Mancano meno di quattro mesi all’entrata in vigore del nuovo Regolamento della Protezione dei dati (Gdpr) e le aziende italiane sono tutt’altro che pronte. E’ ciò che emerge da una recentissima analisi di IDC per conto di Microsoft da cui traspare- ancora una volta – l’arretratezza da parte delle imprese italiane a recepire il cambio di passo.
Un fatto segnalato anche da Vera Jourova, Commissaria UE alla giustizia, la quale sottolinea che l’Italia rischia di essere in ritardo nell’applicazione delle nuove regole UE sulla privacy e che proprio per questo è uno dei paesi sotto osservazione. Per chi non avesse ancora ben chiaro il concetto mi preme sottolineare che il Gdpr è un ‘Regolamento’ non una Direttiva.
Questo significa che dal 25 maggio si applicherà immediatamente allo stesso modo in tutti i 28 Stati membri senza dover richiedere un’implementazione nelle varie legislazioni nazionali. Bruxelles, intanto, ha anche messo a disposizione ben 2 milioni di euro per le piccole e medie imprese per assisterle nella compliance al Gdpr. “Proprio le Pmi sono uno specifico motivo di preoccupazione; in un sondaggio condotto dalla Commissione è emerso che queste aziende sono ‘sorprese’ nel sapere che il Gdpr entrerà in vigore tra qualche mese”, ha sottolineato Vera Jourova.
E’ anche vero che le imprese più piccole sono esentate da alcuni dei requisiti inseriti nelle nuove norme, come la nomina del Data protection offi cer. Tornando all’analisi di Idc risulta evidente come solo il 3% delle realtà con più di 10 addetti è compliant-Gdpr mentre il 43% ha appena iniziato l’analisi e il 54% ha già un piano per la conformità. In alcuni settori strategici, come il Finance e la Pubblica Amministrazione, si registra un maggior...