Siae e Confindustria Cultura insistono sul balzello per gli smartphone mentre le Associazioni dei consumatori insorgono.
Siae e Confindustria Cultura hanno proposto al ministro
Dario Franceschini una tassa sugli smartphone. Secondo la SIAE la motivazione è che siccome tutti coloro i quali acquistano determinati strumenti tecnologici, come smartphone, tablet e persino le chiavette Usb, utilizzandoli prima o poi compirà una violazione del diritto d'autore,
scaricando illegalmente musica o video.
La cifra pagata al momento dell'acquisto rappresenterebbe dunque un compenso forfettario di tale “violazione” che andrebbe alla
SIAE, la quale, a sua volta, lo distribuirebbe in un secondo tempo alle associazioni competenti.
La proposta è tuttavia stata criticata da Confindustria digitale: l’ente ha infatti spiegato che in questo modo la Siae incasserebbe
tra i 175 e i 200 milioni contro i 72 del 2012. Se da una parte dieci associazioni che riscuotono il compenso per la copia privata hanno
lanciato una petizione che raccoglie 500 firme di artisti famosi per chiedere a Franceschini di procedere con urgenza alla firma del decreto, per contro, Altroconsumo ha promosso una contro-petizione di
oltre 14 mila firme per tenere conto dei risultati di un'indagine sull'effettiva fruizione dei contenuti digitali da parte dei consumatori ed evitare di pagare “un’odiosa doppia tassa”.
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