Degli oltre 59,5 miliardi di euro di attività svelate al Fisco, quasi il 70 percento, ovvero circa 41,5 miliardi, proviene dalla Svizzera.
Ammontano a circa
3,8 miliardi di euro la cospicua cifra che entra nelle casse dello Stato dalla
voluntary disclosure, la
procedura di collaborazione volontaria per l’emersione dei capitali detenuti all’estero: è il gettito stimato, al netto degli interessi, applicando aliquote medie prudenziali agli oltre 59 miliardi e 500 milioni di euro di attività per le quali è stata chiesta la regolarizzazione. Il gettito effettivo sarà determinato dall’attività di accertamento, ad opera dell’Agenzia delle Entrate, sulle istanze presentate.
L’operazione, avviata un anno fa con
la legge n. 186/2014, si è chiusa alla mezzanotte del 30 novembre scorso con oltre 129mila domande inviate.
Delle 129.565 istanze trasmesse, 127.348 riguardano la disclosure internazionale, 1.507 quella nazionale, ossia la regolarizzazione di capitali detenuti in Italia ma non dichiarati, e 710 entrambe. Le istanze sono state inviate da contribuenti
residenti in tutte le regioni italiane, dalle 63.580 della Lombardia alle 88 della Basilicata.
A differenza di quanto previsto da misure di emersione adottate nel passato,
aderendo alla procedura il contribuente è tenuto a versare integralmente le imposte e gli interessi, con la riduzione delle sole sanzioni. Inoltre, il contribuente di fatto
autodenuncia la propria posizione fiscale, che viene inevitabilmente posta al setaccio dell’Amministrazione finanziaria. Una impostazione completamente nuova che si innesta in un processo, avviato a livello internazionale, di collaborazione e trasparenza destinato a rivoluzionare le dinamiche globali di contrasto all’evasione fiscale.
Svizzera capofila dei rimpatri
Nel dettaglio, il valore delle attività emerse con la procedura di disclosure ammonta a 59.578.928.219 euro, il gettito dalla regolarizzazione viene valutato in base alle istanze intorno ai 3,8 miliardi. Considerando gli interessi l’introito finale potrà facilmente raggiungere circa 4 miliardi.
Alla stima, prudenziale, dei 3,8 miliardi si giunge sommando le seguenti voci: imposte sui redditi per oltre 704 milioni, imposte sostitutive per circa 1,2 miliardi, Iva per più di 54 milioni, Irap per quasi 34 milioni di euro, ritenute per oltre 15 milioni e contributi per 96 milioni. A questi importi si aggiungono sanzioni relative a violazioni della normativa sul monitoraggio fiscale per 1 miliardo e 379 milioni di euro e altre sanzioni per oltre 322 milioni di euro.
Le attività estere provengono per lo più dai seguenti Paesi: Svizzera (69,6%), Principato Di Monaco (7,7%), Bahamas (3,7%), Singapore (2,3%), Lussemburgo (2,2%) e San Marino (1,9%).
Domande a quota 129mila, 66mila solo negli ultimi due mesi
Sono 129.565 le istanze pervenute all’Agenzia delle Entrate alla mezzanotte del 30 novembre scorso. Di queste, 63.251 sono state presentate entro il 30 settembre (il termine previsto prima della proroga stabilita con il Dl n. 153/2015 convertito dalla Legge n. 187/2015) e 66.314 dal 1° ottobre al 30 novembre, ultimo giorno per aderire alla procedura.
Sul totale delle domande trasmesse, più di 28mila riguardano attività di importo complessivo tra 300mila e 3 milioni di euro; circa 23mila sono relative a importi compresi tra 60mila e 150mila euro, mentre sono state presentate 326 istanze per la fascia più elevata, quella relativa ad attività di valore superiore a 15 milioni di euro.
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