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Ibm, l’open collaboration al centro dell’innovazione

In occasione dell’Ibm Ecosystem Summit 2021, il vendor ha ribadito l’importanza della collaborazione con il canale per creare uno smarter ecosystem capace di accelerare la trasformazione digitale delle imprese. Fondamentale, però, differenziare chiaramente i ruoli: mentre Ibm si manterrà concentrata sulla ricerca e sviluppo (in particolare in ambito hybrid cloud e AI), i partner dovranno agire sul mercato facendo leva su capacità relazionali e competenze

Vendor
A fronte di un mercato in piena trasformazione, Ibm cambia pelle e torna a concentrarsi solo su tecnologia e partner. Questo il messaggio centrale lanciato dal palco dell’Ibm Ecosystem Summit 2021, il primo evento phygital organizzato in Italia da Big Blue per condividere con il canale la sua visione sul futuro e i temi tecnologici su cui ha deciso di investire, ossia hybrid cloud e Intelligenza Artificiale.

“Noi mettiamo capacità R&D e tecnologie, voi competenze e capacità di stringere alleanze” ha esordito Fabrizio Saltalippi, Director of Partner Ecosystem di Ibm Italia, esprimendo con forza l’importanza di federare gli skill per affrontare la complessità del mercato ed essere veri e propri motori di innovazione presso i clienti. Un quadro che a Ibm non lascia più spazio per attività di system integration e che, per questo, nei mesi scorsi ha portato allo scorporo dei servizi infrastrutturali, assorbiti all’interno della newco Kyndryl (operativa in Italia da inizio settembre).
ibm1Fabrizio Saltalippi, Director of Partner Ecosystem di Ibm Italia
“Oggi viviamo una fase di mercato incoraggiante, in cui i dati economici italiani mostrano una ripresa evidente e un’assoluta rilevanza del digitale, vero motore di ripartenza”
afferma Stefano Rebattoni, Amministratore Delegato di Ibm Italia, che nel suo discorso torna a sottolineare la centralità di cloud ibrido e Ai nelle strategie di crescita del vendor: due ambiti che oggi ne cubano oltre la metà dei ricavi, non solo a livello corporate ma anche italiano.

“Un mercato che attualmente vale un trilione di dollari a livello globale e in cui, per ogni dollaro speso sulla piattaforma di orchestrazione degli ambienti multi cloud, si registrano dai 3 ai 5 dollari investiti in software applicativo e dai 6 agli 8 dollari in servizi” puntualizza Rebattoni, assolutamente convinto che l’approccio migliore per aggiudicarsi una buona fetta di questo business sia l’open collaboration, ossia l’azione collaborativa sui clienti da parte di Ibm e dei suoi partner con ruoli che, però, devono essere ben distinti: da una parte Ibm, che si occupa solo di ricerca tecnologica e innovazione, e dall’altra i partner, chiamati a scaricare a terra le soluzioni facendo leva sulle loro forti capacità relazionali e le loro competenze. Solo così si potrà creare uno smarter ecosystem, indispensabile per accelerare la trasformazione digitale delle imprese.
ibm2Stefano Rebattoni, Amministratore Delegato di Ibm Italia

I quattro pillar della corporate research di Ibm

Oggi la corporate research di Ibm conta oltre tre mila ricercatori attivi in cinque continenti e opera con una doppia missione: essere il motore della crescita organica dell’azienda e inventare il futuro della tecnologia. “Obiettivi raggiungibili solo attraverso una collaborazione portata avanti su vasta scala, in cui data sharing e knowledge sharing rappresentano due leve fondamentali per portare valore a tutto l’ecosistema” afferma Alessandro Curioni, Vp Ibm Europe and Africa e Director Ibm Research Zurich, citando in particolare gli oltre 50 progetti europei a cui il team di ricerca e sviluppo di Zurigo sta lavorando con 550 partner.
ibm3Alessandro Curioni, Vp Ibm Europe and Africa e Director Ibm Research Zurich
Per quanto riguarda le tecnologie, sono quattro i pillar su cui Big Blue sta focalizzando l’attenzione della sua R&D: Security e Quantum Computing, oltre ai già citati hybrid cloud e AI
. In ambito Security il team di corporate research si sta concentrando, in particolare, nello sviluppo di tecnologie a servizio della Fully Homomorphic Encryptin per consentire l’analisi dei dati criptati attraverso l’applicazione di modelli AI e ML. A questo si affianca il focus sull’ottimizzazione della sicurezza di Openshift. Sul fronte dell’AI va, invece, segnalato il processore Ibm tailor-made che consentirà di rendere l’Intelligenza Artificiale non solo più scalabile, ma anche più sostenibile dal punto di vista energetico. “L’AI è destinata ad essere sempre più pervasiva, entrando in ogni singolo processo: d’altra parte, dove c’è AI c’è codice e dove c’è codice deve esserci AI per consentire l’automatizzazione dei processi” spiega Curioni. Per quanto riguarda l’hybrid cloud, il Director ne sottolinea l’immenso valore aggiunto, sottolineando però la necessità di metterlo in assoluta sicurezza. Per quanto concerne, invece, il Quantum Curioni è estremamente chiaro nel suo intervento: non è un sogno e farà la differenza in molte applicazioni già nei prossimi 5/10 anni, forse prima.


Gli strumenti per accelerare il business dei partner
L’Ibm Ecosystem Summit 2021 non è stata solo l’occasione per fare il punto su offerta tecnologica e orizzonti di ricerca, ma anche per ribadire ai partner tutti gli strumenti che Big Blue mette a disposizione per alimentare la loro crescita accelerata. Primo fra tutti Ibm Garage, un luogo che il vendor mette a disposizione del canale per lavorare in collaborazione sui clienti e mettere in atto attività di co-creazione. L’Accademia è, invece, un knowledge hub che offre percorsi personalizzati per aiutare i partner a capire meglio trend tecnologici e percorsi di trasformazione digitale. “Tech Gym è, poi, una palestra aperta a tutti, pensata per sviluppare competenze attraverso giornate di training che mettono a disposizione anche personal tutor impegnato a spiegare come sviluppare sulla piattaforma Ibm cloud” spiega Luca Altieri, Chief Marketing Officer di Ibm Italia, che nel suo intervento ricorda anche la disponibilità degli Ibm Studios, dove sono ospitate soluzioni sviluppate in collaborazione con Tech Data e Computer Gross.


Ibm Techallengex6, i partner premiati
Nel corso dell’Ibm Ecosystem Summit 2021 Big Blue ha anche premiato i primi tre partner vincitori della Techallengex6, iniziativa ideata per riconoscere il lavoro dei Business Partner impegnati a sviluppare soluzioni innovative su piattaforma Ibm Public Cloud e con Ibm Cloud Paks. A vincere il primo round è stata Gft Italia con Ide, un servizio dedicato al mondo delle assicurazioni che, tramite una semplice fotografia, permette di riconoscere e stimare i danni esterni, indicando la probabile presenza di danni interni non visibili. La vincitrice del secondo round è stata, invece, ubi-co con una piattaforma marketing multicanale pensata per distribuire informazioni in base alle opportunità del contesto. Il terzo round è stato vinto, infine, da Sferanet con DayCare, una soluzione di health monitoring. Il contest è attualmente aperto per i round di settembre, ottobre e novembre.
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