Alla quarta edizione del forum annuale, VEMFWD2016, Stefano Bossi, AD societario, spiega il ruolo strategico dell’automazione, in contesti di IoT/IoE e Next Generation Security e illustra la recente acquisizione di MyDev nel software.
Il contrasto è d’effetto: il passato che incontra il presente e traguarda il futuro: Palazzo Albergati, dimora del 17esimo secolo alle porte di Bologna, ha ospitato di recente
la 4a edizione dell’appuntamento annuale di VEM sistemi,
VEMFWD2016, a cui anno preso parte circa
400 persone:
momento di incontro e confronto per delineare la strategia societaria inquadrandola nel panorama attuale e tracciare le linee future.
A
Stefano Bossi, Amministratore Delegato, il compito di guidare i presenti, clienti e partner, lungo le direttrici della strategia aziendale. Lui, che è abituato alle sfide –
“Solo coloro che tentano l’assurdo potranno raggiungere l’impossibile”, M.C.Escher – dipana
il filo conduttore dell’evento – ‘The world of automation’ – quello dell’
automazione,
elemento che funge da collante di mondi apparentemente lontani; un’automazione di processi IT, industriale, degli edifici, dei data center, della e nella sicurezza, con impatti globali sull’innovazione delle imprese, delle città e delle istituzion.
“E’ tempo della Terza Piattaforma, che, dopo la Prima - con un Ict ad appannaggio di pochissime imprese, poche applicazioni e pochi utenti - e la Seconda del ventennio 1980-2000, l’era dell’avvento di Internet con l’affermazione del client/server e migliaia di applicazioni e la democratizzazione dell’Ict -, nel 2010 segna la nascita contestuale e disarmonica di fenomeni quali Cloud Computing, Big Data, Social, e Smart Mobility, che oggi, a cinque anni di distanza, si intersecano e omogeneizzano, cambiando le regole del gioco e determinando un momento effervescente per il mondo Ict, che aprirà moltissime opportunità anche inesplorate” – introduce Bossi.
“Verosimilmente, nel 2020 il 40% dell’IT spending sarà sulla Terza Piattaforma; un fenomeno ineluttabile che non deve coglierci impreparati. Un’onda tecnologica dirompente da gestire e governare con meccanismi efficaci, attraverso competenze in grado di declinare questo nuovo scenario rendendo fruibile il tutto in modo semplice,” dichiara.
Stefano Bossi, Amministratore Delegato di VEM sistemiPer far ciò
servono competenze estese che spaziano dall’hardware al software, quest’ultimo sempre più baricentrico,
ma anche di servizi che si articolano ulteriormente:
“Fatto 100% la compente servizi, l’elemento dei servizi gestiti avrà un peso sempre più crescente che porterà nel 2020 a ricavi pari al 70% legati a questa componente mentre il 30% andrà ai servizi professionali tradizionali”.
IoT e Next Generation SecurityDi fronte a uno scenario di questo tipo
VEM sistemi ha individuato alcuni acceleratori di innovazione principali a cui può fare da elemento propulsore, come
l’Internet of Things e la Next Generation Security dove sta convogliando investimenti, energie e risorse e per i quali ha s
viluppato anche due brand, V-Automation e V-Secure – vere e proprie filosofie.
“Se da una parte è necessario concepire un nuovo concetto di sicurezza IT, che fa fronte ad attacchi sempre più letali e all’aumento delle superfici di attacco dei sistemi, dall’altra l’Internet of Things è la base dell’industria 4.0, ambiti in cui VEM mette in campo le sue conoscenze profonde, con la divisione di Building Automation e Certego (nell’ ambito security) e oggi con myDev, entrata di recente nel Gruppo, che chiude il cerchio con l’anello mancante del custom application development, attraverso analisti e orchestratori di processi e dati, per fare da catalizzatore dello sviluppo di nuove offerte orientate a IoT, Big Data e Analytics a completamento della strategia di approccio olistico al mercato delle soluzioni verticali industriali.” myDev è un’azienda di Cesena, di piccole dimensioni, circa una decina di persone, con una redditività notevole.
“Per VEM sistemi è il secondo esercizio di gestione di una controllata dopo Certego”, (startup fondata dal gruppo nel 2013,
ndr).
Le
applicazioni VEM di questi temi iniziano a concretizzarsi, dando gambe alle idee:
nel retail attraverso il wi-fi,
nell’industry (con la fabbrica connessa),
nel transportation e nel finance (la filiale del futuro social e multietnica) sono solo alcuni degli ambiti di lavoro.
La visione di Cisco, Fortinet, NetApp e SchneiderE’ ottimista
Agostino Santoni, Amministratore Delegato di Cisco Italia, nel declinare il tema della giornata:
“Oggi l’Italia ha la possibilità di recuperare un gap quindicinale di investimenti mancati e la tecnologia è la chiave per farlo velocemente. L’Italia è la Silicon Valley e l’innovazione parte da qui”.
L’infrastruttura è il terreno su cui da sempre Cisco si mette in gioco, e oggi, il
focus va sull’ultrabroadband dove il vendor vuole giocare un ruolo di acceleratore. E non è solo questione di fibra.
L’infrastruttura targata Cisco è nel mercato dello smart meter, nel trasporto del gas e dell’acqua, nel sistema nervoso digitale di Expo, un’infrastruttura intelligente per la trasformazione del Paese.
Agostino Santoni, Amministratore Delegato di Cisco Italia
L
’Internet of Everything è l’ambito di riferimento di Cisco: “E’ un’opportunità straordinaria da cogliere; connette tutto ciò che ancora non è connesso, collegando persone, processi, dati e cose attraverso la rete che è il nuovo sensore. Nell’arco di sei mesi abbiamo rivisto il nostro modo di fare R&D perché abbiamo l’ambizione di guidare questo fenomeno. Le organizzazioni devono avere una struttura IT che abilita semplificazione, agilità e automazione secondo la logica di Application Centric Infrastructure, un paradigma in cui le applicazioni parlano con le infrastrutture”. E poi c’è
la sicurezza, che per Cisco è una nuova sfida, che va affrontata con un approccio olistico. Un ambito in cui il vendor impiega 5.000 persone e investimenti nell’ordine di 3,5 miliardi di dollari.
“Bisogna alimentare una cultura digitale, favorendo l’interoperabilità e superando le barriere”, conclude Santoni.
Bruna Bottesi, Country Manager NetApp ItaliaL’Italia in questo senso oggi sembra essere più ricettiva e pronta alla trasformazione, come testimonia
l'On.Stefano Quintarelli, Integruppo Parlamentare per l'Innovazione Tecnologica: “I fondi ci sono e i piani sono perfettamente ‘on truck’. Le chance per l’Italia non mancano, ci sono grandi opportunità e altrettante sfide da superare. Occorre lavorare sodo”. E
cita alcuni dei Progetti strategici di Crescita Digitale:
SPID (sistema pubblico di identificazione), ANPR (l’Anagrafe nazionale),
Sistemi di Pagamenti, la definizione di un framwork per la digitalizzazione di tutti i servizi, ...
L’automazione fa da filo conduttore per gli altri inteventi sul palco:
NetApp lo sviluppa proponendo la vision di Data Fabric, una sorta di
grande cloud content management unificato basato sul software, che esporta il concetto di gestione dei dati nei data center tradizionali in un
data center esteso, inteso come integrazione del data center con qualsiasi tipologia di cloud, sottointendendo un concetto di automazione dei processi con ripercussioni importanti in termini di Sla e Roi, come spiega
Bruna Bottesi, Country Manager NetApp Italia: “
L’Iot porta con sé una mole di dati enorme e crescente derivante da molteplici fonti che va trattata in modo nuovo e dinamico”. a
Filippo Monticelli, Country Manager Fortinet Italia
Fortinet lo declina in abbinata alla network security: “Semplificazione delle operation e di messa in esercizio e produzione di applicazioni ma anche risparmio economico sono i principali benefici dell’automazione. In questi contesti la tecnologia di sicurezza deve tenere il passo cambiamento garantendo la copertura a livello security dei data center oggi caratterizzati da una elevata flessibilità e dinamicità con carichi e workflow variabili, mobility di applicazioni e piattaforme”, dice
Filippo Monticelli, Country Manager Fortinet Italia. Per favorire tutto ciò
Fortinet lavora al concetto di integrazione delle propria piattaforma di security in differenti contesti IT e di rete
in collaborazione con i principali player di mercato – per esempio con
VMware, e, a breve con
Cisco (su ACI).
Infine,
Schneider Electric Italia applica il tema dell’automazione alla
gestione dell’energia per renderla sicura, affidabile e sostenibile in contesti di data center. In questo scenario i
l tema dell’automazione si combina con quello del cambiamento.
Davide Zardo, Vice President Schneider Electric Italia
“Stiamo assistendo a una convergenza dell’industria con il building e la gestione delle informazioni dei data center. I dati che vengono raccolti dai milioni di sensori, fonte di valore enorme, diventano elemento chiave della gestione dei processi. Ciò comporta un cambiamento che non tutti hanno recepito. Si lavora ancora a silos mentre è fondamentale operare in ottica di convergenza, dell’infrastruttura IT con l’infrastruttura fisica, dell’IT manager e del facility manager per garantire l’efficienza di sistema e di sicurezza. Servono quindi competenze di processo e non solo dei singoli elementi”, afferma
Davide Zardo, Vice President Schneider Electric Italia. Due i trend particolarmente interessanti che sta osservando Schneider:
quello della co-location con germi molto forti in Italia dove Schneider si pone come Trusted Advisor e
quello dello IoE: “
Nel 2020 ci saranno oltre 25 milioni di elementi connessi mentre nel 2009 erano meno di un milione", conclude Zardo.
Un profilo di valoreVEM sistemi – system integrator cresciuto per linee interne (vanta due strutture Noc, un Soc, un Erp proprietario)
ed esterne - oggi
si pone sul mercato nella molteplice veste di Delivery, Service, Software e Consulting Company – che combina le competenze di
system integration, IT Advisor, Managed Services, Custom Application Development e un’anima di consulting che si estende fino al project management. Un profilo accresciuto nel tempo che negli ultimi anni ha permesso alla realtà di
mettere a segno risultati molto interessanti.
“Nel 2010 contavamo 60 persone e un fatturato di 14 milioni di euro, oggi abbiamo un organico di 170 persone e oltre 30 milioni di fatturato stimato. Una crescita del 60% sulle persone in un triennio e di fatturato di oltre il 30% anno su anno; con un’attenzione estrema sulle risorse umane, che reclutiamo e cerchiamo di trattenere attraverso l’iniziativa VEM for Talent”, sottolinea. E prosegue:
“Il segreto di questi risultati sta anche nel fatto che abbiamo investito nel periodo di crisi, rischiando con un pizzico di follia ma non di incoscienza. Siamo solidi dal punto di vista finanziario, un fatto che ci consente di investire ancora prima di innovare”, racconta Bossi.
Una realtà che ha fatto
scelte di campo precise abbracciando partner tecnologici – una dozzina circa - su cui ha investito pesantemente e continua a investire, tra cui
Cisco, Citrix, NetApp, Panduit, Schneider,… –
“Un ecosistema a valore fondamentale per realizzare l’automazione dei processi digitali e favorire l’affermazione della Terza Piattaforma. Se non siamo Platinum Partner di un vendor nella peggiore delle ipotesi siamo Gold. Siamo Platinum Partner di Fortinet e NetApp e certificati Cisco ATP e ACI”.
“Non ci sono sovrapposizioni tra i vendor a portafoglio, e, nel caso, sono minime; portiamo avanti un percorso di ascolto per garantire elevata qualità ai partner e investimenti continui, qualità delle competenze e dei servizi professionali. Per scegliere e sceglierci. Puntiamo all’eccellenza e alla profondità della partnership, vogliamo portarci al top con loro”, conclude Bossi.
'Made in VEM', infine, è
il motto aziendale: mercato, ascolto, dinamismo ed esperienza. Gli ingredienti per affrontate al meglio le sfide poste dalla Terza Piattaforma ci sono tutti.