Giugno, giro di boa dell’anno 2022. Un anno solare iniziato con ottimismo, anche se già incombeva la crisi energetica, e poi andato sempre peggio con i “rumori di guerra” provenienti dall’Est Europa, a cui si è aggiunta l’inflazione galoppante.
Dunque uno scenario a dir poco problematico e ben descritto da diversi analisti finanziari che sottolineano come con la situazione attuale le piccole e medie imprese risulteranno tra le più esposte all’inflazione e già ora vi sono 11 miliardi in più di debiti a rischio. Tutto questo viene anche ben rappresentato dal responsabile della vigilanza della Bce Andrea Enria che sottolinea come lo scenario economico europeo “è nettamente cambiato” dall’inizio dell’anno e le banche dovrebbero ora includere nei loro piani sul capitale “scenari sufficientemente conservativi” e scenari con ipotesi “di recessione”. Dunque un periodo che si prospetta complicato, quasi una tempesta perfetta che andrebbe a ridimensionare tutti i target di crescita, previsti solo 180 giorni fa. Già oggi, secondo l’Osservatorio Rischio Imprese di Cerved, sono quasi 100mila sono le società a rischio default e poco meno di un lavoratore su tre risulta impiegato in imprese ‘fragili’. E non fa bene nemmeno la situazione monetaria visto che in questi giorni si è registrata la quasi parità tra dollaro ed euro: dall’inizio dell’anno l’euro ha perso quasi il 10% del proprio valore rispetto alla moneta statunitense, che se da una parte permette alle aziende di esportare più facilmente beni e servizi, dall’altra rende problematica l’opzione import, con ripercussioni pesanti sui prezzi, dando ancor più fiato al rincaro energetico con conseguente crescita dell’inflazione...