I Cio devono rispondere a un'IT-bimodale, solida e fluida allo stesso tempo per emergere nell’era del business digitale. Il Manifesto creato da Gartner poggia su tre principi cardine: porre le persone al centro; abbracciare l’imprevedibilità e proteggere lo spazio personale.
Gartner Symposium/ITxpo (Barcellona). Solido e allo stesso tempo fluido: sono le caratteristiche che deve
avere il business dell’era digitale per avere successo in un mercato in forte competizione. Le organizzazioni
IT devono adottare un approccio bi-modale, che se da una parte risponde a principi di
solidità per mantenere saldo ciò che si è costruito fino ad oggi dall’altra diventa
agile e veloce per rispondere ai paradigmi della nuova era digitale, guidati da
cloud, social, information e mobile, quattro motori propulsivi alla base del cambiamento che traguarda
l’Internet of Things.
“I Cio non possono trasformare la loro organizzazione IT tradizionale in una start-up digitale così semplicemente rimanendo ancorati al passato, ma possono farlo concependola come entità bimodale, solida come una roccia per ciò che concerne l’operatività e veloce e agile per tenere il passo delle sfide moderne dell’innovazione”, mette in evidenza
Peter Sondergaard, senior vice president Gartner e Global Haed of Research, in apertura della
prima giornata del Gartner Symposyum/ITxpo, evento che ogni anno catalizza l’attenzione di Cio e manager aziendali giunti a Barcellona per capire i trend che guidano il mercato.
“Già oggi il 45% dei Cio lavora in modo veloce e prevediamo che entro il 2015 il 75% delle aziende sarà in qualche misura bimodale”, afferma
Sondergard.
Le analisi Gartner indicano che
a livello Emea la spesa IT raggiungerà 1.3 miliardi di dollari nel 2015, in crescita del
2,6% rispetto al 2014.
Il 38% della spesa IT globale è gestito al di fuori dal dipartimento IT, focalizzandosi su molteplici iniziative digitali, ed
entro il 2017 questa percentuale salirà al 50%.
Il cambiamento è già in atto: mentre l’IT tradizionale resiste alla trasformazione,
il mondo digitale è un movimento fluttuante e crea continui momenti di business. Dai processi di business del passato al modello di business attuale
si passerà ai Business Moment, che
indirizzano diversi modi fare business.
“
Istituzionalizzando i momenti di business si può costruire opportunità “always on” e si è in grado di anticipare ciò che accade”, afferma
Tina Nunno, Vice President e Gartner Fellow.
Il
Digital Business è destinato a cambiare tutto: avrà un forte impatto sulla vita di tutti i giorni e in tutti i settori. I dati giocano un ruolo primario in questo contesto: devono essere raccolti, collezionati, analizzati per fornire informazioni in tempo reale.
Oggi si lavora in secondi, nanosecondi, microsecondi… le interazioni aumentano esponenzialmente e tutto corre veloce e si analizza in real-time.
E’ un fenomeno trasversale e pervasivo.
SERVE UNO STILE DI LEADERSHIP
“Come leader IT occorre progettare, sviluppare e rendere disponibile un mondo che sia prima di tutto digitale. Un nuovo modello, in cui ogni unità di business diventa una start-up tecnologica. Occorre cogliere questa opportunità, abbracciare il cambiamento. Coloro che lo hanno già fatto corrono veloci”, afferma Sondergaard. Per emergere nel business digitale
i Cio devono sviluppare uno stile da leadership, orchestrando le diverse linee di business. Avere una leadership digitale significa avere
un’ottica orientata al team.
”Se si pensa che molto spesso il budget tecnologico più elevato non è ad appannaggio dei Cio, si capisce che per sviluppare una leadership è importante è fondamentale operare in team mettendo a fattor comune i differenti budget, quello dell’IT, del marketing e delle altre unità di business. E poi bisogna puntare all’innovazione, avere la vision. Aziende come Google ed Apple si sono distinte nel mondo digitale perché ragionano in modo innovativo, sono fluide e agili. Senza perder di vista i budget: è necessario capire le componenti che devono correre veloci, per svincolarle da quelle tradizionali, mantenendo un focus su controllo e governo”, sostiene Nunno.
Il business digitale,
come ogni trasformazione porta inevitabilmente con sé nuovi livelli di rischio,
come indicato dall’89% dei Cio. “Nel business digitale è necessario cambiare il proprio rapporto con il rischio. Non mitigarlo, ma abbracciarlo. Prendersi il rischio è una decisione cosciente di leadership. Bisogna affrontarlo e accettarlo, ignorarlo è tragico”, prosegue Nunno.
Operare in ottica di Digital Business significa
dare spazio a big data analitycs, tecnologie dei sensori, gestione dei processi di business smart. E’ un fenomeno che riguarda
business, cose e persone. E l’enfasi è forte soprattutto sulle persone, in
un disegno di Digital Humanism:
“Le tecnologie deve abilitare le persone a fare cose che vogliono fare o che non pensano sia possibile fare. Il valore della tecnologia emerge in tutta la sua potenza se aiuta le persone a realizzare le loro ambizioni. Bisogna ragionare in termini di comportamenti, emozioni e interazioni, non guardando ai processi tradizionali”, spiega invece
Frank Buytendijk, research vice president di Gartner.
IL DIGITAL HUMANIST MANIFESTOTutto ciò a portato Gartner a
definire “il Digital Humanist Manifesto” che poggia su tre principi di fondo:
mettere le persone al centro – significa che occorre progettare ponendo l’uomo al centro. Non chiedendogli cosa desidera ma osservandolo in ciò che fa per capirlo a fondo;
abbracciare l’impredivibilità – Il momento digitale di un’azienda è fuori da essa, è nelle mani degli utenti e riguarda i loro comportamenti: ne risultano nuovi prodotti, nuovi mercati, e maggiori elementi differenzianti;
proteggere lo spazio personale – Le persone devono prendere le loro decisioni. Un digital humanist adotta ciò che viene chiamato “privacy by design”.
Visualize: estendere ciò che si è fatto nel passato visualizzando il futuro;
lead: guidare la trasformazione digitale orchestrando le diverse unità di business;
execute: agendo in modo fluido e veloce
continua a essere cosa da Cio.
Oggi e nel futuro.
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