Il cauto ottimismo sulla possibile ripresa dell’industria italiana si è oggi rapidamente spento di fronte alla seconda ondata pandemica che mette in crisi, ancora una volta, l’intero comparto e i consumi.
E che la seconda ondata possa essere peggiore della prima lo si evince da un fatto inconfutabile: si sta abbattendo sul quarto trimestre dell’anno, periodo che da sempre traina i consumi e i fatturati delle aziende.
D’altronde già oggi i segnali non sono per nulla positivi, come evidenzia il Rapporto Censis-Confi mprese ‘Il valore sociale dei consumi’ che indica come alla fi ne del 2020, a causa proprio della seconda ondata pandemica, e i nuovi vincoli in aggiunta al primo lockdown, il crollo dei consumi possa essere stimato per un valore complessivo di 229 miliardi di euro (-19,5% in termini reali in un anno), a cui verrebbe associato un taglio potenziale di 5 milioni di posti di lavoro.
Sempre nella ricerca emerge che il solo retail subirà una sforbiciata di 95 miliardi di fatturato (-21,6%) e nel comparto si rischia la perdita di oltre 700.000 addetti.
Siamo quindi di fronte a un macro scenario a tinte fosche, raff orzato da un altro fattore di criticità: il blocco dei pagamenti tra imprese determinato dalla crisi di liquidità...