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DataCore, occhi puntati al mondo server

Nuovi record per il vendor di Software defined storage e Virtual SAN iperconvergenti Il Presidente illustra la strategia aziendale, mentre il country manager per l’Italia fa il punto della situazione nel Paese, con una vista sul canale.

Vendor
E’ un momento interessante per DataCore Software, che sta mettendo a segno record su record. Oggi è la volta di una soluzione di Software-Defined Storage in grado di offrire tempi di risposta ancora più veloci e il miglior rapporto prezzo/prestazioni. Se infatti con il primo record nell’SPC-1 Price Performance - il benchmark di riferimento del settore per i carichi di lavoro di tipo database di livello enterprise – il vendor di Software-Defined Storage e Virtual SAN iper-convergenti ha dimostrato cosa è possibile ottenere con la propria tecnologia Parallel I/O su un singolo server, a pochi mesi di distanza dimostra i progressi e l’efficacia in un ambiente multinodo. Utilizzando quindi il benchmark SPC-1 dello Storage Performance Council ha sfidato ancora una volta gli storage classici di alto livello con una soluzione SAN Server dual-node con Fibre Channel completamente ridondata. Su questo sistema, composta da una coppia di server standard preconfigurati, DataCore ha installato SANsynmphony, la piattaforma proprietaria di servizi per il Software Defined Storage. 
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George Teixeira, Presidente DataCore Software
SANsymphony PSP5 nella configurazione a due nodi ha abbassato il tempo medio di risposta – rispetto al precedente record – di oltre il 30% fino a 0,22 millisecondi, con una velocità di trasferimento dati più che doppia (1.201.961,83 SPC-1 IOPS. Un risultato questo che posiziona la tecnologia DataCore nella quarta posizione della Top Ten delle prestazioni di SPC-1 dietro Huawei, Hitachi e HP XP7. Il vendor, inoltre, dichiara anche di avuto la meglio sui vendor tradizionali di storage ad alte prestazioni raggiungendo la notevole cifra di 5,1 milioni di SPC-1 IOPS. Questo nuovo risultato pone DataCore al primo posto della Top Ten by Performance di SPC-1. Il software DataCore Parallel Server è stato certificato come più veloce dei due più rapidi concorrenti messi insieme. Huawei OceanStor 18800 V3 deteneva il primato con 3.010.007,37 di SPC-1 IOPS, seguito Hitachi VSP G1000 (dotato di Hitachi Accelerated Flash) con 2.004.941,89 di SPC-1 IOPS.

Il parallelismo entra nel processore
Quella che si presenta oggi al mercato è quindi un’azienda con un’offerta tecnologica innovativa.
Il 2016 rappresenta una data importante: l’anno della maturità dell’azienda, giunta al 18esimo anno di vita, come racconta in un recente incontro George Teixeira, Presidente dell’azienda. Dall’headquarter in Florida, in questo arco di tempo il vendor di software di virtualizzazione dello storage si è fatto spazio nel mercato, espandendo la propria presenza a livello mondiale, con uffici dislocati in Europa e in Asia – il 70% del business è fatto in Europa. Oggi conta circa 30 mila siti installati a livello mondiale ed è pronto per una nuova sfida: quella che lo vede guardare al mercato server con una nuova tecnologia
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Teixeira definisce l’azienda ‘the Data Infrastructure software company’.
  Lo storage virtualizzato è al centro della proposizione societaria, ma, come racconta Teixeira, oggi il mondo dello storage è in forte trasformazione, dove il  software è la prossima onda di innovazione e i server tendono a diventare il nuovo storage. “Con la missione di creare un’architettura dinamica software driven, Datacore si distingue sul mercato proprio per il suo pensiero differente. Dapprima ha abbracciato il software ponendosi come pioniere dello virtualizzazione dello storage e oggi punta a guidare la rivoluzione del parallel processing.
L’offerta di DataCore poggia su due linee di prodotto principali: SANsymphony, software di virtualizzazione dello storage tradizionale hyperscale che ancora oggi genera circa l’80-90% del fatturato aziendale e l’offerta più recente Hyper-Converged Virtual SAN – presentata circa tre anni fa – che sta crescendo a ritmi sostenuti di circa il 200%. Accanto a queste due linee Datacore mette in campo Parallel Server che poggia sulla tecnologia Paralle I/O che abilita il concetto della parellelizzazione dell’I/O, intesa come capacità di sfruttare correttamente e completamente l’uso dei processori x86, utilizzando un paradigma di parallelizzazione che permette di ottenere prestazioni prima impensabili nel mondo storage. Per DataCore tutto ciò significa che sul mercato standard SAN e su quello dell’iper-convergenza può applicare questo codice dentro le proprie tecnologie in modo da renderle più performanti e migliori di altre. DataCore ha deciso di sviluppare il prodotto specifico Parallel Server da installare come codice nei server tradizionali seriali trasformandoli in server paralleli in grado di raggiungere prestazioni di 8-10 volte superiori. Per DataCore tutto ciò significa aprirsi a un nuovo mercato oltre a quello dello storage: quello dei server. Il cliente di macchine server può infatti avere bisogno di installare il prodotto Datacore, una sorta di booster per fornire prestazioni superiori. Nel segmento dei sistemi iper-convergenti – in cui si combinano elementi quali computing, networking e storage - il fatto di incrementare le prestazioni permette anche di diminuire il numero di server necessari. Basti pensare a data center costituiti da centinaia di server. “L’utilizzo della tecnologia DataCore permetterà di  ottenere le stesse prestazioni riducendo drasticamente il numero di server e, di conseguenza, i costi”, enfatizza Teixeira.  

Largo alle alleanze
Come azienda Software-Defined indipendente dal software, DataCore, entrando nei mercati dell’iper-convergenza e del Parallel Server legati a doppio filo alla tecnologia hardware, ha nel tempo avviato partnership forti con i principali hardware vendor. Tra queste, da segnalare quelle con Cisco, Dell, Fujitsu, Huawei e Lenovo. E’ partner di tutti i player di riferimento del mercato. In particolare, per essere più proattivi sul mercato dell’iper-convergenza ha stretto un importante accordo OEM con Lenovo. Oggi è quindi possibile acquistare da Lenovo la sua offerta combinata con i prodotti DataCore. Con il team di Lenovo la struttura italiana di DataCore lavora in modo sinergico anche sul fronte dei partner interessati a questi nuovi scenari.

La filiale italiana, snella e dinamica
Circa tre anni fa DataCore ha deciso di investire nel Sud Europa, quindi in Italia, al pari di altre country come Francia e Spagna. La filiale italiana è una struttura dinamica, che, oltre al Country Manager, Remi Bargoing può fare affidamento su profili di inside sales focalizzati sulla lead generation, system engineer e oggi anche una figura di Channel Account Manager – arrivata di recente a bordo - con l’obiettivo da una parte di incrementare il numero di rivenditori – 60-65 ad oggi - e dall’altra di incrementare e migliorare la qualità del supporto.
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Remi Bargoing, Country Manager DataCore
In Italia la filiale vanta un parco di circa 300 clienti, dalle piccole alle grandi aziende. Tra questi annovera nomi blasonati come Moncler, Ministero dell’Economia e delle Finanze, Comune di Bologna e Conad. “E’ una base clienti molto solida, che fa la differenza su mercato dell’iper-convergenza caratterizzato da molte startup. Molti competitor poggiano su team aziendali più corposi ma contano pochi clienti attivi. Noi al contrario possiamo portare molte referenze, best pratices sia a livello mondiale, europeo sia italiano. Ovunque siate è possibile trovare un nostro cliente nell’arco di 50 chilometri. E inoltre siamo un’azienda profittevole. DataCore, pur essendo una realtà emergente in questo mercato, vanta un’esperienza consolidata nel mercato storage tradizionale e ha alle spalle 18 anni di storia. I competitor stanno correndo e hanno organici molto corposi, ma  hanno alle spalle fondi di investimento e spesso non sono profittevoli.  DataCore per contro ha ridotto lo staff proprio per continuare a essere profittevole sul mercato”, sostiene Bargoing. A livello territoriale l’obiettivo di Bargoing è quella di coprire meglio la zona Centro-Sud e rafforzare la presenza nelle aree principali quali Milano e Roma. 

La forza del canale
Per DataCore il canale dei partner riveste un’importanza fondamentale
. “Il fatto di essere un’azienda Software Defined richiede necessariamente che i nostri prodotti siano integrati. E l’integrazione è un lavoro ad appannaggio dei partner di canale, in grado di combinare il nostro software con l’hardware. La nostra è quindi un’offerta a misura di canale. E per questo DataCore è un’azienda canale-centrica.” 
Per i partner è attivo un  programma di canale mondiale strutturato e articolato che riconosce i classici tre livelli di partnership – Bronze, Silver e Gold. Il livello Professional è quello di ingresso.
In Italia la filiale conta, come detto, circa 60 partner, di cui quattro partner Gold e circa 20 Silver, tutti certificati. DataCore segue circa una quindicina di partner – i Gold e i primi 10 Silver -, mentre tutto il resto dei partner è gestito attraverso la forza distributiva ad oggi rappresentata da tre VAD: Ready Informatica, il distributore storico; Icos e, dallo scorso gennaio, Avnet. Si tratta di distributori a valore aggiunto, che hanno nella componente marketing un elemento di forza. Come spiega Bargoing, Avnet, ultimo salito a bordo, è un distributore scelto a livello internazionale, che in Italia è riconosciuto per il valore offerto ai clienti e soprattutto per il Centro di integrazione in Belgio che permette di creare bundle, integrando i differenti prodotti a portafoglio. Senza dimenticare l’esperienza che il VAD vanta nell’ambito della Pubblica Amministrazione. 

Il software la chiave vincente
DataCore chiama i partner a sé facendo leva sul tema del software
:DataCore ha nel software il proprio Dna eoggi tutte le aziende guardano al software, che è la chiave vincente per emergere nel mercato; l’hardware è una commodity. E’ una strada tracciata dai grandi vendor, che dismettono l’hardware per concentrarsi sul valore del software. E così stanno facendo i distributori, che puntano a tecnologie software. Lo stesso devono fare i rivenditori: investite i vostri soldi e le vostre competenze in questa direzione. E’ la strada giusta, lo dice la storia”, conclude Bargoing,
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