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Sepa, non la conosce quasi nessuno

La metà delle imprese continentali con un numero di dipendenti fra i 100 e i 500 non è a conoscenza della data di entrata in vigore della normativa, che era inizialmente prevista per il 1° febbraio ed è stata poi, quanto mai opportunamente, posticipata di sei mesi.

Mercato
La britannica Sage, specialista di soluzioni gestionali, ha realizzato un’indagine per verificare quanto le aziende europee siano pronte a gestire i sistemi di prelievi e trasferimenti finanziari secondo il nuovo standard Sepa (Single Euro Payments Account)
Il risultato si può definire desolante. La metà delle imprese continentali con un numero di dipendenti fra i 100 e i 500 non è a conoscenza della data di entrata in vigore della normativa, che era inizialmente prevista per il 1° febbraio ed è stata poi, quanto mai opportunamente, posticipata di sei mesi. Men che meno può esistere una strategia di compliance a oggi, ma nondimeno il 74% si è detto fiducioso di potersi adeguare entro l’estate. Per converso, solo il 15% delle aziende interpellate è pronta già oggi a gestire prelievi e trasferimenti con la normativa Sepa. 
Alla luce di questi dati, appare essenziale che la Commissione Europea abbia posticipato la scadenza per l’entrata in vigore del nuovo sistema, anche se permane una certa confusione in termini pratici. Il 29% del campione ha dichiarato che la mancata conformità porterebbe a ritardi nei processi di pagamento, mentre il 41% pensa che la normativa avrà impatto con i propri creditori e un’analoga percentuale ritiene che si arriverà a una semplificazione della capacità di effettuare pagamenti. In molti paesi, prevale l’idea che il mancato allineamento potrebbe avere conseguenze anche sul piano legale, ma è diffusa anche la preoccupazione che ci potranno essere problemi nelle comunicazioni con i propri clienti.
Le ragioni del ritardo nell’adeguamento sono legate per il 40% delle imprese europee alla mancanza di informazioni, mentre il 25% punta il dito contro la confusione che regna sul tema.
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