Al giro di boa dell’anno 2022 i principali indicatori economici brillavano con il segno più. Tutti i principali analisti economici e del settore Ict si mostravano fiduciosi sul fatto che anche il 2022 avrebbe potuto replicare l’anno solare precedente – anche se con un trend leggermente inferiore -, poi è arrivata la guerra in Europa e le prospettive sono cambiate rapidamente. Un esempio su tutti: il Pil italiano crescerà del 2,5% nel 2022, contro il 3,8% preventivato poco prima della guerra in Ucraina. A scriverlo nero su bianco sono le stime di Prometeia, società italiana di consulenza e ricerca, citate da un report di PwC sugli effetti del conflitto sulla nostra economia.
E che questo macro scenario si rifletta nel settore di cui ci occupiamo, l’Information Technology, è presto fatto. L’analista di mercato Idc a meno di un mese dal conflitto russo-ucraino ha già sottolineato che la precedente stima di crescita in Europa, +4,5% - ipotizzata a gennaio - già oggi è più che dimezzata (ora si stima il 2%) e questa previsione vale su uno scenario di guerra di pochi mesi. Se traduciamo queste percentuali in cifre assolute significa che in Europa verranno persi qualcosa come 143 miliardi di dollari in investimenti nei prossimi mesi. Idc sottolinea anche che i settori industriali che taglieranno maggiormente la spesa in information technology saranno il manufacturing, a seguire retail e i servizi finanziari...