Forrester attribuisce al nostro Paese una crescita del 4,4%, migliore ad esempio di quella di Germania (3,1%) e Francia (1,5%). In termini assoluti, il volume degli investimenti dovrebbe superare i 58,5 milioni di euro.
Non si prevede né un'esplosione né un crollo della spesa informatica nel mondo per il 2016. La conferma arriva da Forrester, indica un valore complessivo stimato a 2.900 miliardi di dollari, con un aumento del 4,5% a tasso di cambio costante o in valuta locale. Il dato è in leggero regresso rispetto quello comunicato nel luglio scorso e si deve a una revisione al ribasso per Europa, Brasile, Cina e Medio Oriente. Sorprendentemente, l'Italia si colloca in linea con la media mondiale, ottenendo quindi un incremento di spesa superiore a quello segnato negli ultimi anni. Forrester attribuisce al nostro Paese una crescita del 4,4%, migliore ad esempio di quella di Germania (3,1%) e Francia (1,5%). In termini assoluti, il volume degli investimenti dovrebbe superare i 58,5 milioni di euro. Per avere un termine di paragone, Assinform ha indicato per il 2014 un mercato digitale italiano pari a 64,2 milioni di euro, ma nel calcolo sono inclusi elementi che Forrester invece non prende in considerazione. Su scala globale, gli Stati Uniti rimangono il primo mercato, con oltre 1,1 miliardi di dollari di spesa complessiva, mentre la Cina si colloca al secondo posto ma con un totale cinque volte inferiore. Al terzo posto troviamo il Giappone, seguito dal Regno Unito. Fra i principali fattori di spinta indicati, l'analista evidenzia le tecnologie orientate ai clienti, che sono destinate ad assorbire circa un quarto degli investimenti per il 2016 e il 2017. Inoltre, la crescente adozione del cloud dovrebbe spingere il settore del Software-as-a-Service, soprattutto per applicazioni come il Crm, la gestione dei talenti e gli analytics.
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