Il tema della sicurezza è sempre più in primo piano. Lo si evince dalla marcata attenzione dei media generalisti, lo indicano i principali analisti di settore e lo ribadiscono i vendor sempre più impegnati a rilasciare soluzioni allo stato dell’arte.
Ma in tutto questo qual è il ruolo del cliente che tutti i giorni è alle prese con le problematiche cyber? Leggendo diversi report sembra che sia proprio il cliente l’anello debole del successo o meno di una best practice in tema cybersecurity. E questo non è un bene. Per esempio un interessante studio rilasciato in questi giorni da Trend Micro dal titolo “Risk & Reward: Reconciling the conflicted views of business leaders on the value of cybersecurity” ci dice che ancora oggi il 51% dei responsabili aziendali afferma che la sicurezza informatica è un costo necessario ma non contribuisce agli utili aziendali, mentre il 48% sostiene che il suo valore si limita alla prevenzione di attacchi e/o minacce.
Ma l’aspetto più inquietante, che fa ancora più pensare, e che mette in evidenza che c’è ancora tanto da fare – sia dal punto di vista mktg che nelle relazioni tra vendor-partner-cliente - è che ancora oggi il 38% del panel degli intervistati percepisce la sicurezza come una barriera piuttosto che un abilitatore di business. Anche se poi da come emerge da un altro report dal titolo “2023 Ransomware Insights”, realizzato dalla società Vanson Bourne, per conto di Barracuda, il 73% delle aziende intervistate è stata vittima di almeno un attacco ransomware andato a buon fine, mentre il 38% è stato colpito due o più volte. Ed emerge che il pagamento del riscatto è più frequente tra le aziende prese di mira ripetutamente: tra chi ha subito tre o più attacchi il 42% ha pagato per ripristinare i dati crittografati, rispetto al 31% delle aziende che hanno subito un solo attacco. Per cui altro che “barriera” nello sviluppo del business...