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Sepa, altri sei mesi per adeguarsi

Prossimo step è il primo di agosto. L’introduzione della normativa fa capo al più generale ridisegno dei flussi finanziari fra i Paesi dell’Unione Europea, con l’intento di velocizzare e ridurre i costi delle operazione di debito/credito e di accrescere la concorrenza fra le banche.

Mercato
Le proroghe non sono solamente affari italiani. Infatti le aziende avranno tempo fino al prossimo primo agosto per adeguarsi alla normativa Sepa. Lo slittamento di sei mesi della scadenza è stata deliberata dalla Commissione Europea dopo aver constatato la lentezza nell’adeguamento al nuovo standard di pagamento, con l’intento di prevenire situazione di forzatura eccessiva, soprattutto per le realtà di dimensioni più piccole.
Un’indagine condotta recentemente dalla Commissione e da Eurosystem ha constatato quanto ancora le aziende siano in ritardo nell’allineamento a Sct (Sepa Credit Transfer) e Sdd (Sepa Direct Debit). Nel primo caso, il livello di completamento della migrazione riguarda il 64% delle aziende, mentre nel secondo siamo addirittura al 26% (dati dello scorso novembre).
Ricordiamo che l’introduzione della normativa fa capo al più generale ridisegno dei flussi finanziari fra i Paesi dell’Unione Europea, con l’intento di velocizzare e ridurre i costi delle operazione di debito/credito e di accrescere la concorrenza fra le banche.
L’adeguamento comporta un aggiornamento dei database e dei sistemi finanziari, per integrare i nuovi dettagli di pagamento per clienti e fornitori, allineando di pari passo gli Erp aziendali.
Per evitare di vedersi bloccati pagamenti e incassi, molte piccole e medie aziende hanno deciso di utilizzare servizi di conversione Xml forniti da varie banche. Tuttavia, la Banca Centrale Europea ha comunicato che un impiego prolungato di questi servizi impedisce di fruire dei benefici di Sepa e non risolvono tutti i problemi connessi.
La Commissione ha deciso di prevenire i possibili colli di bottiglia legati a un eccesso di migrazione dell’ultimo minuto legate all’iniziale scadenza, prevista per febbraio 2014. La speranza è ora che la dilazione venga presa come un tempo utile per procedere all’adeguamento e non per ritrovarsi fra sei mesi nelle medesime condizioni attuali.
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