Il 2023 verrà ricordato come l’anno dello sdoganamento ufficiale dell’Intelligenza Artificiale, una tecnologia potenzialmente “disruptive”, con un trend di mercato di assoluta crescita per i prossimi anni.
E che l’AI, in verità più AI generativa (ChatGPT in testa) goda di una certa popolarità, anche in Italia, lo evidenzia l’ultima ricerca Ipsos nel quale si sottolinea come il 70% del panel intervistato dichiara di usare l’AI generativa per uso personale, soprattutto per tradurre o redarre testi, generare immagini. Ma se usciamo dal contesto “personale”, più “consumer” notiamo che il mercato, quello delle aziende, non va allo stesso ritmo del mondo consumer. Lo evidenzia, per citare un altro esempio, una ricerca dell’ultima ora presentata da Cisco nel quale emerge che nel nostro paese solo una piccolissima percentuale delle aziende (8% del totale) è pronta a implementare e sfruttare le tecnologie basate sull’Intelligenza Artificiale. E queste, aggiungo io, non sono certo le Pmi, l’ossatura industriale del nostro paese.
Stiamo assistendo, un po’ come spesso è già successo al settore IT, a una sorta di fuga in avanti, un po’ come se stessimo facendo una corsa a tappe, però concentrandoci solo sull’ultima. E, come sempre succede, rischiamo di bruciare o non prendere sul serio le tematiche che portano con sé queste nuove...