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Netalia, il compagno di viaggio per il public cloud italiano

A colloquio con Michele Zunino, Amministratore Delegato di Netalia, che racconta perché ha senso scegliere un public cloud nazionale, senza dover pensare italiano per essere vicino ai clienti. Un modello di business che da sempre fa leva su un ecosistema di partner per aiutare PMI, medie e grandi aziende a definire percorsi di innovazione tecnologica a prova di futuro

Vendor

Da 12 anni in Italia Netalia parla la lingua del cloud. Viene da dire un precursore di questo modello di fruizione dell’IT, così ancora poco affermato nel Belpaese in quel 2010, anno di fondazione dell’azienda. Il suo timoniere, Michele Zunino, invece ne ha colto il valore da subito – in termini di flessibilità, scalabilità, economie di scala, modello a consumo, nonché la prospettiva di crescita. E oggi, che questo paradigma è destinato a essere il modello di riferimento dell’IT presente e futura, Netalia è presente nel mercato con tutte le carte in regola per giocare la partita in un perimetro ben definito come quello italiano, con le sue regole e le sue specificità. E lo fa credendo in un modello di ecosistema, in cui i partner rappresentano un elemento fondamentale dell’intera catena aziendale.

E’ proprio Zunino, AD dell’azienda, a ‘raccontarla’, inquadrando lo scenario di riferimento e le dinamiche che lo caratterizzano: “Netalia è un provider di public cloud nazionale in grado di offrire servizi basati su un’infrastruttura che risponde alle definizione del NIST: distribuita, scalabile e tariffata a consumo”. Un sistema ad oggi sviluppato su tre diverse region, rispettivamente a Milano, Genova e Palermo, destinate a diventare probabilmente cinque già a partire da quest’anno e nove nel giro di un triennio. A disposizione dei clienti inoltre un servizio di Noc (Network Operation Center) attivo 24x24 in grado di fornire un monitoraggio costante dei livelli di servizio e della disponibilità.

Ma come interpreta Netalia il concetto di public cloud?

Zunino dettaglia ulteriormente: “Si tratta di un’infrastruttura fisica che risponde a determinati standard –installazioni effettuate secondo specifici criteri, nonché requisitivi normativi di compliance. L’elemento fisico è il riferimento principale, definito underlay, oltre a cui è previsto un overlay che corrisponde alla componente di servizio resa all’utilizzatore, un elemento virtuale composto dall’astrazione di vari elementi fisici distribuiti sul territorio". “Di fatto, chiarisce Zunino, in una logica di servizi infrastrutturali - Infrastrucure as a Service (Iaas)-, la componente overlay replica tutti gli elementi fisici nel software, riproducendoli attraverso strumenti di virtualizzazione e orchestrazione in forma logica, in modo tale che beneficino del combinato di tutti gli elementi e garantiscano una maggiore disponibilità”. Sebbene Netalia sia un’azienda spiccatamente tecnologica, riconosce nella compliance l’elemento chiave di questo disegno infrastrutturale: “Oggi si dà per scontato che la tecnologia risponda ai requisiti richiesti sia dai clienti che dal mercato in termini infrastrutturali e la focalizzazione va sugli aspetti di qualificazione e certificazione. E’ qui dove Netalia riesce a esprimere al massimo e al meglio il valore della propria proposta”, commenta il manager. Come spiega Zunino, la compliance - e con essa la sicurezza - oggi considerate come elementi ’posticci’ collegati a posteriori al sistema esistente, quando si parla di cloud, devono essere considerate come componenti proprie dell’architettura. Per questo si parla di ‘compliance by design’, in quanto si tratta di un asset definito a priori nel momento in cui dall’infrastruttura si passa all’architettura per fornire il servizio: “Per Netalia garantire la compliance è qualcosa di ‘embedded’ da sempre nella propria offerta, e oggi è in grado di offrire una serie di servizi che portano con sé tutti questi elementi in modo nativo”. Un perimetro nazionale identificabile e raggiungibile giuridicamente Una proposta di public cloud inserita all’interno di un perimetro nazionale; un’area facilmente identificabile e raggiungibile, che fa sì che tutti i clienti siano tutelati in un concetto di raggiungibilità giuridica del dato non sempre garantito qualora si decida di affidarsi ad aziende internazionali e globali: “Senza ombra di dubbio è questo l’elemento strategico distintivo offerto da Netalia rispetto ai noti provider globali. La vera competizione, infatti, non si gioca sull’elemento prettamente tecnologico, ma sulla garanzia fornita rispetto al controllo delle informazioni e la disponibilità dell’infrastruttura”, chiarisce Zunino.Michele Zunino, Amministratore Delegato di Netalia Dentro la Data Economy

Oggi viviamo nell’era dei dati, della digitalizzazione spinta e inarrestabile in cui risulta fondamentale disporre di strumenti per prendere decisioni. In virtù di ciò, serve una capacità di calcolo molto estesa per analizzare i dati e prendere decisioni utili per il proprio business, il tutto in modo sempre più rapido, quasi in tempo reale: “Se si applica questo modello al mercato nazionale, costituito in prevalenza da piccole e medie imprese, ci si rende conto che la complessità generata da questi grandi impianti infrastrutturali, la cui capacità di calcolo è destinata inevitabilmente a crescere, non è alla portata delle realtà di piccole e medie dimensioni. Ne consegue che l’adozione del cloud rappresenta a tutti gli effetti un elemento imprescindibile per garantire la competitività delle PMI”, prosegue Zunino. Una capacità di calcolo sempre più strategica che va inserita all’interno di un perimetro giuridico in grado di tutelarla: “Altrimenti il rischio che si corre è quello vissuto oggi nel mercato dell’energia”, sostiene Zunino. “In questo campo anni fa l’Italia ha fatto scelte a livello di Sistema Paese in funzione di elementi contingenti volti a garantire al Paese autonomia energetica. In seguito a ciò, però alcuni cambiamenti legati alla situazione geopolitica hanno evidenziato come le condizioni possono cambiare velocemente e che ciò che era competitivo ieri potrebbero non risultare tale oggi e in futuro. Un rischio a cui si potrebbe andare incontro anche in campo IT se la capacità di calcolo fosse governata da pochi soggetti internazionali che non rientrano nel perimetro giuridico nazionale, oppure se le condizioni geopolitiche a contorno cambiassero e quelli che sembrano alleati diventassero improvvisamente concorrenti, in una logica di mercato e non necessariamente di conflitto. Il rischio di perdere competitività a livello di Sistema Paese è quindi molto elevato”. Difendere il perimetro giuridico in relazione alla capacità di calcolo e, quindi, al Cloud è condizione necessaria per garantire la competitività del Sistema Paese: “Ed è questo è il motivo per cui Netalia esiste, non perché è più brava di un hyperscaler internazionale, ma perché rientra in quel contesto regolamentare che ci assoggetta al Sistema Paese Italia”, sottolinea Zunino.Una ecosistema inclusivo abilitante il cloud

È nel perimetro tutto italiano che Netalia vuole posizionarsi con il proprio portafoglio di offerta e lo vuole fare in modo inclusivo, senza scalzare gli operatori del mercato dell’ICT proponendosi come soggetto dominante, ma bensì adottando una logica aperta e di abilitazione del cloud. In questo senso, il Public Cloud Provider italiano guarda a quegli operatori rappresentati dal mondo dei system integrator, dei managed service provider e delle software house impegnati necessariamente in percorsi di cambiamento della loro stessa offerta in logica cloud: “Nei loro confronti Netalia si pone come compagno di viaggio del loro ‘cloud journey’ , valorizzando da una parte le proprie competenze specifiche e le economie che riesce a mettere in campo e dall’altra le capacità applicative e di processo che questi soggetti mettono a disposizione del mercato con l’obiettivo di indirizzare i progetti innovativi ICT, oggi ancora gestiti con strumenti tradizionali,” afferma Zunino. Così operando, ad oggi Netalia ha all’attivo circa 20 partner su un centinaio di progetti sviluppati in molteplici settori merceologici - energy, utility, finance, infrastrutture, trasporti, media, retail, sanità e PA (in particolare PAl), coinvolgendo terze parti in grado di fornire componenti applicative e di processo. E per estendere ulteriormente il proprio raggio d’azione, oggi l’azienda sta lavorando al recruiting di nuovi partner, in particolare con il profilo tipico di system integrator, MSP e ISV.

A tendere, infatti, Zunino ritiene che il mercato si a dividerà in due parti principali. Da una parte le piccole imprese che probabilmente non guarderanno più al cloud come oggi, ma in una logica Saas (Software as a service), diventando clienti degli ISV evoluti a profili di cloud provider Saas in grado di mettere a disposizione le loro applicazioni sotto forma di servizio; come ha fatto Microsoft con la suite Office, per intendersi. E in questo processo di trasformazione Netalia, come public cloud provider, vuole essere al fianco dei vendor software nel ruolo di abilitatore delle loro piattaforme SaaS. Dall’altra, le medie e grandi aziende che tenderanno a mantenere parte delle loro infrastruttura sotto il loro controllo appoggiandosi ai system integrator e agli MSP. Anche in questo caso Netalia li affiancherà indirizzando queste realtà attraverso i propri progetti.Prossimità territoriale? No, culturale

E’ sul concetto distintivo di prossimità culturale che Netalia fa altresì leva nei confronti dei propri partner per costituire un ecosistema in grado di valorizzare non solo la tecnologia ma la capacità di interpretare un mercato specifico come quello italiano: “Significa saper cogliere le esigenze del mercato e al contempo riuscire a supportare questi partner in modo corretto, elevandoli dal ruolo di rivenditori a soggetti integrati nella filiera del valore, capaci di esprimersi al meglio nell’ambito di un progetto complesso”, rimarca Zunino.

Netalia mette in campo molteplici servizi per il proprio ecosistema. Si va da elementi di base come la disponibilità h24 del supporto attraverso cui il partner può interloquire con un operatore che parla la stessa lingua, nella stessa ‘time zone’ e con lo stesso fuso orario. Elementi che per chi fornisce e gestisce infrastrutture critiche non sono di poca importanza: “Una cosa è segnalare un’emergenza o un qualsiasi malfunzionamento a un operatore italiano, un’altra è farlo con un operatore indiano magari alle 2 di notte che potrebbe non comprendere a fondo l’esigenza e potrebbe scalare la richiesta a qualcun’altro in un sistema di copertura mondiale". Fino a spingersi a servizi molto più evoluti, elementi di valore intangibili che nel quotidiano rappresentano però il vero valore, la vera capacità di interpretazione di un’esigenza e la messa a terra nei confronti di realtà interessate non più a un prodotto ma un servizio su misura che risponde esattamente alle sue esigenze,

Largo agli specialisti, al bando i generalisti

Zunino è convinto che il mercato tenderà a premiare la focalizzazione e la specializzazione: “I tuttologi sono destinati a scomparire a favore di un modello inclusivo in cui ognuno apporta competenze specifiche. Non è un processo facile, ma è necessario focalizzare al massimo qual è il proprio interesse, che potrebbe non essere la cosa più conveniente oggi, anzi quasi sicuramente non lo è, ma lo diventerà domani”, afferma Zunino.

Dal suo punto di vista Netalia ha scelto questo modello in quanto è ben consapevole del proprio ruolo e delle proprie competenze e del fatto che per andare sul mercato è necessario integrare le proprie competenze con altri tasselli, portati da quelle aziende che hanno sviluppato le proprie competenze proprio in quell’ambito. Ed è in questa logica che Netalia sta cercando ‘specialisti’ per i propri progetti: ”Il nostro servizio non deve essere rivenduto, ma conosciuto e integrato perché possa diventare di supporto alle reali necessità del cliente,” dice.

Suona un po’ come una chiamata alle armi quella di Michele Zunino: “Bisogna impedire che le aziende non focalizzate sulle infrastrutture cloud vadano oltre. Non possono farlo in autonomia, devono occuparsi del loro core business. Fare da sole il proprio data center non è un modello vincente, ma una dispersione in termini di risorse, competenze, energie. Questo è il mestiere di Netalia e del suo ecosistema di partner. Lasciatelo fare a noi”. E conclude: “Dobbiamo avere il coraggio di uscire dal guscio; il momento è ora. Nei prossimi 18 mesi si giocherà la partita del cloud nazionale; o sia la capacità di farsi percepire come un soggetto in grado di giocarla al meglio oppure il rischio è di diventare terreno di conquista da parte di qualcun altro”. ]A breve un ulteriore approfondimento del modello di go-to-market adottato da Netalia e gli strumenti messi a disposizione dei partner

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