In uno scenario caratterizzato da un incremento inarrestabile di attacchi informatici e da una progressiva migrazione dei dati in cloud, il backup sta diventando sempre più importante per le aziende che guardano alla nuvola anche per conservare copie di sicurezza dei propri dati
Oggi si celebra a livello globale il
world backup day, una data importante perché serve per ricordare a privati e aziende
l'importanza di eseguire e conservare copie di sicurezza dei dati, da poter ripristinare in caso di problemi.
Le eventualità in cui un backup funzionante si rivela fondamentale sono molte, dalla cancellazione accidentale di un file importante, alla rottura di un disco. È anche un
rimedio vitale in caso di attacchi informatici come i ransomware, perché permette di tornare in possesso delle informazioni senza pagare alcun riscatto. Un'evenienza quest'ultima che è tutt'altro che remota, considerato l'incremento esponenziale degli attacchi informatici. Secondo il
report “State of Encrypted Attacks 2020” dei ThreatLabZ di Zscaler, nel 2020 gli attacchi ransomware sono cresciuti del 500 percento rispetto al 2019.
Il 2021 è un anno particolarmente importante nell'ottica backup per più motivi. Quello principale si riallaccia alla trasformazione digitale che tutti hanno dovuto compiere per far fronte alla pandemia. Dati e applicazioni sono migrati su cloud a una velocità impressionante. Questo rende sempre più logico e pratico spostare anche i backup nello stesso posto in cui risiedono i dati, ossia in cloud.
Backup e protezione dei dati - Proteggere i dati all'epoca della trasformazione digitale e del cloud è sempre più difficile. Ne abbiamo parlato con gli esperti di Finix, Watchguard, Veeam e Veritas, che ci hanno spiegato come mettere al sicuro dati e applicazioni: approcci, metodologie e soluzioni.
Il backup sarà sempre più in cloud
Il recente
Veeam Data Protection Report 2021 ha rilevato che la maggior parte delle aziende dell’area EMEA prevede di
utilizzare il cloud come metodo principale per la protezione dei dati entro il 2023. Questa tendenza riflette il riconoscimento da parte dei CXO della necessità di modernizzare la data protection, migliorando l'affidabilità e l'efficienza dei backup e riducendo al contempo la complessità e i costi.
Lo stesso studio rivela che il 77% dei CXO reputa che la propria azienda
utilizzerà il backup su cloud entro i prossimi due anni. Non solo le aziende ritengono che il cloud sia il metodo primario per la protezione dei dati, ma prevedono anche di cambiare il modo in cui utilizzano i servizi di backup. Il 44% prevede di sfruttare il backup su cloud e gestito da un fornitore di Backup as a Service (BaaS), permettendo così di modernizzare la strategia per la data protection, di
aumentare l'affidabilità e di migliorare la gestione dei costi.
Questo approccio rientra nel ben più ampio argomento della trasformazione digitale. Un passaggio complesso, per nulla scontato e tutto in divenire, che è destinato a cambiare del tutto la gestione del dato. Le spese per allestire le risorse necessarie al lavoro da remoto hanno rallentato notevolmente i piani di trasformazione digitale delle aziende.
Siamo nella situazione in cui la data protection potrebbe costituire un freno alle iniziative per la digital transformation. A dare la svolta potrebbero essere proprio i backup in cloud tramite servizi gestiti. Si avrebbe un
abbattimento dei costi strutturali e dei tempi di gestione di questa attività. Di pari passo con la diminuzione delle copie non funzionanti quindi un abbattimento del rischio.
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