Gli ultimi dati emersi dal consuntivo 2016 di Assinform dicono che l’Ict italiana è ripartita. Non viaggia a ritmi sostenuti ma, per ora, mette a bilancio una crescita dell’1,8%, per un valore complessivo di 66,1 miliardi di euro (contro i 64,9 miliardi del 2015). Un risultato che va oltre le aspettative, stimate inizialmente all’1,5% proseguendo una tendenza innescata nel 2015. Una crescita che se tendenzialmente fa ben sperare anche per l’anno in corso – per il 2017 è prevista al 2,3% – dice anche che il valore di spesa complessivo raggiunto a fi ne 2016 è ancora inferiore a quello contabilizzato nel 2011, anno in cui gli investimenti avevano raggiunto i 69,4 miliardi euro.
Una crescita stimata però molto condizionata da ciò che farà il governo nel corso dell’anno in termini di attuazione del Piano Industria 4.0 e del Piano Triennale per la riforma digitale della Pubblica Amministrazione, che, se da una parte possono trasformarsi in potenziali volani di investimento, dall’altra se non decollano andranno a deprimere ulteriormente le opportunità di crescita.
E di investimenti tecnologici il nostro Paese ne ha bisogno come l’ossigeno; basta rifl ettere su quello che è emerso dall’ultimo rilascio dei dati dell’Indice UE sulla digitalizzazione dell’economia...