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Il paradosso dell'IT

Di fronte alle conseguenze relative all’emergenza Covid-19, con cui ci stiamo tutti misurando, mi sono imbattuto nel paradosso dell’IT ovvero a fronte di una forte richiesta di prodotti hardware, i produttori non solo non sono riusciti a soddisfare la domanda, ma hanno fatto di peggio: sono riusciti a chiudere il primo trimestre 2020 con un saldo negativo globale a -8% rispetto all’anno precedente. Il colpevole? Modelli produttivi deboli e Supply Chain da ripensare.

Opinione
Penso che ciò che è successo in questi ultimi giorni nel mercato IT non sia mai accaduto negli ultimi anni a mia memoria. Di fronte alle conseguenze relative all’emergenza Covid-19, con cui ci stiamo tutti misurando, mi sono imbattuto nel paradosso dell’IT ovvero a fronte di una forte richiesta di prodotti hardware, i produttori non solo non sono riusciti a soddisfare la domanda, ma hanno fatto di peggio: sono riusciti – ripeto a fronte a una domanda di PC che non si vedeva da tempo – a chiudere il primo trimestre 2020 con un saldo negativo globale a -8% rispetto all’anno precedente.

Un problema di 'consegne di prodotti' che ha coinvolto tutti i top player, da Lenovo ad Apple, quest’ultima con percentuali pesanti di decrescita, secondo le analisi di Canalys. In tutto è riconducibile a uno specifico fattore: la supply chain produttiva, di cui l’emergenza coronavirus sta infatti mettendo in discussione il modello attuale. E che questo sia un grande problema per l’Information Technology - e più in generale, per molti altri settori industriali come per esempio l’intera filiera dell’automotive - lo si sta vedendo proprio in questo ultimo periodo: a causa della massiccia richiesta di prodotti per lo smart working, la catena di approvvigionamento dei prodotti, in primis i PC notebook, è infatti letteralmente ‘saltata’, per non parlare di altri device IT, diventati merce rara, almeno nel nostro paese. Un vero e proprio paradosso dovuto alla debolezza dell’intera supply chain con responsabilità attribuibili ai fornitori: è il caso, per esempio, di Intel che continua a convivere con uno shortage diffuso delle proprie Cpu a causa dei problemi incontrati nella transizione alla tecnologia 10 nm; così come dei produttori di computer e di device IT per la chiusura delle fabbriche di assemblaggio in Cina. Con tutti i problemi di delivery associati, che denotano l’incapacità di riformulare velocemente i processi logistici, rivelatisi fragili e che hanno determinato la mancata consegna dei prodotti. Oggi il pensiero diffuso parla di una ‘nuova normalità’, diversa da ciò che c’era prima, molto sarà diverso dal passato: si dovranno pensare nuovi modelli lavorativi, di mobilità, di comportamenti personali e collettivi nonché di processi della filiera produttiva e distributiva dell’IT. Si dovrà ragionare sulla possibilità di realizzare catene di approvvigionamento più stabili e più vicine alle esigenze della filiera distributiva, ma anche più sostenibili per il prossimo futuro (molte altri comparti industriali stanno ragionando anch'essi su questi temi) perché tutto ciò si riflette sull’andamento del business di tutti i giorni. Basti pensare alle mancate vendite registrate da diversi distributori IT che avranno un impatto negativo sul loro conto economico, portandoli a registrare un mese di aprile con il segno meno, dopo performance in crescita a doppia cifra registrate nelle precedenti settimane. Uno scenario che si inserisce in un panorama già problematico per l’economia del nostro Paese, come evidenziato da diversi indicatori economici secondo cui c’è da aspettarsi un probabile calo a fine semestre compreso tra il 10 e il 12 percento del PIL, che si traduce in una difficile situazione per le aziende, con posti di lavoro che saltano, riduzione di spesa nei vari settori produttivi. Un fenomeno che non può non impattare anche sulla filiera IT. Come sottolinea Jay McBain, Principal Analyst, Channel Partnerships & Alliances di Forrester, il comparto ha il 50% di probabilità di trovarsi di fronte a un pesante declino globale che trascinerà con sé una importante fetta di operatori di canale (Forrester stima che il 25% dei Reseller, Var e Msp di tutto il mondo avranno problemi di accesso al credito e gravi problemi finanziari). Una situazione difficile, tanto che alcuni analisti finanziari la definiscono ancor più devastante rispetto alla crisi finanziaria degli anni 2008-2009, in grado di mettere in discussione il 'modello' canale così come è stato concepito e sviluppato fino ad oggi.
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