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Santini di Microsoft: come abbiamo scelto i partner di Ambizione Italia

È stato annunciato il primo lotto dei compagni di avventura di Microsoft per lo sviluppo della Cloud Region Azure Italy North. Spazio a system integrator e ISV già impegnati in progetti complessi e con data center proprio.

Vendor

Era maggio di due anni fa e Microsoft comunicava il piano quinquennale di investimenti Ambizione Italia, mettendo sul tavolo 1,5 miliardi di dollari per la realizzazione di una Region Azure in Italia, più precisamente a Milano.
Dopo due anni, un altro passo è stato compiuto ma, da quanto ci racconta Fabio Santini, Direttore Divisione Global Partner Solutions di Microsoft Italia (nella foto), non c’è fretta, e altri ne verranno, ma non è dato sapere quando.
Dopo l’annuncio dell’impegno da parte di Microsoft di investire in una Region italiana basata a Milano, ora è la volta della presentazione dei primi partner che hanno aderito all’iniziativa Ambizione Italia Cloud Region Partner Alliance.
Si tratta, in ordine alfabetico, di Accenture, Avanade, Cluster Reply, Engineering, Kyndryl, TeamSystem e Var Group. A Santini abbiamo chiesto in base a quali principi sono stati scelti e quali sono i prossimi impegni nei confronti dei 14mila partner Microsoft italiani.
fabio santini, direttore della divisione one commercial partner di microsoft italia
Microsoft vede il piano Ambizione Italia – spiega il manager – come un viaggio con dei traguardi parziali: la scelta dei primi partner è stata una di queste. Il primo aspetto che abbiamo considerato nelle nostre conversazioni ha riguardato la tecnologia. Abbiamo voluto coinvolgere partner molto diversi tra loro, di una certa dimensione e in grado di gestire progettualità molto complesse”. Tutti i partner scelti, dunque, sono in grado di sviluppare tecnologia complessa per progetti di cloud migration su ambienti ibridi. Per questo, si è optato per aziende che possano mettere sul tavolo un data center su cui contare o che stiano già gestendo le infrastrutture on premise dei clienti.

Sui data center dei partner non ci sarà il cloud pubblico Azure

Saranno questi i data center che ospiteranno la struttura fisica della Cloud Region Azure nazionale? No, e Santini spiega perché: “Nella realizzazione delle proprie Region sparse per il mondo (oltre 60 con 200 data center, 4 milioni di server e 190 Edge Zone, ndr) Microsoft punta esclusivamente al raggiungimento di principi di omogeneità globale in termini di esperienza, affidabilità e gestione, indipendentemente da chi è il proprietario del data center”. Non ci si sbottona, ancora, su cosa sarà effettivamente il data center fisico che ospiterà l’infrastruttura Azure ma una notizia è certa: il cloud pubblico Azure non sarà ospitato in nessuno dei data center dei partner che, piuttosto, saranno dedicati alla migrazione da on premise a cloud privato.
“Il secondo step nelle conversazioni con i primi partner italiani – prosegue Santini – ha riguardato il modello di business. Abbiamo voluto trovare una risposta al come investire insieme per accelerare l’adozione della Region italiana, definendo degli obiettivi comuni”. Si è, dunque, lavorato sulle peculiarità delle aziende clienti del nostro Paese, cercando un approccio che le soddisfi. L’esigenza primaria riguarda, soprattutto in determinati ambiti come i banking e il manufacturing, la garanzia che i dati non circolini su data center offshore e non tracciabili. Un’esigenza, in verità, comune a tutta l’Europa, fortemente caldeggiata dalla data sovereignty tanto auspicata dalla Comunità Europea.
Questo è, in fondo, il motivo principale della corsa alla Region locale in cui stanno gareggiando tutti gli hyperscaler. A questo si aggiunge l’atavica questione della latenza, da risolvere con l’utilizzo di edge cloud e, appunto, data center locali.

Quella fissa dell’on premise deve sparire
Le aziende italiane, soprattutto in alcuni comparti come il Banking o il Manufacturing – afferma Santini – vogliono ancora che dati e tecnologie rimangano in Italia, e continuano a immaginare l’on premise come la soluzione. La prima sfida dell’ecosistema Ambizione Italia è proprio di convincere i clienti che l’on premise non lo è più”. Primo obiettivo, dunque, insistere sulla migrazione delle infrastrutture on premise verso una modalità di cloud privato e, alle realtà più grandi e complesse, proporre ambienti ibridi, in cui ovviamente il cloud pubblico sia Azure. “A questo proposito – osserva Santini – nei prossimi cinque anni prevedo una grande virata verso il cloud pubblico, soprattutto da parte delle PMI. Non vedo nessun motivo per cui una piccola o una media azienda, che presenta delle complessità limitate rispetto a una di grandi dimensioni, debba ancora credere nell’on premise. Mentre, ne giustifico l’uso in contesti particolari, dove non se ne può farne a meno per questioni di compliance e di normative spesso datate. Inoltre, inutile negare che il cloud pubblico di qualsiasi hyperscaler non può garantire il controllo completo della struttura e un livello profondo di personalizzazione”.

In Ambizione Italia c’è posto anche per gli sviluppatori
Tra i magnifici sette della prima ora spicca il nome di TeamSystem, perché? La scelta di uno dei più grandi ISV basati in Italia, se non il più grande, è giustificata così da Santini:. “Le software house sono determinanti per Ambizione Italia – spiega il manager – perché hanno il controllo delle applicazioni legacy nelle strutture on premise dei clienti e sanno che in questo momento devono lavorare per trasformarle in servizi cloud native. Si tratta di applicazioni spesso complesse per cui è necessaria una grande competenza di sviluppo per abilitare la migrazione”. Ed è proprio tra gli ISV, ma non solo, che Microsoft andrà ad attingere per costruire il proprio secondo livello di partnership. L’intenzione è di completare il primo livello coinvolgendo una quindicina di top player per poi lavorare su una community di partner a cui sarà richiesto di partecipare attivamente allo sviluppo dei servizi da proporre nella Region italiana. Oltre che, ovviamente, di essere abilitatori del business Microsoft Azure in Italia. Se è allo studio una modalità per distinguere i partner che vorranno salire a bordo (un badge), ciò che Santini specifica è che non si aspetta uno specifico programma di canale.
“L’idea è di rendere le cose semplici e di convincere i nostri partner a prendere parte a qualcosa di unico, una community che crei valore all’intero ecosistema grazie ad Ambizione Italia”.

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