Dalla ricerca Avanade emerge che sempre più le aziende utilizzeranno applicativi e servizi in cloud ibrido. Ma la confusione regna sovrana.
Qual è la propensione delle aziende verso l'utilizzo del cloud? A questa domanda prova oggi a rispondere una ricerca condotta da Wakefield Research e commissionata da
Avanade che ha coinvolto 1.000 persone - dirigenti, responsabili di business unit e responsabili IT - di 21 Paesi, Italia compresa (
Australia, Belgio, Brasile, Canada, Cina, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Giappone, Malesia, Olanda, Norvegia, Singapore, Sudafrica, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti).Dalla ricerca emerge che nei prossimi tre anni più e più aziende utilizzeranno applicativi e servizi in cloud ibrido. Tuttavia, affermano gli autori dell'indagine, nonostante aziende di ogni dimensione e area geografica considerino l’adozione del cloud una priorità, esiste ancora confusione rispetto al reale significato del cloud ibrido e agli strumenti necessari per predisporre la relativa implementazione. In particolare, quasi tutte tutte le aziende non hanno ancora sviluppato una strategia per l’uso del cloud ibrido come parte integrante dell'infrastruttura IT.
È interessante inoltre notare come siano gli alti dirigenti le persone che più apprezzano il valore delle soluzioni cloud ibride, dimostrandosi anche le più motivate ad adottarle. Infatti sono i diversi responsabili delle line of business, più che i responsabili IT, a essere fautori di un immediato utilizzo delle applicazioni più critiche – data analytics, e-commerce o servizi a contatto diretto con il cliente – in ambienti cloud ibridi.
Ecco la sintesi di quanto evidenziato dalla ricerca:
- Le società investono più velocemente in soluzioni cloud ibride che in soluzioni cloud di tipo pubblico o privato. Il 69% di queste aziende a livello globale, e il 65% in Italia, concorda nell’idea che l’implementazione di una strategia cloud ibrida sarà prioritaria nel corso del 2015;
- Nonostante siano tutti più o meno concordi sul fatto che l’adozione di soluzioni cloud ibride debba avere carattere prioritario, il 58% delle società a livello globale dichiara che attualmente non ha una strategia definita in questo senso. Questa percentuale scende sensibilmente in Italia attestandosi al 40%;
- Poche sono le società che comprendono appieno il potenziale delle soluzioni cloud ibride: solo il 16% (e in Italia il 10%) degli intervistati è in grado di identificare tutti i benefici che esse sono in grado di apportare. Tali vantaggi comprendono, ad esempio, la capacità di integrare cloud di tipo pubblico e privato, identificando la tipologia più corretta in base al tipo di esigenza da affrontare, suddividendo così la mole di lavoro su più cloud pubblici e dimensionando le attività in base alle esigenze;
- Sono diverse le società intervistate a livello globale sconcordi nel considerare il cloud ibrido un elemento capace di consentire alle loro organizzazioni di concentrarsi su questioni centrali ai fini della crescita dell’impresa (74%). E questo tipo di considerazione risulta ancora più forte in Italia (84%);
- Ben poche sono le società che sviluppano applicazioni in grado di sfruttare tutte le funzionalità tipiche degli applicativi sviluppati per il cloud. Il 71% delle società a livello globale, e il 90% in Italia, utilizza semplicemente l’infrastruttura cloud per eseguire gli applicativi già esistenti, senza rendersi conto della velocità, della portata e dell’efficienza che potrebbero offrire le soluzioni cloud;
- Il 53% (il 38% in Italia) delle società identifica le questioni legate alla sicurezza e alla privacy – reali o percepite – come particolarmente critiche ai fini dell’implementazione di soluzioni cloud ibride, ma il 60% (e ben il 78% in Italia) di esse ammette che oggi queste soluzioni sono più sicure rispetto a tre anni fa.
- Nonostante i timori, i manager che hanno partecipato alla ricerca ripongono la loro fiducia nella capacità delle soluzioni cloud ibride di aiutare le loro aziende a distinguersi dalla concorrenza. Società di ogni dimensione e area geografica prevedono che entro tre anni la metà dei rispettivi applicativi e servizi sarà implementata in ambiente cloud ibrido.
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