Di fatto Fujitsu ha declassato il nostro Paese, insieme a Repubblica Ceca e Grecia, nazioni che secondo le previsioni del top management giapponese vengono annoverate tra i mercati a basso potenziale di crescita.
A poco più di un mese
dall'annuncio dell'abbandono del
mercato italiano da parte di
Fujitsu Technology Solution, la decisione è stata ulteriormente ribadita, senza pensare al destino degli oltre 190 dipendenti italiani presenti nella sede milanese di via Spadolini, così come quelli che operano dalla sede romana.
Dunque non sono bastati gli
interventi del sindacato, la
mobilitazione dei lavoratori: di fatto Fujitsu
ha declassato il nostro Paese, insieme a Repubblica Ceca e Grecia, paesi che secondo le previsioni del top management giapponese vengono annoverati tra i mercati a basso potenziale di crescita, da abbandonare per perseguire gli obiettivi finanziari targati 2022 ovvero raggiungere a livello globale un margine operativo pari al 10% entro il 2022 con un giro d’affari pari a 3.150 miliardi di yen, di cui 2.150 realizzati in Giappone e i restanti 1.000 nel resto del mondo. Rispetto a un mese fa Fujitsu è tornata sui suoi passi per quanto riguarda l'area del sud Europa annunciando che rimarrà in Spagna.
In questo contesto, oltre ai dipendenti, ne risente l'intera filiale del Canale ICT ma anche le migliaia di aziende che in questi anni hanno e continuano a utilizzare prodotti a marchio Fujitsu.
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