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La situazione internazionale, locale, economica, energetica, l’inflazione che corre a livelli significativi, gli scenari di guerra che non si placano sono nei pensieri degli italiani visto che come sottolinea il 34esimo “Rapporto Italia” dell’Eurispes ben l’84,3% di essi è preoccupato dalla possibilità di un conflitto mondiale, anche se la crisi energetica preoccupa ancora di più il popolo italico (87,3%).

Il Rapporto fotografa inoltre che secondo gli italiani la situazione economica generale del paese è peggiorata negli ultimi dodici mesi (59,1%) e continuerà a peggiorare nel corso del 2023 (47%). Dunque uno scenario preoccupante, che non rispecchia più l’ottimismo derivante dagli investimenti legati al Pnrr e che si riflette anche nelle indicazioni dell’Agenzia di rating Moody’s che proprio in questi giorni ha tagliato le stime di crescita per l’Italia riferite all’anno in corso portando la crescita del Pil al +2,3%, dal +3,2% previsto a marzo. E ha sottolineato che questo calo perdurerà anche nel 2023: l’Agenzia in questo caso ha abbassato la crescita del prodotto interno lordo italiano dal precedente +2,1% al +1,7%. Inoltre, come evidenzia in questo caso l’Istat, nel primo trimestre 2022 il numero totale di registrazioni di nuove imprese, depurato della stagionalità, segna un calo consistente, pari all’8,6%, dopo il recupero avvenuto nell’ultimo trimestre del 2021 (+5,4%).

E se a questo aggiungiamo che anche l’e-commerce, un segmento di mercato che cresceva da mesi ha iniziato a contrarsi, con le vendite al dettaglio che nel mese di marzo sono risultate in calo del 3,9 percento, con le spese per l’informatica, telecomunicazioni e telefonia in flessione dello 0,5%, il quadro italiano non ne esce certo bene...

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