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Addio al fondatore del Gruppo Zucchetti

Domenico “Mino” Zucchetti, 85 anni, fondatore della software house lodigiana che oggi conta 8000 dipendenti, un bacino di oltre 2mila rivenditori e oltre 700 mila clienti si è spento la sera del 14 settembre.

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Domenico “Mino” Zucchetti, fondatore della software house lodigiana che oggi con oltre 8000 dipendenti, un bacino di oltre 2mila rivenditori e oltre 700 mila clienti suddivisi in aziende di diversi settori che spaziano dalla sanità alla ristorazione, dai professionisti alla pubblica amministrazione e all'hotellerie, può tranquillamente considerarsi la prima realtà italiana del settore si è spento la sera del 14 settembre nella sua abitazione del centro della città. Aveva 85 anni. Dal 2008 "Mino" aveva deciso di lasciare il timone ai figli Alessandro e Cristina, anche se non ha mai smesso di interessarsi al gruppo.

"Mino" Zucchetti, primo di cinque figli di un agricoltore lodigiano, dopo una laurea in Economia conseguita alla Cattolica e brevi esperienze da insegnante e da impiegato, inizia a fare il commercialista e apre un proprio studio. Alla fine degli Anni Settanta ha l’intuizione, per primo in Italia, di realizzare un software capace di gestire le dichiarazioni dei redditi in modo automatizzato, per dare un vantaggio competitivo al suo studio professionale. Ben presto capisce che quel software sarebbe diventato indispensabile per tutti i commercialisti, quindi decide di fondare l’azienda "zucchetti" per commercializzarlo. Nel 1982 Ibm Italia sceglie di inserire le soluzioni Zucchetti per commercialisti all’interno del proprio listino e di commercializzarle mediante la propria rete distributiva. Grazie a questa partnership il brand Zucchetti cresce.

Nel corso del 1986 decide di espandere l’offerta per i professionisti e realizza il software per le paghe. La crescita dell’azienda lodigiana con sede in via Solferino è continua. Tra gli altri traguardi raggiunti nel 2006 la Zucchetti realizza, per lo stadio Olimpico di Roma, il primo sistema di controllo degli accessi omologato Uefa. Un modello che poi verrà successivamente esteso fino ai mondiali del Qatar.

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