L'evento AWS Summit 2019 di Milano mostra come AWS vuole restare la scelta tecnologica migliore per utenti e sviluppatori, essendo anche più vicina a loro con iniziative e risorse. Confermata la prossima apertura in Italia.
Amazon Web Services (AWS) è, secondo tutti i principali analisti di mercato, il public cloud provider che ha conquistato il maggior numero di aziende utenti. È una posizione piacevole
che però ha anche le sue insidie. In questa fase AWS ha molto da guadagnare dal punto di vista del business, man mano che le imprese
continuano ad incrementare il loro uso dei servizi cloud, e lo si vede anche dai risultati finanziari. AWS è diventata un business da quasi 30 miliardi di dollari, che solo nell'ultimo trimestre 2018 ha fatto segnare un
+45 percento anno su anno per i ricavi.
AWS oggi ha però anche qualcosa da perdere, non in quanto a business o quote di mercato ma
nella percezione del suo ruolo acquisito di leader del cloud pubblico, in particolare per le componenti infrastrutturali. È importante continuare ad essere primi non solo nelle cifre ma anche nell'immaginario collettivo degli utenti e degli sviluppatori, anche sulla spinta crescente di una concorrenza che fa magari più leva sulla parte applicativa (vedi Microsoft) o su servizi molto specifici (vedi Google). Ci si può riuscire - ed è questa un po' la morale dell'AWS Summit 2019 di Milano - muovendosi in due direzioni principali: da un lato confermando di
essere sempre la scelta tecnologica migliore, dall'altro essendo sempre più vicini ai vari mercati locali.
Lato tecnologia
Il messaggio di AWS agli sviluppatori e agli utenti è quello di
essere sempre "the right tool for the job". Un concetto molto importante perché se è vero che la migrazione al cloud non è più da tempo una questione di "se" ma di "quando", è anche vero che ogni azienda
sceglie la sua strada verso la nuvola e ha quindi bisogno di strumenti diversi in fasi differenti della sua trasformazione digitale. Non a caso AWS
continua a sviluppare servizi infrastrutturali completi (al momento oltre 165, sottolinea la società) e singole funzioni specifiche (più di 1.900 solo l'anno scorso). L'offerta è molto estesa ed evita il rischio, per restare nel campo delle metafore "strumentali", che trovandosi con in mano solo un martello si gestiscano tutti i problemi come se fossero chiodi.
Invece "È centrale avere gli strumenti giusti - sottolinea
Marco Argenti,
Vice President Technology di AWS - perchè accettare compromessi ha un costo. Ogni volta che si accetta un compromesso si perde un po' di competitività, perchè oggi la tecnologia è l'ingrediente principale della competitività". La scelta logica è quindi scegliere la piattaforma che permette di avere tutti i servizi necessari e oltretutto, mette in evidenza Argenti, "per capire la portata di questi servizi
non c'è niente di meglio che provarli" sfruttando la semplicità e la elasticità del cloud.
Questo approccio riguarda in primo luogo le parti fondamentali e storiche dell'offerta AWS, ossia le componenti infrastrutturali che sono sempre i mattoni fondamentali sia per le aziende utenti che passano al cloud, sia per le software house e gli sviluppatori che sul cloud vogliono basare il funzionamento delle loro soluzioni.
Computing, database e storage sono i pilastri fondamentali in questo senso, con la sicurezza come elemento trasversale.
Per la parte strettamente elaborativa l'offerta di istanze AWS permette, secondo l'azienda, di riuscire a trovare la combinazione di caratteristiche e opzioni più opportuna per i propri carichi di lavoro. Si spazia dalle istanze generiche a quelle combinate con GPU e FPGA, dalle istanze focalizzate sulla grafica a quelle collegate a grandi quantità di storage. Un vantaggio importante è per AWS poter configurare istanze
con potenza e prestazioni di networking elevate, in modo da supportare anche workload di tipo HPC o l'analisi dei Big Data.
In questa fase i servizi di computing comprendono anche una offerta sempre più rilevante di elementi collegati alla containerizzazione. La gestione delle applicazioni in container può essere con o senza Kubernetes e, con AWS Fargate, anche in modalità serverless e quindi senza dover gestire server o cluster. Sull'ampiezza dell'offerta si punta anche nella parte database e per lo storage dei dati non strutturati, altri due ambiti in cui secondo AWS la filosofia "one size fits all" non va affatto bene e servono invece soluzioni ad hoc.
Per i cloud provider come AWS la tecnologia è un fattore chiave ma in questa fase del mercato non è tutto. Serve
seguire l'evoluzione dei clienti che ora, specie in Europa, richiedono una presenza locale importante a livello sia di infrastrutture sia di iniziative.
2020: apertura anche in Italia
Nel primo ambito AWS rilancia l'annuncio, fatto lo scorso novembre, dell’apertura di una
nuova regione in Italia per l’inizio del 2020. La Region AWS Europe (Milan) comprenderà tre Availability Zone e sarà la sesta regione in Europa dopo quelle collocate in Francia, Germania, Irlanda, Regno Unito e Svezia. Avere una Region locale è importante in generale, perché significa avere fisicamente vicine - quindi con una latenza minima - tutte le risorse che costituiscono la propria infrastruttura cloud o attraverso cui si erogano servizi ai propri clienti.
L'elemento però forse più importante
riguarda la sicurezza e la compliance: le aziende che, per motivi di protezione dei dati o di aderenza a normative come il GDPR, vogliono mantenere in Italia le loro informazioni, potranno farlo. Nel frattempo AWS conta sulla presenza che già ha in Italia: i Point of Presence di Milano e Palermo, la software house NICE Software di Asti acquisita nel 2016 e gli uffici di Milano e Roma.
AWS Innovate Now
La vera novità italiana di AWS per quest'anno non è un servizio ma una iniziativa che mira a diffondere l'uso dei servizi cloud anche nelle piccole-medie imprese nazionali. Battezzata
AWS Innovate Now, si presenta come
un catalogo di applicazioni creato in modo specifico appunto per le PMI. L'obiettivo di AWS Innovate Now è
semplificare l'approccio al cloud, e alla digitalizzazione in generale, anche da parte delle organizzazioni di piccole dimensioni, che possono considerare l'offerta standard di AWS e dei suoi partner principali come troppo complessa e di alto livello.
L'idea è come sempre sfruttare l'elasticità del modello cloud: le piccole-medie imprese possono utilizzare secondo le loro necessità le soluzioni predisposte in modalità SaaS, senza curarsi degli aspetti infrastrutturali. Questi vengono
gestiti direttamente dalle software house che hanno proposto la specifica soluzione, che fanno parte dell’AWS Partner Network. In questo senso AWS Innovate Now coinvolge direttamente proprio le software house e diventa per loro una opportunità di generare nuovo business, proponendo su un nuovo canale
le versioni "cloudificate" delle loro applicazioni.