L’incontro con Carlo Carollo, Direttore della Divisione Consumer di Microsoft Italia, è stata l’occasione per analizzare il mercato dei computer nel nostro paese.
In questi ultimi anni il settore del personal computing ha subito una profonda evoluzione che ha portato alla scomparsa di alcune tipologie di elaboratori come i netbook e al ridimensionamento di altre come i tablet.
Se guardiamo i dati globali di vendita si scoprono poi numeri poco incoraggianti, le più importanti società di ricerca sono infatti concordi nell'affermare che si tratta di un mercato in flessione.
IDC per il primo trimestre del 2016 ha riscontrato un decremento del 13,7 percento, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente mentre per il terzo trimestre 2016 Gartner parla di un calo del 5,7 percento.
Confermano lo stesso trend i risultati divisi per tipologia di prodotto proposti da Gfk, poiché evidenziano come a fronte di un calo del 12% del fatturato globale si riscontri una perdita del 22% del segmento composto dai 2-in-1 e dai tablet, e addirittura un incremento del 6% dei laptop.
Per meglio capire l’andamento del mercato italiano, Microsoft ha pensato di estrapolare i dati Gfk relativi ai Personal Computer equivalenti (PCe).Entrando nel dettaglio, si passa da 4,5 milioni di computer venduti globalmente a 2,2 milioni di PCe, con un fatturato rispettivamente di 1,75 e 1,25 miliardi di euro.
Carlo Carollo, Direttore della Divisione Consumer di Microsoft Italia, ha spiegato come “...preferiamo considerare quelli che chiamiamo Personal Computer equivalenti, dispositivi che comprendono desktop, laptop e 2-in-1 ma non i tablet. Si tratta di prodotti che consentono di fruire delle informazioni ma anche di creare i contenuti. Perché questa distinzione è importante? Perché quando GFK certifica che i 2-in-1 e i tablet decrescono del 22% a valore, raggruppa due sottocategorie che hanno dei trend decisamente differenti. Le vendite dei tablet stanno infatti contraendosi ben oltre la percentuale che GFK suggerisce mentre quelle dei 2-in-1 stanno aumentando. Ricordo che quest’ultimo segmento comprende sia le soluzioni con tastiera staccabile come il Surface Pro sia i cosiddetti convertibili”.
Analizzando il mercato italiano dei PCe si scopre che dal terzo trimestre 2014 registra un trend positivo, con l’unica eccezione del primo quarter 2016 dove il volume delle vendite è stato lievemente negativo. Ma il dato più interessante è l’andamento del fatturato che ha registrato un incremento sensibile con un picco del 19% nel secondo trimestre 2016.
Le ragioni di questo risultato sono da imputare in buona parte al successo dei 2-in-1 di fascia alta, che hanno avuto un incremento del 76% rispetto al 2015 che compensa il valore negativo dei desktop e degli all-in-one.
Per capire meglio i possibili scenari futuri bisogna considerare poi l’età media dei portatili in uso nei più importanti paesi europei. Si passa infatti dai 3,5 anni per la Gran Bretagna agli 8,1 dell’Italia, nonostante si abbia un parco macchine praticamente identico (13,2 milioni contro i 13,3). Per quanto riguarda poi le intenzioni di acquisto, il mercato premia sempre i laptop (22%), seguiti a ruota dai 2-in-1 (16%) e dai desktop (15%).
Per concludere Carlo Carollo ha ricordato come Windows faccia la parte del leone nel settore dei PCe, con un market share che raggiunge l’88 percento.
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