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Ibm continua a licenziare

In Italia lasciano Ibm altre 290 persone, così come Ibm si appresta a ridurre il personale in Belgio, UK e Germania. Secondo indiscrezioni l'ulteriore riduzione di personale toccherebbe 14.000 dipendenti in tutto il mondo.

Mercato
Dopo le riduzioni di personale avvenute lo scorso anno, Ibm si appresta a tagliare ancora la forza lavoro. Ora fino a 14.000 dipendenti potrebbero lasciare Ibm. L'indiscrezione arriva da Tony Sacconaghi, analista di Wall Street per Bernstein, che ritiene prossime azioni significative di riequilibramento dell'organico. In Italia, da fonti sindacali si è appreso che sarebbe stata avviata la procedura di mobilità per 290 tra dirigenti, impiegati e quadri, adducendo come ragione la difficile situazione economica.
L'analista, però, sottolinea come la società abbia beneficiato di un ricavo fiscale di un miliardo di dollari in Giappone e di solito queste entrate straordinarie in passato sono state utilizzate per finanziare dei licenziamenti. Poiché il costo di un singolo taglio viene valutato intorno ai 70.000 dollari, si potrebbe arrivare ai 14.000 dipendenti stimati da Sacconaghi.
Negli ultimi 10 anni, Ibm ha risparmiato 6,78 miliardi di dollari grazie a queste operazioni di riequilibramento, coincise con una riduzione di quasi 97.000 dipendenti.
Di certo, la situazione del personale per il big americano non è delle migliori. Anche la filiale belga intende lasciare a casa 233 dei quasi 1500 dipendenti, mentre in Gran Bretagna si minaccia un taglio di oltre 1300 dipendenti della divisione Global Technology Services. Infine, secondo il settimanale economico tedesco Wirtschaft Woche, Big Blue potrebbe privarsi di 3.000 posti di lavoro in Germania nel corso dei prossimi due anni, cifra che corrisponderebbe al 18% dei dipendenti.
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