "scope", ovvero quelli relativi all'azienda stessa) e l'ambito 3 per quanto riguarda l'energia consumata nei data center di terzi in co-locazione. Per farlo, il vendor ha analizzato il proprio profilo prendendo come anno di riferimento il 2019: l’obiettivo è ridurre del 65% le emissioni di gas serra entro il 2025 e dare priorità all'acquisto di energia rinnovabile, raggiungendo il 75% entro il 2025 e il 90% entro il 2030. Entro il 2027 Red Hat intende, inoltre, coinvolgere due terzi dei fornitori e partner (in base alla spesa e non al numero) in modo che stabiliscano propri sistemi di gestione ambientale, li rispettino nel tempo e fissino obiettivi di riduzione dei gas serra. “Da parte nostra c'è la volontà di investire nell'open source per aiutare clienti e partner a raggiungere gli obiettivi di lotta al cambiamento climatico e di riduzione delle emissioni. Sicuramente il tema è ben recepito dal nostro ecosistema, anche grazie alla spinta del mercato, oltre all’evoluzione di normative dedicate. Siamo comunque all’inizio di un importante processo di cambiamento tecnologico e culturale che avrà un impatto sempre maggiore. La strada verso la sostenibilità è tracciata, di sicuro non si può tornare indietro. E Red Hat giocherà un ruolo sempre più da protagonista” conclude Falcone.
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