Autore: Claudia Rossi
In Italia l’importante legame tra innovazione e sostenibilità è còlto in maniera diversa tra le aziende, in base a dimensioni e area di attività. “A livello generale, finora, le grandi realtà e le multinazionali si sono dimostrate mediamente più attente nel valutare tecnologie innovative per diminuire il proprio impatto ambientale. Tuttavia, l’attenzione sta ormai crescendo anche tra le piccole e medie realtà, soprattutto perché in base alla nuova direttiva europea CSRD anche le PMI dovranno produrre nei prossimi anni un report di sostenibilità in cui dimostrare di aver adottato politiche adeguate” afferma Massimiliano Carvelli, Head of Consumer & Channel Sales di Epson Italia, azienda che da oltre 50 anni sviluppa tecnologie innovative per diminuire l’impatto ambientale lungo tutto il ciclo di vita dei suoi prodotti: dalla progettazione al fine vita.
“Oggi la sostenibilità è trasversale a tutto il nostro portafoglio: dalle stampanti agli scanner, dai videoproiettori ai robot, ma nel mondo del printing abbiamo iniziato a parlare esplicitamente di sostenibilità già nel 2008, quando nessun’altro produttore affrontava l’argomento” spiega Carvelli, ricordando come la tecnologia Heat Free di Epson consenta di produrre stampanti che, a parità di prestazioni, consumano un decimo dell’energia elettrica delle laser e producono circa 1 kg di materiali da smaltire contro i loro 15-18 kg. “Abbiamo sviluppato sacche di inchiostro che assicurano un’autonomia fino a 100.000 copie e che, una volta vuote, non occupano praticamente spazio nei rifiuti. Al contrario, le cartucce di toner e tutti i componenti delle stampanti laser non solo richiedono una sostituzione periodica (tamburi, developer, vaschetta forno, ecc), ma sono anche rifiuti ‘speciali’ particolarmente ingombranti” prosegue Carvelli. Non è finita: oltre dieci anni fa Epson ha, infatti, cambiato il paradigma della stampa a casa, introducendo le stampanti EcoTank con serbatoi ricaricabili, che contengono l’equivalente di 72 cartucce tradizionali. “Considerando che ne abbiamo vendute oltre 80 milioni nel mondo, quanta plastica e imballaggi abbiamo eliminato? Fate voi il conto! E tutto questo senza considerare i risparmi nei trasporti di tutto il materiale di consumo” sottolinea Carvelli. Tra l’altro, Epson ha anche ridotto le dimensioni e il peso dei prodotti, in modo da usare meno imballo e far stare più unità nei container che li trasportano per il mondo. Anche questo serve a ridurre l’impatto ambientale di un’azienda.
Importanti, poi, i risultati che le aziende possono ottenere grazie all’adozione di questi prodotti green. Innanzitutto, si riducono il numero di unità necessarie per fare la stessa quantità di lavoro e lo spazio richiesto per immagazzinare inchiostri e ricambi. Forte anche il taglio al numero di chiamate per assistenza, il che porta a destinare il gruppo di supporto ad attività più qualificate. Parallelamente, si possono ottenere elementi fattuali positivi da inserire nel propri report di sostenibilità. Ultimo, ma non meno importante, si registra una significativa riduzione dei costi legati al consumo di energia elettrica generata dall’infrastruttura printing.
“Sono almeno quindici anni che parliamo ai partner di rispetto dell’ambiente, invitandoli ad adottare buone pratiche. Ed è da tempo che forniamo loro prodotti che consumano sempre meno risorse, dirette e indirette, in modo che possano proporle ai clienti. In generale, riscontriamo una crescente attenzione da parte del canale su questi temi, che ormai costituiscono punti fondanti di partnership. Aggiungo che, da parte nostra, riscontriamo negli operatori un desiderio sempre più forte di portare i concetti di sostenibilità presso i clienti. Si tratta di un percorso finalizzato a un miglioramento continuo, che mira a coinvolgere sempre di più il nostro canale” chiarisce l’Head of Consumer & Channel Sales, sottolineando come oggi Epson stia osservando con piacere che molti partner hanno sviluppato in autonomia specifici approcci per informare i clienti sui vantaggi dell’innovazione sostenibile, anche se il vendor resta comunque pronto a supportarli, quando necessario, con attività di formazione. “L’adozione di misure di sostenibilità è un cambiamento positivo per i clienti e, in quanto cambiamento, a volte può registrare delle resistenze, ma ritengo che oggi siamo ormai nella fase in cui la consapevolezza di dover intraprendere questa strada sia ormai un dato di fatto” conclude Carvelli.
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