Un'analisi di Confcommercio conferma l'enorme aumento del prelievo per le imprese del commercio, del turismo e dei servizi. Per i negozi di ortofrutta, pescherie, fiori e piante l'incremento è addirittura del 627%.
E' scaduto il termine per il pagamento della maggiorazione TARES, con la quale lo Stato incasserà da cittadini e imprese 1 miliardo di euro, ma è soprattutto con il passaggio alla TARI, la componente rifiuti della IUC, la nuova imposta unica comunale introdotta dalla Legge di Stabilità, avvenuto ad inizio anno, che nel 2014 si registrerà un vero e proprio salasso per le imprese dei servizi e del terziario di mercato. Dall'analisi delle maggiorazioni tariffarie effettuata su un campione di sei grandi regioni (Lombardia, Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Sicilia) emerge, infatti, la pesante incidenza di questo tributo sulle attività economiche in questi settori con un incremento medio dei costi pari al 302%; per alcune tipologie commerciali, in particolare, gli aumenti saranno ancora più salati, come nel caso dei negozi di ortofrutta, pescherie, fiori e piante (+627%), delle discoteche (+568%), dei ristoranti e pizzerie (+548%). Si tratta di incrementi ingiustificati, che trovano peraltro riscontro anche nel dato medio nazionale, derivanti essenzialmente dall'adozione di criteri presuntivi e potenziali e non dalla reale quantità di rifiuti prodotta; una pesante penalizzazione per il sistema delle imprese che impone la necessità di rivedere al più presto la struttura dell'attuale sistema di prelievo affinchè rifletta la reale produzione di rifiuti ridefinendo con maggiore puntualità coefficienti e voci di costo e distinguendo tra utenze domestiche e non domestiche. Questi, in sintesi, i risultati di un'analisi di Confcommercio sugli effetti per le imprese dei servizi e del terziario di mercato derivanti dal nuovo tributo TARI introdotto dalla Legge di Stabilità. Il rapporto completo è disponibile su www.confcommercio.it.
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