Lo afferma Claudio Pucci, vicepresidente di Unimpresa: "Dal governo mancano indicazioni per sterilizzare l'incremento della tassa sui consumi". In arrivo stangata da 60 miliardi di euro.
“Dal Governo mancano ancora indicazioni chiare sulle coperture necessarie per sterilizzare l’aumento dell’IVA. In questi giorni si susseguono annunci di vari ministri ed esponenti della maggioranza parlamentare, tuttavia senza annunci netti circa i fondi che servono per evitare che dal prossimo gennaio l’imposta sul valore aggiunto cominci a salire prima dal 22 al 24 per cento e poi fino al 25,5 per cento nel 2020. Si tratta di una situazione grave per le imprese italiane, specie quelle più piccole. Penso sopratutto al commercio e all’artigianato che da un incremento della tassa sui consumi correrebbero il rischio di subire un pericolo giro di vite”. Lo dichiara, in una nota, il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci. Complessivamente, nei prossimi tre anni è prevista una stangata fiscale superiore ai 60 miliardi di euro. Oltre 30 miliardi in più di tasse corrispondono all’aggravio Iva che farà salire il balzello sui consumi fino al 25% nel 2019-2020. E altri 30 miliardi saranno prelevati dalle tasche dei contribuenti grazie a una lunga lista di misure contenute nella legge di bilancio. Si tratta di una lunga lista di trappole fiscali che faranno lievitare il gettito dello Stato: nella manovra sono contenute ben 27 voci, in qualche modo nascoste o comunque poco note, che portano complessivamente a far lievitare le entrate nelle casse dello Stato per complessivi 29,6 miliardi nel triennio 2018-2020. In totale, dunque, i contribuenti italiani - imprese e famiglie - dovranno pagare all’erario 60 miliardi in più. Il provvedimento sui conti pubblici stabilisce il rinvio dell’aumento dell’imposta sul valore aggiunto al 2019 ed evita, così, un incremento del carico fiscale a carico di famiglie e imprese, per il 2018, pari a 15,7 miliardi. Ma si tratta di mancati aumenti tributari e non di tagli. E comunque la stretta fiscale è solo rinviata: secondo i calcoli dell’associazione, l’aumento delle aliquote Iva (quella ordinaria dal 22 al 25% e quella agevolata dal 10 all’11,5%) comporterà un aumento del gettito tributario nel 2019 di 11,4 miliardi e nel 2020 di 19,1 miliardi.
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