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Veeam, crescere e prosperare con la virtualizzazione

La filiale italiana di Veeam è cresciuta del 46% nel 2014, in linea con i risultati ottenuti a livello corporate. Midmarket e Partner di Canale alla base di un cammino costruito sulla data protection in ambienti virtuali.

Vendor
La virtualizzazione è uno dei fattori più importanti di crescita per il mercato It, soprattutto per le aziende specializzate in quest’ambito. Nel novero, rientra senza dubbio Veeam, nata per offrire backup e replica dei dati, ma ormai divenuta realtà di spicco per il più ampio concetto di alta disponibilità, creata facendo leva sulla Availability Suite v8, rilasciata nella scorsa estate.
La società con sede svizzera ha chiuso l’ultimo esercizio fiscale con ricavi per 389 milioni di dollari, che rappresentano un incremento del 40% rispetto all’anno precedente. Dopo 28 trimestri di crescita consecutiva a doppia cifra, si conferma l’obiettivo di arrivare a 1 miliardo di fatturato entro il 2018.
In Italia, le cose sono andate anche meglio, dato che i ricavi sono saliti del 46% e il numero di clienti attivi ha raggiunto quota 7.300, con un 42% di incidenza sul fatturato generata dai nuovi arrivi dell’anno.
zammar-veeam.jpgCi sono diversi fattori che stanno contribuendo a un costante processo di crescita per noi – spiega Albert Zammar, country manager di Veeam Italia -. La qualità della soluzione è forse la più importante, perché è facile constatare come i tempi di ripristino in caso di failure siano inferiori a 15 minuti e sia estremamente basso il numero di ticket aperti”.
Il mantra di Veeam è ormai legato al concetto di business always-on, certamente importante per le grandi aziende e i loro processi critici, ma anche per le realtà meno strutturate.
Proprio il midmarket ha contribuito in modo particolare alla crescita in Italia: “Si tratta di un segmento che ha sviluppato infrastrutture tecnologiche più flessibili, adottando in modo più rapido la virtualizzazione – commenta Zammar –. Pur disponendo di budget non certo generosi, riescono così a garantirsi una business continuity di livello enterprise, un vero e proprio virtual capacity planning, sicurezza e ripristino rapido in caso di problemi”. 
Soprattutto questo mercato, composto da un bacino ideale di circa 230mila aziende, rappresenta il terreno più fertile per il canale, al quale la società svizzera si affida al 100%. Non è un caso che oggi in Italia ci siano circa 1.700 partner che lavorano, pur con diversi volumi di business, con lo specialista di data availability. Non certo secondaria è anche la spinta degli alliance partner, come Cisco, Microsoft, Hp, NetApp e VMware, che spingono ad adottare la soluzione Veeam in tutti i contesti con percentuali più o meno alte di virtualizzazione (il 13% delle Pmi, in Italia, raggiunge il 100%).
Per i partner, si stanno aprendo nuove opportunità anche legate al cloud, con la possibilità di sviluppare in modalità as-a-service un’offerta di availability – illustra Zammar -. I cloud provider, in questo senso, sono un comparto al quale guardiamo con particolare interesse, per dar loro la possibilità di offrire backup e replica di infrastrutture”.
Il 2015 si presenta come un altro anno dal forte potenziale di crescita, che infatti dovrebbe mantenere il ritmo della doppia cifra, negli intenti di Veeam. Alte sono le aspettative collegate a Cloud Connect, soluzione studiata per estendere la capacità di salvataggio e recupero rapido dei dispositivi virtuali a qualunque tipo di cloud provider, con una connessione sicura e crittografata. Ma anche lo sviluppo delle alleanze, soprattutto con gli storage vendor, e il potenziale rappresentato dalla media impresa italiana lasciano ben sperare per il futuro a breve e medio termine.
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