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Le nuove dimensioni dello storage moderno nel cuore della rivoluzione as a service e multi cloud

Un esclusivo talk in cui esperti del settore hanno discusso delle opportunità e delle difficoltà legate ad una sfida chiave per imprese di ogni forma e dimensione, la gestione dei dati a misura di multi cloud, la nuova dimensione delle infrastrutture ICT. Un nuovo appuntamento con la serie “ColazioneconChannelCity”.

Autore: Marco Maria Lorusso

Nel panorama in continua evoluzione del cloud computing, gestire in modo efficace, sicuro e innovativo gli ambienti multi-cloud è diventata una sfida cruciale per le aziende. In questo contesto, si è tenuto un talk show dal titolo "Le nuove dimensioni dello storage moderno nel cuore della rivoluzione as a service e multi cloud” in cui esperti del settore hanno discusso delle opportunità e delle difficoltà legate a questa tematica. Un nuovo appuntamento con la serie “ColazioneconChannelCity”.

Intorno al tavolo manager e professionisti di valore con ruoli straordinariamente complementari sul mercato come Marco Zamponi, MSP Manager presso un distributore a valore come ATTIVA; Ferruccio Antonelli, Customer Operations Manager presso un system integrator di eccellenza nazionale come Digital Value; Matteo Brusco, Distribution Sales Manager Italy & Spain presso un vendor internazionale come N-Able e Donatello Caggianelli, Team Leader Solution Architect di un’altra realtà di eccellenza nella system integration italiana come R1 Group

L'idea è stata quella di parlare delle sfide, delle difficoltà e delle opportunità di gestire in maniera efficace, sicura e innovativa gli ambienti multi-cloud. Con l'accelerazione dell'intelligenza artificiale e la crescente adozione del cloud, è fondamentale una gestione intelligente delle informazioni e una nuova concezione della gestione dei dati.

L'adozione del cloud computing è maturata negli ultimi anni, accelerata da vari fattori tra cui la necessità di maggiore agilità e facilità di utilizzo. Tuttavia, questa corsa verso il cloud richiede una gestione più intelligente delle informazioni e una nuova concezione della gestione dei dati, coinvolgendo anche nuovi modelli di business e competenze che non erano necessari in passato.

Secondo i dati dell'Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano, le aziende italiane utilizzano in media dai cinque ai sette provider di servizi cloud. Inoltre, una ricerca di Canalys indica che oltre il 60% degli operatori di canale a livello internazionale sta considerando una svolta verso il modello "as a service" e richiede un maggiore supporto dai vendor.

In un simile contesto gli operatori del settore hanno capito che è necessario evolversi velocemente verso un modello "as a service" per gestire le complessità aziendali e cogliere le opportunità di mercato. Tuttavia, per fare ciò, richiedono un supporto maggiore da parte di vendor e distributori. Il cuore del talk è tutto qui, nella sfida di presentarsi come fornitori credibili di servizi evoluti con la capacitò di gestire i dati come serve e dove serve.

Occorre andare oltre il puro backup, serve un salto di qualità

«Come N-able – ha confermato Matteo Brusco, N-able - lavoriamo per semplificare la gestione IT per i service provider che si rivolgono alle piccole e medie imprese, standardizzando i processi per renderli facilmente accessibili. Cerchiamo di eliminare la complessità per i nostri utilizzatori, occupandoci noi stessi della gestione del cloud, della scalabilità e della disponibilità delle risorse»


«Lato nostro – ha spiegato Marco Zamponi di Attiva - abbiamo creato una divisione dedicata al mondo degli MSP, focalizzata nel supportare i resellers in stretta collaborazione con vendor come N-able. Il nostro obiettivo è aiutare le aziende a raggiungere il modello gestito, che oggi è sempre più richiesto e sul quale però servono competenze solide e conoscenze profonde che non si possono improvvisare. Il nostro ruolo è fondamentale per garantire che, per esempio, proprio le soluzioni di backup e disaster recovery siano ben progettate e che le aziende siano protette contro attacchi informatici e altri incidenti. Oggi parte tutto da qui, senza gestione efficace dei dati e senza sicurezza non ci sono cloud o generative AI»


Un vendor innovativo, un distributore a valore e, poi, il mondo dei system integrator. Un mondo che rappresenta l’anello vitale di congiunzione con le imprese sul territorio.

«Il nostro team di solution architect – ha spiegato Donatello Caggianelli di R1 - si occupa di progetti che spaziano dal cloud al multi-cloud fino all'on-premise, garantendo soluzioni che coprono infrastrutture, sicurezza e gestione dei dati. Oggi è fondamentale personalizzare l'approccio in base alle esigenze specifiche di ogni cliente e ottimizzare l'uso delle risorse cloud per evitare costi eccessivi. La sicurezza dei dati è una priorità per noi, e lavoriamo per garantire che le infrastrutture dei nostri clienti siano resilienti e sicure. Abbiamo una divisione specifica dedicata alla cyber security che interviene in ogni progetto per valutare e mitigare i rischi».


Sulla stessa linea d’onda anche Ferruccio Antonelli di Digital Value, altro system integrator di eccellenza del territorio. «Il nostro obiettivo – ha spiegato Antonelli - è garantire che le aziende possano continuare a operare anche a fronte di eventi distruttivi, con soluzioni che vanno oltre la semplice copia dei dati. Ci sono spesso molte difficoltà da parte delle aziende nel comprendere le differenze tra backup e disaster recovery. Il backup è importante, ma è la continuità operativa che fa davvero la differenza e questo è un passaggio chiave per parlare concretamente di nuova ed efficace gestione dei dati, altrimenti ci si ferma al puro prodotto… Le aziende devono avere una strategia ben definita che includa non solo il backup dei dati, ma anche la capacità di ripristinare rapidamente le operazioni in caso di disastro».

La sfida della gestione Multi Cloud

I relatori hanno poi evidenziato come la gestione dei dati nelle infrastrutture multi-cloud rappresenti una grande opportunità di business per gli operatori di canale, ma richieda anche nuove competenze e modelli di business. Marco Zamponi ha sottolineato l'importanza di sensibilizzare i clienti finali sulla protezione dei dati e sulla necessità di infrastrutture solide e collaudate.

«Molte aziende – ha rilanciato Antonelli di Digital Value - hanno una comprensione limitata delle proprie applicazioni e dei propri dati, il che può portare a decisioni sbagliate nella gestione del cloud. È fondamentale avere una visibilità chiara su come funzionano le applicazioni e su come i dati vengono gestiti, per evitare costi eccessivi e garantire una protezione efficace».


Un punto, quello del salto di qualità a livello culturale su cui torna anche Donatello Caggianelli, di R1 per il quale proprio la personalizzazione che un system integrator può garantire continua ad essere un elemento chiave. «Come anticipato il nostro obiettivo è garantire che le infrastrutture dei nostri clienti siano resilienti e sicure, attraverso un approccio personalizzato che tenga conto delle esigenze specifiche di ogni cliente. Per farlo serve un design accurato e di una gestione attenta delle risorse cloud, per evitare costi eccessivi e garantire una protezione efficace. La sicurezza dei dati è una priorità per noi, e lavoriamo per garantire che le infrastrutture dei nostri clienti siano resilienti e sicure».

Il cloud come modello di business e strategico decisivo

In tutto questo scenario ci ha pensato poi Matteo Brusco a rilanciare la necessitò di un approccio cloud-first come strategie chiave per muoversi velocemente verso una gestione dei dati che metta insieme tutte le esigenze emerse nel corso di questo intenso dibattito

«I vantaggi sono chiari – ha concluso Brusco -. Maggiore agilità con una distribuzione rapida di copie di backup di applicazioni e dati non colpite in un ambiente sandbox o di ripristino sicuro, mentre vengono condotte analisi forensi nell'ambiente di produzione primario. Flessibilità con gli ambienti di ripristino che possono essere creati presso la sede del cliente, nel data center dell'MSP o in Microsoft Azure. Riduzione dei costi, come giustamente richiamato dai syste integrator intorno al tavolo. Senza la necessità di appliance di proprietà, le aziende di tutte le dimensioni possono infatti accedere a una soluzione di disaster recovery flessibile ed economica. Infine migliore utilizzo delle competenze IT. Si parla di riduzione del tempo dedicato all'amministrazione dei backup di routine, permettendo agli esperti di concentrarsi su attività più strategiche e a valore aggiunto, che contribuiscono ad aumentare l'efficienza operativa e il fatturato.

Per questi e altri motivi, un approccio cloud-first è più efficace di un approccio local-first. Il controllo del perimetro, una buona igiene informatica e l’applicazione delle patch sono essenziali per ridurre al minimo il rischio di attacchi ransomware, ma qualora una minaccia digitale riuscisse a superare le difese di un’azienda, gli MSP hanno il compito di aiutare a recuperare e ripristinare i dati nel modo più rapido e sicuro possibile. Con un'architettura cloud-first, è molto più rapido intervenire per un recupero rapido ed efficace».

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