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Cronache estive

L'Intelligenza Artificiale rimescola le carte tra le big dell'high tech. L'esempio più evidente è il progresso straordinario di Nvidia e il ridimensionamento di Intel

Opinione

In questa bollente estate emergono alcune situazioni che stanno modificando profondamente quello che fino a qualche tempo fa poteva essere considerata una situazione di mercato “cristallizzata”. Si pensi per esempio a quello che sta succedendo a Intel, che nel campo dei processori è stata per trent'anni, se non più, la numero uno del suo settore. Ebbene l’avvento dell’intelligenza artificiale, con il suo sovraccarico di maggior necessità di calcolo ha messo in crisi Intel e premiato Nvidia, società che oggi vanta una capitalizzazione che supera i 3 mila miliardi di dollari (si posiziona subito dopo Microsoft e Apple), può contare su margini spropositati visto che come emerge da più parti commercializza a 30 mila dollari un processore che produce a 3 mila.

Soprattutto questi chip sono difficili da reperire e vantano una lunghissima lista d’attesa, degna delle nostre liste d’attesa nella sanità: si parla infatti di tempi di consegna che si aggirano sui 18 mesi, un'eternità vista la velocità a cui evolve l'AI. Un grande problema, anche se Jensen Huang, il visionario capo di Nvidia, e oggi tra i venti uomini più ricchi al mondo, recentemente ha precisato che si sta facendo il possibile per ridurre i tempi, ribadendo che gli ordini vengono gestiti in “maniera equa”, dopo che alcune indiscrezioni di stampa americana ipotizzavano il contrario. E che questa azienda sia destinata a veleggiare per altri parecchi mesi lo si evince anche da questo dato: per passare da mille a duemila miliardi di capitalizzazione Nvidia ha impiegato nove mesi. Per superare i tremila, solo tre mesi.

Se l’intelligenza artificiale sta premiando Nvidia, ha messo in sofferenza proprio Intel – ancora oggi in ritardo sulla produzione di processori ad hoc per l’AI - che dopo aver presentato una trimestrale con perdite pari a 1,6 miliardi di dollari ha annunciato il taglio del 15% della forza lavoro, registrando anche un un crollo pesante in Borsa: nelle ultime settimane il titolo si è posizionato ai minimi dal 2013 (in un mese ha perso oltre il 40%).

In queste “cronaca estive” emerge però anche un trend che fa ben sperare per il futuro di Intel, Amd e Qualcomm. Infatti i notebook AI-ready iniziano a farsi strada nel mercato della distribuzione europea. Lo evidenzia l’analista di mercato Context, che sottolinea come nella settimana del 10-15giugno, il 16 percento delle vendite dei notebook sono proprio riferibili alle tipologie AI-ready, incluso il lancio dei primi notebook Copilot+ alimentati dall'innovativo chipset Snapdragon X di Qualcomm: quest’ultimo è dotato di un'unità di elaborazione neurale (NPU) integrata in grado di fornire 45 trilioni di operazioni al secondo (TOPS). In questo contesto ancora oggi Intel e Amd hanno le carte in regola per non venire sopraffatti da una nuova Nvidia.

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