Il vendor entra nel mercato delle infrastruttura iperconvergente annunciando una piattaforma aperta che integra storage e capacità di elaborazione per siti remoti e implementazioni edge.
Red Hat entra nel mercato delle infrastruttura iperconvergente annunciando una piattaforma aperta che integra storage e capacità di elaborazione per siti remoti e implementazioni edge. In questo modo le aziende possono effettuare il deployment e gestire centralmente architetture distribuite su tre soli server fisici standard, assicurando alle sedi periferiche qualità e prestazioni senza richiedere il supporto di personale tecnico dedicato. La soluzione mette a disposizione uno stack pronto per la produzione che unisce la virtualizzazione tramite Kvm, Gluster Storage, Red Hat Enterprise Linux e lo strumento Ansible per l’automazione dei processi It. I vantaggi di una soluzione di questo genere, che di fatto porta fino all’edge le capacità del data center, sembrano immediati anche dal punto di vista dei costi, in quanto adottare appliance iperconvergenti anche per le sedi remote può incidere notevolmente sulle spese. La novità di Red Hat è però pensata per le aziende che dispongono già di un data center virtualizzato, ma che necessitano anche di una versione più “ridotta” di tutto lo stack open source offerto dal vendor. La piattaforma, che si inserisce in un mercato presidiato da società come Nutanix e Simplivity, è già disponibile.
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