L'edge computing offre una elaborazione pervasiva nata dalla delocalizzazione strutturale delle risorse di computing e storage, per averle là dove i dati vengono generati e raccolti
Man mano che si diffondono i modelli di
edge computing, un concetto (relativamente) nuovo con il quale molte aziende dovranno prendere confidenza è quello dei
micro data center. In sintesi, un micro data center è esattamente quello che indica il suo nome: l'insieme dei componenti che troviamo in un data center tradizionale, però "compresso" in un sistema di
piccole dimensioni. Quello che non dice esplicitamente il nome è facilmente intuibile: un micro data center è pensato come una
soluzione integrata, completa e facile da implementare.
Il concetto del micro data center è, come accennato, relativamente nuovo. L'idea di un data center compatto è stata infatti già concretizzata in molti modi. Si è spesso parlato di
data center "in a box", dove la "scatola" del caso di solito aveva - e ha ancora -
le dimensioni di un container, completo di server, storage e gruppi di alimentazione in modo da poter essere portato e installato là dove serve potenza di calcolo.
Questo tipo di soluzioni
ha poco a che vedere con il concetto odierno di edge computing. Sono pensate per situazioni perlopiù temporanee, se non proprio di emergenza. L'edge computing prevede invece una
delocalizzazione naturale e "strutturale" delle risorse di elaborazione e storage, per averle molto vicine a dove i dati operativi vengono raccolti e perciò poterli analizzare immediatamente. È una forma di
elaborazione pervasiva che ha
logiche diverse dai data center "in a box".
Una delle differenze principali è che un data center tradizionale, per quanto piccolo, è comunque un ambiente che richiede di essere gestito da personale preparato e presente sul campo. I micro data center sono invece pensati per
operare in maniera completamente autonoma, senza richiedere interventi diretti se non in particolari casi di emergenza. Questa differenza è critica e deriva da una
distinzione concettuale che va sempre tenuta presente, anche se è sottile. L'idea dei micro data center non è "moltiplichiamo e spostiamo i data center" ma "portiamo l'elaborazione dove serve".
Questo significa che un micro data center può trovarsi - e nella stragrande maggioranza dei casi effettivamente si troverà - in
luoghi in cui un piccolo data center classico sarebbe impensabile: negozi, filiali di banche, studi clinici, fabbriche, impianti petroliferi, persino navi. Ovunque serve raccogliere ed
elaborare dati velocemente, senza personale tecnico, in
ambienti non pensati per l'IT classica, anche senza un collegamento al cloud.
Considerando i micro data center in quest'ottica si comprende come essi richiedano una
notevole opera di progettazione e integrazione dei componenti. Anche in questo caso è facile sottovalutare il problema: un micro data center non è semplicemente un piccolo armadio rack in cui inserire server e storage (anche se l'aspetto può essere quello). È un sistema in cui i vari componenti,
pur essendo il più possibile standard, operano in stretta sinergia tra loro e sono controllati da un layer software di gestione ed automazione. L'obiettivo - anche se sembra un gioco di parole - è avere le funzioni di un data center ma fuori dagli ambienti da data center.
Micro data center tra retail e Industry 4.0
Pensiamo ad esempio alle applicazioni in un ambito che sarà tra i più gettonati per i micro data center, ossia il
retail. Ai retailer viene chiesto di migliorare e digitalizzare la customer experience all'interno dei punti vendita, attivando funzioni e servizi che richiedono raccolta e
analisi di dati massiva direttamente all'interno del punto vendita stesso: marketing di prossimità, sistemi di beaconing, digital signage personalizzato, pickup e resi degli ordini fatti online... e molto altro ancora.
Tutto questo si può gestire bene solo se si ha una elevata potenza elaborativa già nel punto vendita. Inoltre, proprio per la digital experience
garantire la continuità operativa diventa un elemento strategico fondamentale nel processo di digitalizzazione, di cui l'infrastruttura IT è asse portante.
I micro data center saranno molto usati anche in ambito
Industry 4.0. Qui la necessità di fondo è la stessa del retail - delocalizzare le risorse di computing e storage - ma lo scenario è ben diverso. Serve ad esempio dialogare con sistemi industriali o Scada, oppure difendersi da condizioni ambientali avverse (alte temperature, umidità, polvere, alimentazione "sporca"...). Ma proprio la possibilità di avere micro data center
configurati in maniera mirata, per i vari scenari applicativi, è un altro elemento a favore di questo approccio.
Il tratto che qualsiasi "specializzazione" di micro data center deve avere viene spesso sintetizzato con il termine di
resilienza, intesa come combinazione ideale di elasticità e robustezza. In ultima analisi: garantire la massima operatività possibile anche
in un sistema non presidiato. Questo si ottiene attraverso funzioni automatizzate per il monitoraggio delle condizioni operative, in primis attraverso sensori hardware e software, e per il management dei vari componenti. Un micro data center in sostanza
si auto-gestisce il più possibile, pur potendo sempre dialogare con altri sistemi esterni di controllo.