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Vem sistemi apre a Milano e nel 2015 punta a IoT e building automation

Stefano Bossi, Ad di Vem sistemi, fotografa lo stato di buona salute di un system integrator che negli ultimi anni viaggia a ritmi di crescita ineressanti e investe. Lo testimonia l’apertura della quinta sede a Vimercate, nei pressi di Milano, concepita secondo un aproccio di ‘company feeling’.

Tecnologie & Trend
Un’azienda di competenze con la voglia di rischiare. E’ Vem sistemi, system integrator di Forlì, abilitatore di infrastrutture informatiche, che, in controtendenza, cresce a ritmi sostenuti, in un momento di crisi generale del mercato.
L’occasione per inquadrare l’attività societaria con Stefano Bossi, amministratore delegato di Vem sistemi, l’ha fornita la recente apertura della sede a Vimercate, nei pressi di Milano, nel centro direzionale delle Torri Bianche. “La logica seguita da Vem è quella di continuare a investire. Sarebbe un peccato sprecare una crisi, visto che nel quinquennio 2009 al 2013 Vem ha raddoppiato il fatturato – passando da 14 milioni di euro a 27,5 nel 2013 - e, quantomeno dal 2011, in corrispondenza del mio arrivo, ha espresso la volontà di incrementare gli investimenti. Poiché i risultati ci stanno dando ragione, l’idea è quella di procedere in questa direzione: modello che vince non si cambia, dice.
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Stefano Bossi, amministratore delegato di Vem sistemi
Oggi, in un contesto come quello italiano avere un fatturato nell’ordine dei 30 milioni di euro (130 dipendenti in cinque sedi), di fatto, significa collocarsi nei top 100 delle aziende italiane: Lo scenario competivo italiano si sta rimescolando; negli ultimi cinque anni non si sono registrate nascite di aziende che, in una logica di ricambio, hanno sostituito quelle che hanno chiuso i battenti. Nel mercato informatico è in atto una selezione darwiniana. Molte aziende del nostro calibro non ci sono più. Vem, per contro, cresce e investe, sottolinea.
E’ in questo disegno di crescita ed espansione che si colloca la recente apertura della sede di Vimercate – la quinta in Italia – inaugurata lo scorso 8 luglio. “Vem non apre filiali ma sedi vere e proprie per dare prossimità al business e ai clienti. Significa essere in grado di gestire logistica, manutenzione, segreteria commerciale, forza vendita e forza tecnica di pre e post vendita. Questa è la logica con cui stiamo aprendo tutte le nostre sedi: Milano, Modena, Padova, Senigallia, oltre all’haedquarter a Forlì. E’ un atto quantomeno insolito rispetto all’apertura di una filiale, che richiede maggior coraggio e volontà perché il rischio imprenditoriale aumenta”.
Nelle sue sedi Vem applica la filosofia del ‘company feeling’: stessa tipologia di ingresso, stessi colori e, sostanzialmente, la stessa gestione degli spazi. ‘L’idea è quella di dare ai clienti – molti dei quali multisede e multinazionali che vogliono essere seguiti in tutte le sedi - la sensazione di visitare un ambiente familiare, in qualunque sede si trovino”.
Dopo aver messo mano anche alla sede di Senigallia per allinearla alla logica descritta, a breve partirà un progetto biennale (se non triennale) di rifacimento dell’headquarter di Forlì che interesserà migliaia di metri quadri.
Tre i driver principali che hanno condotto Vem alla scelta di Vimercate: in primis, la baricentricità verso i clienti: “L’idea di prossimità è tanto più valida quanto si è più vicini ai clienti. Nel 2012 abbiamo condotto un’analisi da cui è emerso che il 52% del business di Vem nell’area lombarda era fatto da clienti dell’area Monza-Brianza; un altro 20% da clienti di Milano-città e un’altra componente più spostata sulla cintura Bergamo-Brescia, comunque logisticamente sull’asse di Vimercate”. Secondo: la vicinanza alle filiali di vendor strategici a partire da Cisco Systems, per estendersi ad altri big delle Tlc e dell’informatica (Sap, Alcatel Lucent, solo per citarne alcuni). Terzo: il fatto che Vimercate si sta trasformando in un polo di riferimento per il mondo IT”.
In termini di business, invece, con la nuova sede Vem rafforza la propria presenza nel territorio del nord ovest, triplicandola, per numero di persone (oggi sei di profilo commerciale e  tecnico) e tipologia di presidio

Un ambiente social, intriso di tecnologia
 
La sede, che prevede comodamente la presenza di 12-14 persone, occupa circa 240 mq di spvem2.jpgazio, suddiviso in due aree principali: 170 mq dedicati al cosiddetto workspace, dove si accomodano i lavoratori, mentre gli altri 70 mq rapprentano l’area ospitality: “Se è  vero che il valore della prossimità di una sede è quello di poter supportare da vicino attività di vendita e prevendita ma anche di post-vendita, vale anche il viceversa. Mi piace l’idea che anche i clienti possano venire accolti da noi in questa area ospitality”.
Ad accogliere il personale e i visitatori al 5° piano del Palazzo Larice, il totem con una “virtual secretary” che risponde in TelePresence dalla sede di Forlì, un po’ il simbolo di come Vem integra le tecnologie, dalla collaboration, alla mobility, alla gestione dei contenuti multimediali, fino alla building automation e controllo degli accessi; soluzione che già oggi trova applicazione negli ospedali o in aziende della moda, solo per fare un esempio. E’ una combinazione di tecnologie Samsung (reception virtuale) e Cisco (communication).
Accanto, la sala riunioni attrezzata per la TelePresence, sviluppata per dare la sensazione di condividere la stessa stanza delle altre sedi e favorire la comunicazione e la fruizione di contenuti, o per accogliere riunioni anche senza collegamenti da remoto, cambiando, se si vuole, anche il colore della parete di sfondo illuminata da serpentine di Led appositamente collocate. Qui la tecnologia Cisco si sposa con quella di Schneider Electric e crea un’esperienza immersiva per coloro che la utilizzano. In campo entrano anche tecnologie di digital signage, una sorta di corporate TV con distribuzione di contenuti multimediali su tutte le sedi.
vem3.jpgEd entro gennaio 2015 è atteso il lancio di un terzo spazio, un corner Flexpod, una piattaforma infrastrutturale che integra storage, networking e server  che consente a Vem di mettere in vetrina i partner tecnologici Cisco, Citrix, NetApp, Riverbed e Schneider Electric.
“La completa insonorizzazione e la bellezza intrinseca del sistema consentono di portare una nuova value proposition in uffici multinazionali o comunque in spazi dove vi è la necessità di una capacità elaborativa non trascurabile ma al tempo stesso non c’è fisicamente la possibilità di usare un data center. Vogliamo mostrare ai clienti che è possibile porre un Flexpod all’interno di un’area lavorativa o area ospitality, perché ha un tasso di insonorizzazione incredibile ed è anche un complemento d’arredo”.
Una sede, quindi, con una connotazione molto social. Social da intendersi nel senso fisico del termine, associato al concetto di prossimità. “E’ una corrispondenza biunivoca: Vem avrà più facilità nel presidire e supportare i clienti, i clienti potranno toccare tecnologie che noi già utilizziamo in azienda. Tutte le sedi Vem hanno una sala di Telepresence identica a quella di Vimercate”. 

Vem, presente e futuro
Vem in un’ottica di processi di business lavora su tre dimensioni dell’IT: efficacia, efficienza e riduzione dei costi di transazione e investe soprattutto in competenze e conoscenza. Così operando, nel 2013 ha riportato una crescita significativa (60-70%, confermata anche nel 2014), sulle tecnologie legate al data center. “Una grossa componente dei 6 milioni di euro in valore assoluto che abbiamo ottenuto nel 2013 rispetto al 2012 proviene dall’area data center, dove abbiamo raccolto gli investimenti effettuati negli anni precedenti. A trascinare la crescita hanno contribuito in particolare: la componente IT di Schneider Electric, la tecnologia NetApp e la componente Ucs di Cisco”. Buone anche le performance ottenute nell’area security, grazie a vendor quali Fortinet e Check Point, con  percentuali di crescita intorno al 80-90%, mentre la componente collaboration & communication è rimasta più o meno stabile, ad eccezione della parte relativa ai sistemi di telefonia, cresciuta grazie all’annuncio del sistema Cisco BS6000.
Una posizione dominante quella in area data center riconosciuta anche dai partner: a ottobre del 2013 Vem è diventato Gold Mssp - Managed security service partner - di Fortinet; ad aprile 2014 Gold partner di Check Point e a giugno 2014 Platinum partner di NetApp (solo 18 mesi fa era Silver, ndr). “Dal mio arrivo nell’agosto 2011 abbiamo percorso tre anni intensamente, quasi in apnea, correndo senza mai dimenticare i risultati. Questi riconoscimenti tecnici sono un giusto mix tra risultati commerciali e forti competenze tecniche”.
Internet of Everthing e Building Automation rappresentano invece la nuova ‘wave’ tecnologica a cui guarda con interesse il system integrator. L’Internet of Everthing introduce un concetto di ecosistema, con componenti infrastrutturali, di Big Data, sensoristica e automazione. Per questo, nel tassello ideale dell’ecosistema a cui punta Vem, a partire dal prossimo mese di settembre e per tutto il 2015 investiremo sulla divisione di Building Efficiency & Control che dal team attuale esistente diventerà una vera divisione - con l’inserimento di nuove persone - al pari della altre (Data Center, Security, Cloud Technology, ...)".
Sebbene in generale  il 2014 per la maggior parte delle aziende del settore IT permane un anno di relativa difficoltà, la semestrale Vem è in crescita. ”Investire paga. Mai come in questo momento bisogna avere la capacità di stare in ascolto dei clienti, per comprenderne appieno le necessità e rispondere in modo adeguato. In termini di progetti stiamo realizzando moltissimi progetti data center, dal cablaggio fino alla componente attiva. E’ il caso di aziende di una certa eco e rilevanza, spesso quotate in Borsa in cui lavoriamo su progetti multimilionari. Sull’area data center quest’anno raccoglieremo ancora di più dell’anno scorso, il che ha dell’incredibile”. E le referenze iniziano a pagare. “Prensentiamo un modello vincente e replicabile; per questo motivo cominciamo ad avere parecchie referenze. Sempre più spesso i clienti guardano alla solidità finanziaria dell’azienda – nel mondo moderno un fornitore è uno stakeholder, un partner strategico – e alle referenze, che diventano centrali”, conclude Bossi.
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