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Tassa sui telefonini, il Governo fa dietro front

Il ministro Bray nega che sia stata resa effettiva una nuova tassa su smartphone e tablet mentre insorgono le associazioni dei consumatori

Mercato
Il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha reso noto che, "rispetto alle notizie uscite a mezzo stampa su una possibile nuova tassa sui telefonini, non è prevista nessuna tassa su smartphone e tablet e le ipotetiche tariffe pubblicate in merito agli aumenti di costo sono infondate".
Secondo il ministero la norma a cui si fa riferimento è quella relativa all’equo compenso per i produttori di contenuti, regolata attraverso decreto ministeriale, in attuazione di una norma vincolante europea che impone rinnovi triennali.massimo-bray.jpeg
Il precedente decreto del 2009 è già scaduto e il Ministro Massimo Bray, evidenzia una nota del ministero, "sta lavorando a una soluzione condivisa, nel rispetto e nella difesa del valore del diritto d’autore, ascoltando tutte le categorie interessate per raggiungere una decisione equilibrata nell’interesse degli autori, dei produttori di smartphone e tablet e, soprattutto, dei cittadini fruitori degli stessi".
“Siamo assolutamente contrari alla tassa per equo compenso sui prodotti hi-tech con funzioni di archivio digitale – dichiara invece Lamberto Santini, Presidente dell’Adoc – una tassa che prevede aumenti fino al 500%, dai 5 euro per gli smartphone ai 40 euro per i decoder. Ci saranno prodotti, come le chiavette usb, che avranno un costo reale inferiore al costo delle tasse applicatevi. Una tassa che penalizza soprattutto i prodotti più a basso costo, e quindi più accessibili, a discapito dei consumatori, in particolare la fascia di popolazione under 25, milioni di persone, dato che su questi si scaricheranno i maggiori costi sostenuti da produttori e commercianti che, a loro volta, subiranno un danno notevole dal calo delle vendite".
Il presidente dell'Adoc continua nella sua analisi e sul perchè non ha senso imporre un nuovo balzello: "Non solo, con l’imposizione di questa tassa si ferisce mortalmente lo sviluppo della cultura e della tecnologia, che oggi come mai in passato si muovono in sincronia. Buona parte della diffusione dei contenuti artistici passa attraverso i supporti multimediali, se questi ultimi vengono a mancare lo sviluppo della cultura si arresta bruscamente. Crediamo che il nostro Paese debba investire sulla cultura e non abbatterla a colpi di tasse”, conclude Santini.
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