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Confcommercio, effetto Bonus quasi nullo sui consumi

Mentre a luglio il "sentiment" delle imprese cresce, nel contesto reale dei consumi il bonus 80 euro ha avuto un effetto praticamente marginale per i consumi interni.

Mercato
Cercando l'effetto bonus a tutti i costi si può rinvenirlo nella crescita tendenziale dei consumi a giugno pari allo 0,4%, corrispondente a un +0,1% sul mese di maggio. Troppo poco rispetto alle attese. Sono segnali positivi ma straordinariamente deboli e insufficienti per affermare che la domanda delle famiglie sia giunta a un incoraggiante punto di svolta. Allo stato attuale, dunque, si conferma il permanere di un quadro economico privo di una precisa direzione di marcia, situazione che dopo un lungo ed eccezionale periodo recessivo non può non preoccupare molto. 
E' quanto emerge dall'Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) relativo al mese di giugno.
La cautela nell'interpretare i dati deriva anche dal peggioramento registrato a luglio proprio dal clima di fiducia delle famiglie, il secondo consecutivo, sintomo del permanere di uno stato di disagio caratterizzato dalla dominanza dell'incertezza per il futuro rispetto agli effetti reali di un maggior reddito disponibile.
A luglio il sentiment delle imprese ha continuato a migliorare sulla spinta soprattutto delle aspettative positive degli operatori del settore delle costruzioni e dei servizi di mercato.S
tando alle stime di Confindustria, a luglio, la produzione industriale ha registrato una diminuzione dello 0,1% rispetto a giugno, mese in cui si era rilevata una crescita dello 0,7%, proseguendo in un'alternanza di stop and go che sembra confermare la presenza di una stasi dell'attività economica. Stando ai dati sugli ordini a tre mesi relativi a luglio (-0,3% in termini congiunturali) lo stallo potrebbe proseguire fino all'inizio dell'autunno.
Sul versante dell'occupazione gli ultimi dati sembrano confermare una tendenza alla stabilizzazione. A giugno 2014, gli occupati sono aumentati di 50mila unità rispetto maggio, portando ad un aumento, nei confronti di dicembre del 2013, di 68mila unità. Il confronto su base annua, pur risultando ancora negativo (-11mila unità), conferma la tendenza, già emersa nei mesi precedenti, all'attenuazione della fase di espulsione di forza lavoro dal sistema produttivo. Nello stesso mese si è registrata una diminuzione dei disoccupati (-78mila unità su base congiunturale), che attenua solo in parte il gravissimo problema delle persone in cerca di lavoro. Queste dinamiche hanno portato, a giugno, ad una riduzione del tasso di disoccupazione dal 12,6% al 12,3%.
La tendenza alla stabilizzazione delle dinamiche occupazionali si evidenzia anche dai dati relativi alla CIG, che segnalano a giugno una marcata riduzione del complesso delle ore autorizzate (-24,3%). Per confermare se si sia arrivati alla tanto attesa inversione di tendenza delle dinamiche che hanno caratterizzato negativamente il mercato del lavoro negli ultimi due anni bisognerà attendere la ripresa autunnale con la normalizzazione dell'attività produttiva.
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