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L’innovazione sostenibile, come motore della ripresa e leva per il futuro

Il tema al centro dell’evento di chiusura del #mesedelcanale di ChannelCity in un confronto aperto tra innovatori, analisti di mercato, vendor, system integrator e realtà dell'ecosistema del canale IT. Tra i protagonisti sul palco: Computer Gross, Epson, Fastweb, Fortinet, R1 Group, VMware

Mercato

A fine giugno, nella suggestiva cornice del Theatro a Verano Brianza, è andato in scena l‘“Innovazione sostenibile, come motore della ripresa”, l’evento di chiusura del #mesedelcanale, iniziativa organizzata da ChannelCity incentrata su alcuni argomenti ‘caldi’ per il settore ICT.

Un confronto su temi di forte attualità e impatto: innovazione digitale e sostenibilità, due facce della stessa medaglia, fattori fondamentali in un scenario in cui la domanda e l’esigenza di prodotti e servizi innovativi e sostenibili cresce costantemente. Fondamentale quindi comprendere le strategie e gli approcci adottati dai vendor IT e dall'ecosistema partner di canale per continuare a fare prosperare i propri clienti e garantire un ‘presente e un futuro sostenibile’ a tutti.

Innovazione tecnologica ma non solo e sostenibilità declinata nelle tre dimensioni portanti - ambientale, economica e sociale - strettamente collegate tra loro e in cima alle agende del board aziendale. Un tema quest’ultimo da sviluppare in ecosistema, che nella sua accezione più ampia, può veramente portare benefici a tutta la filiera coinvolta ma anche all’intero pianeta.

Un elemento che va altresì inserito nei processi di business, da misurare e abilitare. Non basta infatti tinteggiare di verde e fare il cosiddetto ‘green washing’ attuando una strategia di facciata; serve invece concretezza, impegno, strumenti per misurarla avendo in mente un modello di business.Una responsabilità collettiva che coinvolge imprese, pubbliche amministrazioni, istituzioni,… nessuno escluso. Ciascuno deve fare la propria parte, e in cui, la tecnologia, soprattutto quella foriera di innovazione, rappresenta un elemento abilitante il futuro, grazie a strumenti per ottimizzarlo, conoscerlo, pianificarlo, guidarlo e ‘salvarlo’.
Una nuova sensibilità per un tema non più revocabile.

Oggi il cambiamento in questa direzione è già in atto, anche se la strada da compiere è ancora lunga, la misurazione è per certi versi debole, ma il percorso è tracciato, reale ed è fondamentale per i clienti e il Sistema Paese. In Italia le aziende lo affrontano con differenti livelli di maturità, anche rispondendo a profili diversi, ma gli investimenti sono partiti. Occorre però adottare un approccio più sistemico, per misurare, allocare in modo corretto le risorse, gli sforzi, gli investimenti. Anche gli aspetti normativi e di compliance stanno imprimendo un’accelerata e impongono condizioni a cui necessariamente occorre adeguarsi, volenti o nolenti.

E’ partendo da queste considerazioni che si è dipanata la conversazione dell’evento in un confronto aperto tra innovatori, analisti di mercato, vendor, distributori, system integrator, aziende clienti e realtà dell'ecosistema del canale IT. Un evento ‘pragmatico’ in cui si è dato voce a elementi concreti, strategie a breve e medio termine. Piccoli semi per contribuire in modo positivo ed efficace a un futuro migliore e sostenibile per tutti.

Sul palco, oltre alla disamina dei giornalisti di G11Media, Barbara Torresani, Francesco Pignatelli e Marco Lorusso, il keynote ispirante di Ivan Ortenzi di BIP, la vista da analista di mercato di Isabel Aranda di Context e le testimonianze di alcuni protagonisti della filiera ICT: Computer Gross (Gianluca Guasti), Epson (Luca Lazzazzera), Fastweb (Alessandro Perrino), Fortinet (Antonio Madoglio), R1 Group (Alessia Monteleone), VMware (Sara Gangale), con la partecipazione di Red Hat.

L’innovazione al centro

Si parte dall’innovazione, centrale per chi come noi, editori, vendor, distributori, system integrator si occupa in prevalenza dell’innovazione tecnologica, oggi al centro delle attività di ogni organizzazione, grande o piccola, locale e globale. Un’innovazione sempre più strategica e meno tattica a cui si ricorre non solo per rendere più efficienti attività e processi, ma soprattutto per aiutare a ripensare e sviluppare nuovi prodotti, soluzioni e servizi, fruibile in modo dinamico e flessibile, in grado di costruire nuove industrie, di ripensare il mondo, creando nuovi modelli di business.

Un’innovazione che oggi più di ieri, si interseca e combina inevitabilemente con il tema della sostenibilità: “Una sostenibiità che non si reduce solo a un fattore ambientale ma deve essere concepita in modo più esteso, prendendo in considerazione come interagire con le proprie comunità, con i propri ecosistemi e, più in generale, con il mondo intero in modo diverso, ovvero ‘migliore’".Un'innovazione che deve cambiare, evolvere da un concetto classico di efficientamento e riduzione dei costi a quello di innovazione organizzativa, secondo cui l'azienda si trasforma in modo tale da essere innovativa, fino quasi a diventare uno stato mentale, per cui l'azienda diventa un elemento di un ecosistema che è esso stesso tutto innovativo. Si ragiona quindi in termini di sistema e non più di azienda. Ed è un’innovazione che diventa sostenibile, come dice il Network for Business Sustainability, un'organizzazione indipendente che si occupa di questi temi: “Un'innovazione che implica modifiche a prodotti, servizi, processi per portare benefici a lungo termine per l'ambiente ma anche in termini economici per la società” interviene sul tema Francesco Pignatelli, giornalista di G11Media.

In questo senso l’innovazione sostenibile si focalizza su benefici di sistema a lungo termine, pensa all’ecosistema ed è intragrata nella cultura aziendale, differenziandosi dall’innovazione classica per cui l’azienda punta a profitti a breve termine, si concentra e pensa solo a se stessa e si sviluppa nei dipartimenti R&D o per acquisizione: “L'innovazione è fare oggi un qualcosa che potrebbe portare benefici tra cinque anni”, prosegue Pignatelli.Francesco Pignatelli, giornalista di G11MediaInevitabile quindi combinarsi con la sostenibilità, che non è un ideale, un semplice progetto, un percorso, un circolo virtuoso: “E’ il nuovo principio fondante di qualsiasi sviluppo. Per questo tutto oggi è, o dovrebbe, essere pensato intrinsecamente come sostenibile, anche l’innovazione, che diventa innovazione sostenibile”, rimarca Pignatelli. Un fatto positivo per l‘ecosistema, il pianeta, ma soprattutto per l‘azienda stessa: “Fare innovazione – ancor meglio se sostenibile - significa avere maggiori probabilità di avere successo sul mercato. E poi, estremizzando, avere la possibilità di rimanerci nel mercato prima di essere scalzati da qualcuno in grado di fare più innovazione”, enfatizza Pignatelli.

Sì, perchè, diciamocelo, fare solo greenwashing non porta da nessuna parte, anzi, ritarda questo impegno collettivo: “Le aziende devono investire e cambiare in funzione degli obiettivi di sostenibilità , del loro impatto ambientale, sociale e della capacità di avere una governance efficace delle loro attività“, commenta.E, per finire, le aziende che si concentrano sugli indicatori ESG risultano più rilevanti dal punto di vista finanziario per il loro settore e tendono a performare meglio come dice PWC: “In sostanza, chi cura gli indicatori ESG in genere performa meglio di chi non li cura. Non attuare politiche efficaci in questo senso sta a significare che l’azienda rappresenta un rischio, e se rappresenta un rischio vuol dire potrebbere avere minori possibilità di finanziamento e potrebbe non piacere a una clientela molto interessata a questi temi”, chiarisce Pignatelli.
Senza dimentiare i fattori normativi e regolamentari che danno una mano in quesa direzione: “Come indicato dalla nuova classificazione della tassonomia della Unione Europea, che fornisce indicazioni sulle certificazioni che occorre avere a seconda del settore e delle dimensioni aziendali, al fine di dimostrare di essere effettivamente bravi cittadini e brave aziende dell'ecosistema. Misure che dovrebbe entrare in vigore dall'inizio del prossimo anno, che obbligano le aziende del mondo IT a essere inevitabilmente buoni cittadini del mondo e quindi proporre un'innovazione sostenibile”, conclude Pignatelli.Una 'lectio magistralis’ quella di Ivan Ortenzi, Innovation Manager, BIP, di cui riportiamo alcune dichiarazioni sui temi ‘innovazione’ e ‘sostenibilità’: “Uno dei grandi problemi quando si parla di innovazione e sostenibilità è rappresentata dal fatto che li si considera come concetti assoluti. In realtà, non c'è nulla di più relativo dell'innovazione e della sostenibilità. Prendete il concetto stesso di innovazione. Si può fare innovazion all'università e in que caso si chiama Ricerca e Sviluppo, in azienda dove diventa Corporate Innovation, in una startup per cui si fa Business Model Innovation. Un ministro/ministra fa innovazione sociale, un’azienda del terziario… quindi a seconda di dove si mette la parola innovazione il perimetro di questa cambia. E la stessa cosa vale per la sostenibilità: un conto è la sostenibilità per un vendor del settore IT, un altro per un’azienda come Barilla, un altro ancora per un’azienda di consulenza come BIP, e un altro ancora per Fastweb o per un esercizo commerciale. In sostanza, innovazione e sostenibilità non sono due concetti assoluti, ma occorre viverli in forma relative".

E prosegue: “L'innovazione è un'anomalia. Quando si valuta l'innovazione, che sia il Nutella Biscuits, ChatGPT o l‘auto a guida autonoma si valuta un'anomalia. Tutto ciò che noi riteniamo essere innovazione è un concetto relativo rispetto a qualcosa verso noi, verso la quale si fa un paragone, un confront; e l'anomalia si contrappone ciò che definiamo ‘ status quo’.Tutti abbiamo delle regole, dei modelli, tutti uno status quo".Ed ecco la personale definizione di innovazione di Ortenzi”: “L'innovazione è un atto di insubordinazione collettiva che nasce da un'anomalia e attraverso la sua adozione genera un valore superiore nei confronti delle regole o dell'intero status quo. Un concetto relativo che se messo nel flusso dei 55.000 anni di vita la domanda da porsi è la seguente: qual è l'obiettivo finale dell'innovazione? Quand'è che un'innovazione può ritenere di avercela veramente fatta? “Quando diventa a sua volta ‘status quo’. Quando non riconosciamo più la relatività o lo stato di condizione di anomalia dell'innovazione; , in quell momento l’innovazione diventata standard, così come lo sono ogggi Facebook e Whatapp. Anomalie che ce l'hanno fatta perché sono diventate status quo, standard; in attesa che arrivi qualche altra innovazione. Se tutti questi concetti li si trasla in azienda, in questo caso lo status quo diventa modello di business e regole diventano i processi.”

La teoria della relatività dell’innovazione indicata da Ortenzi suggerisce di porsi quattro domande per valutare l'innovazione: 1 - quanto è innovativo rispetto allo status quo 2 - dove è innovativo, in quanto ci può essere l'innovazione di processo e l'innovazione di prodotto e tante altre innovazioni; 3 - perché è sostenibile da un punto di vista economico, sociale e ambientale. 4- per chi è innovativo, a chi a chi porta vantaggi.Ivan Ortenzi, Innovation Manager, BIPE conclude: “L’innovazione sostenibile a volte è chiamata sviluppo sostenibile, altre volte progresso consapevole oppure economia circolare; c'è chi parla di economia rigenerativa, una grande azienda come Enel ha registrato il concetto di innovability, che equivale a innovazione + sostenibilità. La si può chiamare in diversi modi, ma il punto vero è che sono 55.000 anni che l'innovazione che piace alle persone e quell'innovazione a cui piacciono le persone. E quindi il vero driver sia dell'innovazione sia della sostenibilità è la capacità di questi due contenuti di generare valore all'utente finale. E l'utente finale siamo tutti noi“.L’andamento del mercato del canale in chiave sostenibile

Gi fa seguito Isabel Aranda, Country Manager di Context Italy, che va subito al punto: “I recenti fatti climatici, come le alluvioni in alcuni territori italiani dove vi sono molti rivenditori IT, retailer, distributori e vendor hanno evidenziato l’urgenza di un intervento sul cambio climatico e anche di un nuovo approccio che passi da scelte più sostenibili. La sostenibilità è un tema molto importante per il nostro settore ICT e anche per il canale, considerando ad esempio l'alto consumo energetico dei data center, per cui è necessario che il settore e il canale si impegnino e intensifichino gli sforzi per ridurre la propria impronta ambientale, ponendosi altresì come leader per un'economia più verde e più sostenibile. La sostenibilità inoltre porta diverse opportunità di crescita, con prodotti, servizi e modelli di business più sostenibili e anche più efficienti. Tutto ciò comporta una riduzione dei costi che aiuta a migliorare le performance finanziarie e a ottenere un vantaggio competitivo. Oltre a ciò, è un tema che attrae anche gli investitori; in questo momento infatti il mondo del private equity è molto interessato al nostro settore con continue acquisizioni e questi fondi privilegiano investire in aziende con performance ESG migliori. Inoltre, la sostenibilità rappresenta un fattore essenziale per trattenere e attrarre i talenti più qualificati, molto attenti ai temi sociali e ambientali ne mondo del lavoro. Non ultimo, l’aspetto normativo e legale che impone giocoforza di ‘essere sostenibili’. Tra cinque anni i dati ESG saranno equiparabili in tutto e per tutto a quelli finanziari. La direttiva europea relativa alle comunicazioni societarie sulla sostenibilità entrata in vigore all’inizio dell’anno introduce obblighi più dettagliati per un maggior numero di aziende anche in Italia. PWC stima che oltre 4 mila aziende dovranno redigere questi bilanci.Anche il passaporto digitale di prodotto rappresenta un’iniziativa per sostenere una produzione più ecologica, così come modelli commerciali circolari, e spingere a prendere decisioni d'acquisto più consapevoli e informate per poter fare scelte più ecologiche".Isabel Aranda, Country Manager di Context ItalyL’analista passa poi a fotografare l’andamento del mercato, evidenziando che negli ultimi otto anni il canale della distribuzione in Italia ha registrato una crescita continua, anche negli anni post Covid; nel 2021 è cresciuto del 5%, registrando invece una situazione di stallo nel 2022, dopo l'eccezionale performance egli anni precedenti.

Le categorie merceologiche che negli ultimi anni stanno trainando il mercato della distribuzione sono il software, i servizi, ma anche le componenti infrastrutturali che continuano a guadagnare market share. Nello specifico, nel primo trimestre del 2023 il software e i servizi ha rappresentato il 20% delle vendite attraverso la distribuzione, le infrastrutture il 15% con continue crescite a doppia cifra sia nel 2022 che nel primo trimestre del 2023. “Per i prossimi mesi l’analista siamo fiduciosi che il mercato della distribuzione concluderà l'anno con una crescita di circa un 1%, anche grazie ai recenti bandi e alle gare della Pubblica Amministrazione. Ci aspettiamo quindi di vedere una crescita continua e progressiva con un terzo trimestre che potrebbe chiudere in positivoe un quarto trimestre con un +4-%-5%%, grazie alle performance positive ancora una volta di software e servizi e delle infrastrutture”.Fino a maggio CONTEXT osserva un mercato della distribuzione ancora in negativo, con un tasso di crescita dello 0,7%, per via del rallentamento del mercato in febbraio, marzo, aprile e una ripresa in positivo a maggio: “ E’ difficile fare confronti con le performance degli anni precedenti e anche definire un anno da considerare come base di riferimento in confronto; con il 2019, prima del Covid, in quanto il mondo è molto cambiato o prendere come anno base il 2021".

Quest’anno il mercato del volume mostra un calo del -7% fino a maggio a causa del rallentamento nella domanda, della situazione macroeconomica caratterizzata da una forte incertezza, dell’alta inflazione e dei continui incrementi nei tassi di interesse ma anche delle ottime performance degli anni precedenti, mentre il mercato del valore si mostra più resiliente ed è cresciuto nel primo trimestre del 2023 del 15% e fino a maggio dell’11%.

Aranda ritiene che un’importante opportunità per il canale sia rappresentata dalla Trasformazione Digitale in ottica green. In questa direzione, la prima missione del PNRR punta a promuovere la digitalizzazione, l’innovazione e la competitività del Paese, mentre la rivoluzione green e la transizione ecologica sono le colonne portanti della seconda missione. Secondo i dati CONTEXT gli investimenti della Pubblica Amministrazione stanno trainando la spesa con un canale corporate reseller che cresce nel primo trimestre fino all’11% e del 7% fino a maggio e l'importo medio d'acquisto de corporate reseller dalla distribuzione è cresciuto del 14% nel primo trimestre del 2023, mentre il canale degli Small and Medium Reseller, i rivenditori tradizionali, registrano una performance più discreta con un +1% nel primo trimestre e fino a maggio in negativo a un -1.6%. Nonostante ciò, l'importo medio d'acquisto del rivenditore tradizionale dalla distribuzione è cresciuto del 2% nel primo trimestre del 2023.

È evidente che la digitalizzazione spinga a rinnovare e aggiornare le infrastrutture ed in questo senso il canale può avere ruolo decisivo per promuovere servizi e prodotti che siano più sostenibili: “Ciò che osserviamo attraverso i nostri dati è che gli investimenti in infrastrutture continuano a crescere nella parte dello storage enterprise con un +29% fino a maggio, anche i gruppi di continuità crescono di un 1%, mentre i server sono ancora in negativo con un -11% fino a maggio", indica.
La categoria di prodotto che registra la performance migliore è il networking enterprise che cresce fino a maggio di un 52%; cresce inoltre la parte di wireless networking e soprattutto la tecnologia Wifi 6 è quella che si distingue per le performance migliori, guadagnando peso e raggiungendo un 78% fino a maggio all'interno di tutte le categorie wireless networking con una crescita anno su anno del 75%. "Una tecnologia che offre netti miglioramenti in confronto alle versioni precedenti in termini di velocità, di capacità, di latenza e anche di risparmio energetico. II Wifi 6 permette di avere un accesso in tempo reale ai dati, migliora la produttività con un accesso ai dati più flessibile e più efficiente e permette anche una migliore comunicazione nelle videoconferenze e nelle meeting room, favorendo una migliore esperienza nel lavoro ibrido. Un fenomeno quello dell’hybrid work destinato a restare come testimoniato da alcune ricerche (National Bureau of Economics) secondo cui il risparmio di tempo giornaliero lavorando da casa in Italia e di 61 minuti. Un risparmio di tempo dedicato per il 34% a lavorare di più, il 31% al tempo libero e il 15% alla cura della persona. Secondo questa ricerca un quarto del campione sarebbe disposto a lasciare il lavoro o comincerebbe a cercare un nuovo lavoro se fosse costretto a lavorare cinque giorni alla settimana in ufficio. Questo punto è soprattutto molto importante per i più giovani", dettaglia.

In tema di sostenibilità non si può non fare riferimento al cloud e alla migrazione a questo modello per supportare anche una trasformazione più sostenibile: “Secondo i nostri dati i ricavi del cloud sono cresciuti del 30% nel primo trimestre 2023, dopo il picco registrato nel primo trimestre del 2022 con un +44%, mentre in Europa cresce intorno al 13%.”. La crescita dei ricavi del cloud si è assestata dopo i picchi della pandemia, quando gli investimenti portavano regolarmente a percentuali a due cifre. Questi investimenti sono stati spesso effettuati in emergenza con un approccio "lift & shift" che spesso significa che le app non possono sfruttare le tutte funzionalità del cloud nativo. Le aziende e le organizzazioni stanno provando a eliminando queste inefficienze per ridurre i costi attuali del cloud e poter concentrandosi su nuovi progetti di trasformazione digitale".E continua: ”Tuttavia, ascoltando la voce dei nostri rivenditori italiani attraverso la nostra ricerca Channel Watch 2022, la maggioranza ha dichiarato che prevede di investire in soluzioni e prodotti cloud, e anche loro prevedono una crescita positiva a doppia cifra per la component di Infrastructure as a Service, Platform as a Service e Software as aSservice, con buone prospettive per il canale in queste categorie. Anche il modello Hardware as a Service rappresenta un'area promettente di ricavi per i rivenditori e inoltre contribuisce alla creazione di un'economia circolare con i dispositivi che vengono riutilizzati, riciclati invece di essere eliminate, con costi più ridotti in termini ambientali".

Lavoro ibrido e cloud portano inevitabilmente a parlare di sicurezza, che diventa un imperativo strategico: "Secondo i dati CONTEXT fino a maggio la sicurezza in Italia è cresciuta del +14%, ottima performance se si considera la performance del 2022 del +28%. Gli investimenti in cybersecurity aumentano per via della maggior consapevolezza sui rischi legati a essa e ai fondi pubblici.Le vendite totali le vendite di sicurezza rappresentano il 12% dei ricavi della distribuzione a valore in Italia. Nel 2023 il segmento che sta crescendo maggiormente è quello della Cloud Security, con un incremento nel primo trimestre del 45%, e del 38% fino a maggio".

Per finire, la sostenibilità è un tema che sta molto a cuore all’analista, come spiega Isabel Aranda: “Dallo scorso novembre adaprile di quest'anno abbiamo organizzato una serie di cene con C Level includendo tutti gli attori del settore ICT in diversi paesi,nel corso delle quali si è discusso dell'importanza della sostenibilità e come il nostro settore possa contribuire a una trasformazione verso un modello più sostenibile, con interventi anche di relatori esterni. Tra le evidenze emerse risulta che l‘autocertificazione non è più sufficiente; la responsabilità vera deve essere basata su un flusso di dati verificabili che nell’IT significa, per esempio, il monitoraggio dell’impronta di carbonio a livello prodotto. CONTEXT in questo senso stao costruendo un database di prodotto con specifiche carbon footprint per garantire la trasparenza, la standardizzazione e una rendicontazione in linea con gli standard e i principi legali”.Conclude Isabel Aranda sul tema: “Il canale ICT è un pilastro fondamentale per l'innovazione sostenibile ealcune azioni possono essere già intraprese, come la collaborazione con l’industria includendo tutti le parti interessate, gli stakeholder, per cercare di ridurre gli sprechi, ma anche un’IT per l'ambiente, che non significa green IT ma incorporare i principi ESG in tutti gli aspetti dell'ICT sia le tecnologie sia i processi ICT e cercare modi per ridurre l'uso di risorse, l'emissione di carbonio e gli sprechi , per arrivare a costruire un modello basato sui principi di economia circolare, la transizione verso modelli as a service, la tracciabilità delle emissioni a livello prodotto e iniziare con dati facilmente tracciabili e incorporare gli obiettivi ESG nelle prestazioni non solo top management, ma di tutta l'azienda".

Una survey sulla sostenibilità

In occasione dell’evento #mesedelcanale, ChannelCity ha inoltre lanciato una survey focalizzata sul tema della sostenibilità – i cui risultati sono stati presentati e commentati sul palco dal giornalista Marco Lorusso. Survey – a cui ha risposto un campione di circa 250 partner, i cui risultati sono consultabili al seguente link.Indicazioni concrete su come agire e suggerimenti su come vendor e distributori possono e devono orientare le loro strategie in relazione al canale: “Una dei pochi aspetti positivi legati alla pandemia è il fatto di aver instillato in tutti noi una maggiore percezione rispetto al valore del digitale. Siamo fortunati a operare in questo settore; ed è una fortuna che va meritata e per farlo bisogna essere un po’ più sostenibili capendone a fondo il significato e sfruttandone appieno benefici e opportunità”, afferma Marco Lorusso.Marco Lorusso, giornalista G11MediaTalk show: la parola ai protagonisti del settore

Innovazione, sostenibilità, blu& green, come si muove il mercato e quali le strategie della filiera IT? Sul palco le testimonianze concrete e fattuali di Computer Gross, Epson, Fastweb, Fortinet, R1 Group e VMware che si sono confrontati e hanno raccontato le principali traiettorie tecnologiche innovative abilitate su cui stanno investendo maggiormente, come si innesta il tema della sostenibilità in questo disegno, che linee guida seguono e come coinvolgono il loro ecosistema di partner e clienti nel processo di innovazione sostenibile, per concludere con alcuni consigli/parole chiave pratici rivolti alla platea di partecipanti per intraprendere un cammino tecnologico innovativo che sia altresì sostenibile.

Si parte dai vendor, per poi passare a distribuzione, system integration e utente finale. Di seguito gli speech in versione integrale.

Buona lettura!

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