Non voglio parlarvi del tanto sbandierato piano Next Generation EU ma solo sommessamente mettere in risalto che, finalmente, si inizia a parlare diffusamente dell’importanza, vera, di temi come l’Intelligenza Artificiale, il 5G, il Cloud computing, l’ambiente, la diffusione della banda larga in tutte le aree dell’italica terra, anche le più remote.
Tranquilli non vi voglio raccontare la trama del libro scritto da Alberto e Giorgio Ripa, ma soffermarmi su quello che si respira e traspira in questi giorni leggendo e ascoltando le principali notizie diffuse dai media italiani, chiacchierando con diverse persone che non sono avvezze ai nostri temi e pilastri tecnologici. Non voglio nemmeno parlarvi del tanto sbandierato piano Next Generation EU ma solo sommessamente mettere in risalto che, finalmente, si inizia a parlare diffusamente dell’importanza, vera, di temi come l’Intelligenza Artificiale, il 5G, il Cloud computing, l’ambiente, la diffusione della banda larga in tutte le aree dell’italica terra, anche le più remote. Argomenti che di fatto escono dal loro solco tecnologico, di nicchia, e si vanno a fissare nel linguaggio di tutti i giorni. Finalmente parole come 'digitalizzazione' che, diciamocelo, tra gli addetti ai lavori è anche ‘venuta a noia’ diventano patrimonio di tutti, entrano nella quotidianità e tutto questo non può che far bene al nostro paese. Ora lo sviluppo della tecnologia non riguarda solo il ministero dell’Innovazione Tecnologica, che il nuovo Premier ha affidato a Vittorio Colao, ma è il filo rosso che unisce tutti gli ambiti che il neo-premier Draghi ha citato come prioritari nel suo discorso di qualche giorno fa al Senato: ambiente, imprese, sanità, scuola, pubblica amministrazione, banda larga che, ricordiamo, in Italia viaggia ancora a due velocità (secondo Eurostat è più diffusa al Nord e al Centro, più modesta al Sud) temi, finalmente centrali, nell’evoluzione del sistema paese. Un paese che negli ultimi 365 giorni ha affrontato profondi cambiamenti, lo smart working diffuso, la DAD (didattica a distanza), facendo emergere ancor più le disuguaglianze tecnologiche tra aree differenti, effetti che poi si traducono in disuguaglianze economiche e sociali. Però sta anche emergendo, forte, un tema centrale, nel quale si evince che le aziende che sapranno accelerare la transizione al digitale e coniugare correttamente la sostenibilità usciranno più forti alla fine della pandemia. Interessante a questo proposito un recentissimo studio di Accenture “The European Double Up: A twin strategy that will strengthen competitiveness” nel quale si mette proprio in evidenza come le aziende che dimostreranno di essere più rapide nell’adozione del digitale e nell’implementazione di azioni di sostenibilità avranno una probabilità 2,5 volte maggiore - rispetto alle altre – di recuperare più rapidamente ed uscire rafforzate da questa crisi economica dovuta alla pandemia, e potranno trasformarsi nei veri “leader di domani”. Secondo lo studio, che ha coinvolto oltre 4.000 dirigenti senior di aziende operanti in 13 paesi e 19 settori, in rappresentanza di società con ricavi annui superiori a 500 milioni di dollari, emerge che circa la metà (il 45%) delle aziende europee sta dando priorità agli investimenti nella trasformazione digitale, nella sostenibilità. In particolare, il 40% delle aziende europee intervistate prevede di effettuare ingenti investimenti nel campo dell’intelligenza artificiale, il 37% nel cloud mentre il 31% sta ri-orientando i propri investimenti per concentrarsi maggiormente su modelli di business orientati alla sostenibilità. Questo trend lo fa proprio Fabio Benasso, Presidente e Amministratore Delegato di Accenture Italia che fa notare come: “Fra le maggiori sfide, troviamo sicuramente la definizione di un modello di business efficace per realizzare prodotti sostenibili, la liberazione di risorse e la capacità di passare rapidamente da progetti pilota ad iniziative su grande scala che coinvolgono l’intera società”. Mi viene da concludere che tutto questo è proprio “L’Alba di un nuovo giorno”
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