Il valore commerciale dei software privi dii licenza causa un danno stimato a tutta la filiera degli operatori IT, dai vendor ai reseller, pari a 1,3 milioni di euro.
Secondo l'ultima ricerca condotta su scala mondiale condotta da
Bsa e Idc emerge che
il 47% degli italiani utilizza software senza licenza. Infatti, nel nostro Paese il numero di PC con installati software senza licenza nel 2013 era del 47%, un calo di due punti percentuali rispetto al 2010. Il valore commerciale dei software privi dii licenza causa un danno stimato a tutta la filiera degli operatori IT, dai vendor ai reseller, pari a 1,3 milioni di euro.
I responsabili informatici di tutto il mondo si sono dichiarati preoccupati dei danni che può provocare l'utilizzo di un software non originale, eppure solo la metà di essi è convinta che la propria azienda abbia regolare licenza per i software che utilizza.
"L'ambiente informatico è in continua evoluzione grazie anche al Cloud computing e ai dispositivi mobili che si collegano con i PC di tutta l’azienda; tuttavia, lo scorso anno c'erano ancora più di 27 milioni di computer in uso in Italia. Per questo è essenziale che i PC abbiano esclusivamente dei software genuini” - dichiara
Simonetta Moreschini, Chairman della Commissione BSA Italia - "i manager devono prestare attenzione ai criteri che possono adottare per garantire che le loro organizzazioni stiano utilizzando software genuino con regolare licenza".
Lo studio globale BSA “BSA Global Software Survey” completo, con i dati specifici per ogni Paese, è scaricabile dal sito ufficiale BSA:
www.bsa.org/globalstudySi stima che la percentuale totale di programmi installati "illegalmente" sia aumentata dal 42% del 2011 al 43% nel 2013 e la causa va ricercata soprattutto nella
maggiore digitalizzazione delle economie emergenti, dove l'
uso di software senza licenza è più diffuso e continua a caratterizzare un numero crescente di pc.
La regione con il più elevato tasso di diffusione del software senza licenza è l'area
Asia Pacifico (62% sul totale installato), per un controvalore commerciale che ha raggiunto
l'equivalente di 15 miliardi di Euro.
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