All’alba del 2024 e a sei anni dal fatidico 2030 dell’omonima Agenda per lo Sviluppo Sostenibile imposta dall’ONU, la sostenibilità nell’IT è da considerare assunto più che un “nice to have”. Il paradigma oggi è implicito in una qualsiasi strategia di sviluppo del business a livello globale e, particolare non da poco, coinvolge indistintamente tutti gli attori della filiera, dai vendor hardware e software fino ai data center, dagli hyperscaler fino ai partner IT di prossimità.
Complice una compliance che impone precise garanzie a tutti gli attori coinvolti, ci stiamo avviando verso uno scenario in cui non solo l’azienda cliente tende a darle per scontate, ma pretende certificazioni e dati oggettivi da condividere con stakeholder, investitori e, infine, nel proprio Bilancio di Sostenibilità. E se garanzie e dati non arrivano, l’azienda sarà “costretta” rivolgersi ad altri fornitori. In più, diventa doppiamente controproducente per i partner IT sottovalutare la questione, visto che sempre più vendor IT impongono la sostenibilità a tutta la loro filiera, anche qui spinti dalla necessità di aderire alla normativa. Così succede, e succederà sempre più spesso, che alcuni vendor chiedono ai partner di farsi carico della gestione dell’usato, mentre altri hanno inserito nei loro Partner Program un ranking dedicato alle iniziative di sostenibilità del partner e del singolo progetto.
Secondo una ricerca realizzata da 451 Research S&P Global Market Intelligence per conto di Schneider Electric, poi, alla domanda “quali fattori guidano le iniziative di sostenibilità per la tua infrastruttura IT distribuita?” Il 40% del migliaio di partecipanti ha indicato “il valore di business” come predominante. Ciò significa che si sta diffondendo una vera e propria cultura della sostenibilità, e che le aziende sono sempre più consapevoli che la stessa influisca direttamente sul business. Una cultura della sostenibilità che punta a una rivoluzione completa in termini di organizzazione aziendale, di processi e di approccio al lavoro da parte dei singoli individui. Proporre un’offerta sostenibile, dunque, non significa solo garantire il giusto livello green a prodotti, servizi e a tutta la filiera, ma essere in grado di trasmettere ai propri clienti una nuova inclinazione.
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All’alba del 2024 e a sei anni dal fatidico 2030 dell’omonima Agenda per lo Sviluppo Sostenibile imposta dall’ONU, la sostenibilità nell’IT è da considerare assunto più che un “nice to have”. Il paradigma oggi è implicito in una qualsiasi strategia di sviluppo del business a livello globale e, particolare non da poco, coinvolge indistintamente tutti gli attori della filiera, dai vendor hardware e software fino ai data center, dagli hyperscaler fino ai partner IT di prossimità.
Complice una compliance che impone precise garanzie a tutti gli attori coinvolti, ci stiamo avviando verso uno scenario in cui non solo l’azienda cliente tende a darle per scontate, ma pretende certificazioni e dati oggettivi da condividere con stakeholder, investitori e, infine, nel proprio Bilancio di Sostenibilità. E se garanzie e dati non arrivano, l’azienda sarà “costretta” rivolgersi ad altri fornitori. In più, diventa doppiamente controproducente per i partner IT sottovalutare la questione, visto che sempre più vendor IT impongono la sostenibilità a tutta la loro filiera, anche qui spinti dalla necessità di aderire alla normativa. Così succede, e succederà sempre più spesso, che alcuni vendor chiedono ai partner di farsi carico della gestione dell’usato, mentre altri hanno inserito nei loro Partner Program un ranking dedicato alle iniziative di sostenibilità del partner e del singolo progetto.
Secondo una ricerca realizzata da 451 Research S&P Global Market Intelligence per conto di Schneider Electric, poi, alla domanda “quali fattori guidano le iniziative di sostenibilità per la tua infrastruttura IT distribuita?” Il 40% del migliaio di partecipanti ha indicato “il valore di business” come predominante. Ciò significa che si sta diffondendo una vera e propria cultura della sostenibilità, e che le aziende sono sempre più consapevoli che la stessa influisca direttamente sul business. Una cultura della sostenibilità che punta a una rivoluzione completa in termini di organizzazione aziendale, di processi e di approccio al lavoro da parte dei singoli individui. Proporre un’offerta sostenibile, dunque, non significa solo garantire il giusto livello green a prodotti, servizi e a tutta la filiera, ma essere in grado di trasmettere ai propri clienti una nuova inclinazione.
All’alba del 2024 e a sei anni dal fatidico 2030 dell’omonima Agenda per lo Sviluppo Sostenibile imposta dall’ONU, la sostenibilità nell’IT è da considerare assunto più che un “nice to have”. Il paradigma oggi è implicito in una qualsiasi strategia di sviluppo del business a livello globale e, particolare non da poco, coinvolge indistintamente tutti gli attori della filiera, dai vendor hardware e software fino ai data center, dagli hyperscaler fino ai partner IT di prossimità.
Complice una compliance che impone precise garanzie a tutti gli attori coinvolti, ci stiamo avviando verso uno scenario in cui non solo l’azienda cliente tende a darle per scontate, ma pretende certificazioni e dati oggettivi da condividere con stakeholder, investitori e, infine, nel proprio Bilancio di Sostenibilità. E se garanzie e dati non arrivano, l’azienda sarà “costretta” rivolgersi ad altri fornitori. In più, diventa doppiamente controproducente per i partner IT sottovalutare la questione, visto che sempre più vendor IT impongono la sostenibilità a tutta la loro filiera, anche qui spinti dalla necessità di aderire alla normativa. Così succede, e succederà sempre più spesso, che alcuni vendor chiedono ai partner di farsi carico della gestione dell’usato, mentre altri hanno inserito nei loro Partner Program un ranking dedicato alle iniziative di sostenibilità del partner e del singolo progetto.
Secondo una ricerca realizzata da 451 Research S&P Global Market Intelligence per conto di Schneider Electric, poi, alla domanda “quali fattori guidano le iniziative di sostenibilità per la tua infrastruttura IT distribuita?” Il 40% del migliaio di partecipanti ha indicato “il valore di business” come predominante. Ciò significa che si sta diffondendo una vera e propria cultura della sostenibilità, e che le aziende sono sempre più consapevoli che la stessa influisca direttamente sul business. Una cultura della sostenibilità che punta a una rivoluzione completa in termini di organizzazione aziendale, di processi e di approccio al lavoro da parte dei singoli individui. Proporre un’offerta sostenibile, dunque, non significa solo garantire il giusto livello green a prodotti, servizi e a tutta la filiera, ma essere in grado di trasmettere ai propri clienti una nuova inclinazione.