L’hybrid IT sarà al centro della value proposition del system integrator - punto di congiunzione tra Internet of Everthing e Application Service Infrastructure. All’annuale appuntamento VEMFWD con partner e clienti Stefano Bossi, Ad di Vem sistemi, spiega il processo di trasformazione in atto.
Una cornice molto azzeccata, quella del
Mast Auditorium di Bologna - il centro inaugurato un anno fa dedicato ad arti, sperimentazione e tecnologia, ponte tra imprese e città per favorire un’osmosi tra aziende e territorio - che ha ospitato la terza edizione di
VEMFWD, l’appuntamento annuale organizzato dal system integrator Vem sistemi che annualmente chiama a raccolta i propri
clienti e partner – quest’anno circa 360, di cui 260 clienti in rappresentanza di circa 200 ragioni sociali - a cui racconta
vision, linee strategiche e capacità esecutive l’anno successivo - in questo caso
nel 2015.Un
presente e un futuro all’insegna del cambiamento, ben espresso dal titolo dell’evento:
“Everthing must change”, descritti dall’
Amministratore Delegato Stefano Bossi.
“Cambiamento è la parola chiave che caratterizza il contesto globale
; l’unica costante che ha contraddistinto gli ultimi anni di transizione tecnologica. Si sta passando dalle core tecnology con un grado di maturità elevato – data center, IT security e mobility – al consolidamento nel medio termine di nuove tecnologiche core – collaboration, video, ... - che segnano l’inizio di una terza fase contraddistinta da tecnologie emergenti quali Software Defined Anything e Internet of Things (IoT). A fronte di questi cambiamenti tecnologici cambieranno anche gli impatti su processi di business”. sostiene Bossi.
Stefano Bossi, Amministratore Delegato di Vem sistemi
“La digitalizzazione dei processi aziendali porterà inevitabilmente a una transizione di tipologia di modelli economici: dalla Network economy – che ha digitalizzato i processi di business – si sta passando alla App Economy – che digitalizzerà le interazioni uomo-macchina e macchina-macchina per passare alla Iot Economy, destinata a digitalizzare il mondo – persone, cose, dati e processi - con un forte impatto sui processi di business”. Tutto ciò determinerà l’affermarsi nuovi paradigmi IT: “
Dalla Fast IT che caratterizza l’IT odierna si passerà alla Next generation IT – che poggia su Internet of Everything e Software Defined Anything. Da qui ai prossimi tre anni sul mercato arriveranno le prime soluzioni di Software Defined Anything. Che, per esempio, nel caso di Software Defined Networking prevede il disaccoppiamento del data plane dal control plane – delle funzioni di controllo del traffico della rete e del suo carico - centralizzando le funzioni dell’intelligenza di gestione in un controller esterno. Un disaccoppiamento che, produrrà una virtualizzazione della rete, consentendo un’allocazione dinamica delle risorse. Un modello di disaccoppiamento replicabile sulle altre componenti di un data center quali computing e storage”, spiega Bossi.
Cloud Ibrido: il triplice ruolo di VemUn ulteriore tassello che emergerà nei prossimi anni sarà quello del
cloud ibrido. “
L’effetto della virtualizzazione delle risorse porta a un’IT necessarimente ibrido, in cui una una delle sfide più difficili da affrontare è relativa alla gestione del dato”. E il modello di cloud computing più aderente secondo Vem è appunto quello di
cloud ibrido. Verosimilmente nell’arco di 5-10 anni, una volta disaccoppiato il livello infrastrutturale da quello di controllo, l’
evoluzione dell’hybrid cloud porterà al Cloud Ecosystem, che in casa Vem prende forma in V-Cloud, una pi
attaforma abilitante le applicazioni, le interazioni e l’Iot. Quali le capacità distintive di Vem in questo disegno?
Il ruolo di Vem vuole essere triplice: cloud broker, come reseller di servizi cloud di vendor per cui Vem fa cloud reselling, brokering e, nel momento della delivery della soluzione fisica on site offre anche servizi di integrazione;
cloud provider, collaborando con operatori carrier su i servizi di public cloud;
cloud builder attraverso
V-Cloud, il paradigma di servizi cloud offerto da Vem per sviluppare servizi distintivi molto verticali, che per contro possono essere anche custom e tailored made, sfruttuando la profonda e storica conoscenza che Vem ha delle infrastrutture dei propri clienti.
“Sono tre ruoli che prevedono correlazioni funzionali e tecniche
. In alcuni casi si tratta di correlare i processi funzionali dei clienti, in altri bisogna fare parlare le tecnologie tra di loro con un livello di complessità notevole. Il nostro ruolo è rendere semplice la complessità”, dichiara Bossi. E prosegue:
“Già tre anni fa abbiamo valutato di offrire servizi cloud, ma abbiamo rimandato perché secondo noi non era il momento. E oggi partiamo in una logica di cloud ibrido. Il cloud non è un nemico di Vem ma un’opportunità da cogliere. Il nostro acronimo 'made in Vem' – mercato, ascolto, dinamismo ed esperienza – ci guida nel nostro percorso. I clienti sono molto interessati all’argomento. Dipende poi se nella loro organizzazione hanno un Cio illuminato o meno. Il Cio deve diventare un abilitatore di business e non di tecnologie. La I di Cio deve passare da Information a Innovation. E’ necessario fare questo salto.”
Per Vem
il 2015 sarà quindi l’inizio di un percorso più strutturato verso queste nuove dimensioni dell’IT. “
Non sarà una transizione banale, ma bensì complessa e a volte critica, che comporterà una trasformazione del nostro ruolo e profilo di system integrator. D’altronde non evolvere è follia quando i clienti lo stanno facendo e lo chiedono. Dobbiamo anticipare il cambiamento, proponendolo come valore comune. Le nostre capacità esecutive cresceranno nei prossimi tre anni facendo dell’hybrid IT il fondamento della nostra value proposition, per diventare abilitari dell’IoE e dell’Application Service Infrastrucure. E per costruire domani dobbiamo investire oggi”, afferma.
Una delivery, service, consulting e sofware companyOggi i ‘deliverables’ di Vem per l’IT ibrido sono quelli legati ai
servizi gestiti tradizionali – assurance, manutenzione classica, soluzioni on premise e professional services – e se ne stanno affermando
altri legati al cloud che conferiscono a Vem un profilo ibrido. Come visto Vem da sempre punta sugli investimenti, argomento tanto caro a Bossi:
“Ogni euro che portiamo a nuovo in azienda lo reinvestiamo in capitale umano, in tecnologia e nel company feeling, nelle sedi per fare provare un’esperienza immersiva ai clienti ma anche far stare bene il personale”. Investimenti declinati sia in termini di modello organizzativo sia di comptenze. Se l’investimento sulle competenze rimane un must per il system integrator, in termini di modello organizzativo l’orientamento va verso l’hybrid IT. Che per Vem significa
essere una delivery company – con le cinque aree di intervento tecnologico – security, data center infrastructure, collaboration, cloud computing,
building automation, ques’ultima di recente costiuzione che ha portato a bord un team esperto di specialisti per favorire la convergenza tra mondo IP e protocolli di campo – ma anche
una service company soprattutto per quanto riguarda i managed services emergenti e ancora
una consulting company ponendosi come ‘trusted advisor’ in particolare in ambito security, energy e data center. Non ultima, una
software company, incrementando il peso del software
“in una hardware company come la nostra, nata 29 anni fa. Investiremo molto sul software, soprattutto su pardigma software defined anything”, sottolinea Bossi.
Nei prossimi 18 mesi il system integrator, infatti,
punta ad assumere molti softwareisti; il prossimo tassello su cui vuole essere pronto è quello dell’
application monitoring. E con il
1 gennaio lancerà il nuovo programma Vem4talent, a cui parteciperanno numerosi stagisti, da cui saranno selezionati un numero ristretto di ingegneri informatici, al fine di indirizzare queste transizioni.
Solide basi per solidi risultatiUn percorso verso il futuro che poggia su
solide basi e su solidi risultati, posti nell’ultimo triennio – a partire dal 2012. Sono i numeri a testimoniarlo:
800 mila euro è il valore degli investimenti effettuati nel corso 2014, di cui 140 mila euro nella startup Certego, focalizzata su servizi di sicurezza gestita; raggiunto le
400 certificazioni in termini di personale; 50 certificazioni aziendali. “Per il 2014 prevediamo una fatturato pari a circa 30 milioni di euro, che significa sfiorare una crescita di circa 50% nell’ultimo triennio”. Da sottolineare anche le
2.000 ore di lezioni del personale Vem come volontari del progetto “A Scuola di Internet”, un’iniziativa congiunta con Cisco Italia. Un corso rivolto alle classi 4-5 elementari in distretti in prossimità con sedi aziendali di Vem.
“Vem deve pensare ai futuri internauti spiegando loro che fantastico mondo li aspetta; un mondo di opportunità per crescere insieme e per rendere migliore la nostra Italia”.
Insomma...
un 2015 carico di novità per Vem sistemi, che come dice Stefano Bossi, "
ha scelto di rischiare, mettendoci un pizzico di follia, per continuare a essere un leader e non un follower".
[tit:Cloud nella trasformazione digitale e casi di successo]La giornata è poi proseguita con una
serie di interventi di analisti di mercato, clienti che hanno presentato casi di successo supportati dal team Vem e
speach di vendor che lavorano con il system integrator.
Carlo Alberto Carnevale Maffé, Prof. Di Strategia Politica aziendale, Dipartimento di Management,
Università Bocconi, è intervenuto sul tema del
cloud e della trasformazione digitale:
“Bisogna avere il coraggio di affrontare il cloud come sfida istituzionale, organizzativa, locomotiva di un ripensamento istituzionale. Non è solo rete interconnessa, è un nuovo luogo comune dove ricostruire basi della nostra convivenza organizzativa. Il Cloud è fonte di approndimento collettivo, un’istituzione economica, un hub di processi economici interoperabili; come le banche sono il cloud dei soldi, il cloud è il prestatore di ultima istanza di risorse. Diventa piattaforma di monopoli visibili. Sul cloud bisogna avere come target l’intero Pil di una nazione, portare a bordo il perimetro dei processi, coprire con questo modello di logistica informativa tutto il mondo. E attenzione: non è mera migrazione dell’esistente, luogo per portare applicativi vecchi, ma posto dove portare le nuove applicazioni. E’ il più grande mercato al mondo da cogliere, una grande oppportunità per ripensare le nostre specializzazioni,” sostiene.
Come riporta ancora Carnevale Maffé
il mercato complessivo del Cloud in Italia nel 2014 cresce del 31% ed è stimabile attorno a 1,8 miliardi di euro. Le aziende italiane di qualsiasi dimensione investono più fequentemente nella 'nuvola' che nel resto delle soluzioni Ict, e un numero crescente di applicazioni anche vicino al core business aziendale si spostano dall'approccio tradizionale on premise al cloud. Chi decide un cambio di modello di fruizione per le applicazioni esistenti, sceglie nel 96% dei casi di passare da on promise al cloud, mentre nei casi di nuova informatizzazione la maggioranza (54%) sceglie una soluzione Cloud.
Guido de Simoni di Gartner ha insistito
sulla centralità dell’informazione nella trasformazione digitale. “L’informazione è centrale per capire cosa sfruttare del proprio ambiente IT; non è un problema IT ma di business. Le aziende devono lavorare orientandosi al business”.
Gabriella Attanasio, Direttore Tecnico di Vem sistemi, dopo aver posto l’enfasi sul
valore del framwork olistico di servizi Vem, nati alla fine 1999, ha presentato con il team aziendale
tre casi di successo di clienti che con Vem hanno fatto una scelta cloud.
Simone Bertolotti – IT Manager Azimut Holding, società italiana indipendente specializzata nel risparmio gestito con 180 mila clienti, un’infrastruttura costituita da 150 server e 200 apparati di rete, ha realizzato
un cloud security analytics con il supporto di Vem. Nel progetto fondamentale il contributo di
Certego, società del gruppo Vem, specializzata in servizi di sicurezza informatica, che protegge quasi 30 mila sistemi al giorno, analizza circa 7000 file attraverso 400 mila sensori, rilevando ogni mese circa 6 intrusioni.
Un Servizio di
Cloud Networking è stato presentato da Mauro Ruscelli, responsabile Sicurezza e infrastrutture IT – La Perla Global Management, che in un disegno di rilancio complessivo del marchio ha dotato i negozi di una rete di comunicazione, realizzando un’infrastruttura tecnologica per indirizzare esigenze di business e operative con una soluzione di cloud networking, basata su
Cisco Meraki. In circa tre mesi sono stati attivati circa 30 negozi in 10 paesi.
Andrea Quarta, Responsabile Ict di Co.ind, azienda nota principialmente per la produzione di caffè, con Vem ha sviluppato un progetto di
cloud monitoring, pe un cablaggio intelligente al fine di monitorare tutta la rete aziendale (server, geografica...).