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Pure Storage, 10 anni nel segno del data management

Il vendor californiano compie 10 anni e, dopo aver vinto la scommessa sulla tecnologia flash, rilancia ora sui temi del multicloud e della data mobility. Soddisfazione per la filiale italiana che vede consolidare l’offerta nei segmenti enterprise e commercial grazie alla stretta collaborazione con un ecosistema di partner attentamente selezionati

Vendor
Dieci anni all’insegna dell’innovazione nel data management. Un anniversario che Pure Storage celebra anche in Italia, dove è presente da 5 anni con una filiale locale. “In questi dieci anni ci siamo distinti per un’innovazione che non riguarda solo la tecnologia, ma anche il modello di business, due elementi cardine che continuano a essere parte integrante di un’evoluzione oggi proiettata verso il concetto di Modern Data Experience” spiega Mauro Bonfanti, Country Manager di Pure Storage Italia. Un’esperienza moderna dei dati che può essere abilitata solo da infrastrutture capaci di adeguarsi alle reali esigenze delle aziende, garantendo una movimentazione semplice e sicura dei dati dall’on premise al cloud. Un’esperienza che Pure garantisce anche come servizio, grazie a un modello Pure as a service che permette all’It di essere semplicemente consumato, invece che acquistato.E siccome la scelta del cloud può cambiare nel tempo, oggi Pure si impegna anche a semplificare i difficili passaggi tra provider e servizi cloud” sottolinea Alfredo Nulli, Emea Cloud Architect di Pure Storage, ricordando come il vendor sia nato 10 anni fa scommettendo tutto sull’utilizzo della tecnologia flash a livello Tier 1. Una scommessa vinta, se si guarda l’ultimo Magic Quadrant Storage di Gartner, dove in un unico quadrante sono ormai raccolti vendor che propongono tecnologia flash e tradizionale. “Per i prossimi dieci anni la nostra nuova scommessa riguarda il multicloud, per riuscire ad assicurare alle aziende la possibilità di ripensare scelte e strategie, spostando facilmente dati e applicazioni tra i diversi cloud provider” prosegue Nulli, citando il secondo orizzonte verso cui Pure Storage è proiettata: l’efficace data mobility tra core ed edge, ossia dove è ormai chiaro che verranno prodotti sempre più dati. Un commitment importante che ancora una volta colloca Pure Storage alla frontiera dell’innovazione.
mauro bonfantiMauro Bonfanti, Country Manager di Pure Storage Italia
Italia, un mercato in crescita costante

“I risultati italiani ci stanno dando grande soddisfazione e mostrano una crescita lineare con un continuo consolidamento nel segmento Finance, dove contiamo sempre più referenze” afferma Bonfanti. In quest’ambito va  sicuramente citata Intesa San Paolo, un cliente che dal 2014 investe in tecnologie Pure Storage, recentemente utilizzate anche per consolidare aree applicative particolarmente critiche. In crescita anche la presenza del vendor nella Pa (dove sono stati ormai conquistati nomi importanti) e nel segmento commercial, a testimonianza del fatto che l’offerta Pure Storage non si indirizza solo a realtà enterprise, ma anche ad aziende di medie dimensioni. “A livello locale cresce il numero dei nuovi clienti con un andamento sostanzialmente in linea con quello worldwide. Oggi in tutto il mondo sono 6.600 i clienti Pure Storage, con un incremento di circa 350/400 nuovi clienti a quarter” precisa il Country Manager, pronto a sottolineare l’obiettiva partenza dell’as a service in Italia, dove le revenue associate alla modalità a consumo cominciano ad avere un certo peso specifico. Un’ottima opportunità per l’offerta Pure Storage, che anche nello storage capacitivo FlashArray//C sta trovando un’importante leva di crescita. “Come lo storage prestazionale FlashArray//X e i FlashBlade per la scalabilità orizzontale, anche questa piattaforma è disponibile sia in cloud sia on premise e senza alcuna differenza d’utilizzo” spiega Nulli, che a livello italiano ricorda l’importante ruolo svolto dal canale nella realizzazione dei tanti progetti. Strategiche, in particolare, le partnership con alcuni global system integrator come Accenture e Dxc Technology, cui si aggiungono le preziose collaborazioni con tutti quei partner locali capaci di assicurare una copertura sempre più estesa del territorio. “A tutti offriamo una proposta fortemente apprezzata dal mercato grazie alla coerenza tra ciò che promettiamo e i vantaggi che i clienti possono realmente ottenere. Una coerenza che è frutto di investimenti continui in ingegneria e soluzioni innovative, non in formule finanziarie speculative” precisa Nulli, precisando come, a dispetto del nome, Pure Storage sia stato da sempre un vendor software-driven. “Ciò che portiamo in cloud è il vero valore delle nostre soluzioni – prosegue -. Non a caso il 98% dei nostri 600 ingegneri di sviluppo sono ingegneri software”. Qui si concentrano gli sforzi e gli investimenti del vendor. E la dimostrazione è data dal fatto che in dieci anni Pure ha cambiato 16 tecnologie storage, ma i clienti non sono mai stati obbligati a technology upgrade. La logica di utilizzo dei dati è, infatti, garantita dal sistema operativo. E se, come sembra, nel 2020 si affermeranno le memorie Qlc, ancora una volta i clienti Pure potranno avere accesso a nuova tecnologia in totale continuità.
alfredo nulliAlfredo Nulli, Emea Cloud Architect di Pure Storage
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