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Fortinet Security Day 2018, una sicurezza da record per una sfida senza precedenti

Fortinet Security Day 2018, Milano e poi Roma. Due giorni di confronto, dibattito e analisi della più grande sfida che manager e imprese si trovano oggi ad affrontare. La protezione di dati, infrastrutture critiche, privacy e, ovviamente persone. "L’unica risposta possibile è fatta di integrazione, servizi, valore, competenze".

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Fortinet Security Day 2018. Milano e poi Roma. Due giorni di tutto esaurito, come da tradizione, per la multinazionale della sicurezza che, da sempre, in Italia vive forse la sua espressione più efficace sia a livello di penetrazione territoriale sia a livello di ecosistema di vendita di business ovviamente. Due giorni per mettere nelle mani di diverse centinaia tra CIO, IT manager, system integrator e distributori informatica, la chiave per neutralizzare il pericolo legato alla più grande sfida che una impresa possa affrontare: la sicurezza, la capacità di proteggere dati, denaro, privacy e persone… il tutto mentre non si perde nemmeno un millimetro degli enormi poteri che la rivoluzione digitale offre. Una chiave fatta di console di gestione univoche, un “Fabric” capace di proteggere allo stesso tempo IoT, ambienti cloud, end point e infrastrutture tradizionali e da un canale di vendita ad altissimo valore aggiunto.

Fortinet Security Day 2018, un successo italiano frutto di alchimia e compatibilità

«Non c’è nulla di scontato – spiega Filippo Monticelli Sr. Regional Director Italy & Malta di Fortinet, manger che è anche il simbolo di questa progressione italiana - Fortinet, fin dai primi anni 2000, sia per il tipo di aziende e di mercato che caratterizzano il nostro Paese sia grazie ad una presenza locale fin da subito centrata su professionalità di grandissimo valore, ha messo a segno tassi di crescita molto importanti anche rispetto a tutti gli altri Paesi europei. A dare la svolta decisiva ci ha pensato poi l’ecosistema di vendita e la costruzione, passo passo, di un canale di distributori di informatica e system integrator ad altissimo valore. Cosi, in pochi anni abbiamo cementato una presenza territoriale da leader rispetto a tutti gli altri Paesi in cui Fortinet opera. Il tutto poi – continua Monticelli - associato ad una offerta di security che per ampiezza e capacità di servire ogni tipo di dimensione aziendale si sposa benissimo con la variabilità del mercato italiano. La nostra è un’offerta che si “cala” in tutti i settori in maniera naturale».
Il risultato, conclude Monticelli, è una azienda presente in tutte le convenzioni Pubbliche e che è la più “utilizzata” per la security della PA. Stesso discorso vale per mondo enterprise e PMI…

Fortinet Security Day 2018, la tecnologia, il canale… il valore

Ma veniamo al dettaglio degli eventi di Milano e Roma. Il cuore, il DNA, il messaggio che, nel corso delle due giornate dei Security Day, con più forza ha colpito la platea è, manco a dirlo, legato alla completezza dell’offerta di Fortinet ma, soprattutto, alla elevata capacità di integrare un’unica risposta per tutte le tipologie di protezioni possibili. Una “magia” frutto di una strategia che da tempo vede proprio nel concetto di “Fabric” e di console unica di gestione il suo perno. «Sicuramente la nostra capacità di erogare servizi di sicurezza da una singola console di gestione è un grande punto di forza – racconta infatti Antonio Madoglio, Director Systems Engineering Italy & Malta at Fortinet -. Si tratta di un approccio che limita l’effort di monitoraggio e controllo da parte degli IT manager e allo stesso tempo uniforma informazioni che arrivano da fonti diverse come cloud eterogenei, social networks, reti IoT… Un approccio che uniforma tutto in un unico punto e correla informazioni in maniera intelligente generando alert in maniera sempre più veloce e predittiva. Questa è la strada che abbiamo scelto per aiutare imprese e partner a rispondere in modo efficace a minacce di portata epocale».
Una portata che deve la sua ampiezza non tanto al livello di “innovazione” che gli hacker sono in grado di iniettare nelle loro strategie di attacco, ma proprio nei budget ridotti che le imprese dedicano alla security e nelle soluzioni di difesa “incerottate” che ne scaturiscono. «Più che gli hacker – ha concluso Madoglio - credo che questo sia il pericolo più grande per il nostro tessuto economico industriale ed è per questo che insistiamo sul concetto di Fabric e di console centrale/intelligente/semplice per sfidare la cybersecurity».
Una sfida la cui riuscita passa inevitabilmente dal motore di business più potente per Fortinet e dal suo storico marchio di fabbrica, il canale, i system integrator e i distributori di informatica. Un ecosistema solido e di grande valore alla cui guida c’è un manager come Cesare Radaelli, Sr Director Channel Account di Fortinet Italia.

Fortinet Security Day 2018: "Così abilitiamo la trasformazione digitale del canale"

«Siamo nel mezzo di una doppia sfida. Un doppio fronte di trasformazione epocale che sta investendo sia i nostri clienti finali sia il canale indiretto – spiega Radaelli -. Nel mezzo ci sono sistemi di attacco cyber senza precedenti. Per questo come Fortinet ma, prima di tutto, come operatore che lavora nel mondo della security sentiamo il dovere di produrre uno sforzo e un impegno fuori dal comune. Lo chiedono i tempi in cui viviamo, lavoriamo e facciamo business. Da una parte, come abbiamo appena visto, ci sono imprese che usano gli strumenti digitali in maniera sempre più diffusa, strategica e, il più delle volte, esageratamente disinvolta. Dall’altra ci sono system integrator e Var che, a loro volta, sulla scia dell’IT che diventa servizio devono necessariamente cambiare passo a livello di organizzazione interna e strategie di vendita. Non si vendono più prodotti puri ma servizi, esperienze di utilizzo da pagare a consumo – racconta il manager –. Una rivoluzione “antropologica” prima che tecnologica. Noi siamo chiamati ad essere pronti per sostenere il nostro canale verso questa frontiera. Non potrebbe essere altrimenti. Investire davvero sull’ecosistema vuol dire farne veramente parte, sostenerlo, esserne promotore». Ma, al di là della trasformazione in atto, come sta procedendo la costruzione di un canale a valore da parte di Fortinet? «Il cammino – commenta Radaelli – continua. Sollecitazioni continue in arrivo dal mercato impongono un altrettanto continuo cambio di passo a livello di competenze e strumenti che mettiamo a disposizione dei nostri partner». Ma c’è di più… Fortinet è nel mezzo di una fase di spinta e trasformazione molto forte del suo canale. «Da un lato siamo diventati sempre più selettivi nella ricerca di nuovi partner – conferma Radaelli –, e non potrebbe essere altrimenti vista la volontà di uno sviluppo congiunto di attività da fare sul mercato nell’ottica del “Fabric” e di un approccio integrato alla security che richiede molte competenze, dall’IoT al cloud passando per i Big Data… Integrare, semplificare verso l’esterno vuol dire complicare per chi il motore lo deve alimentare all’interno… Dall’altra parte c’è la sfida del consolidamento del canale con la voglia di indirizzare la relazione con i partner sempre più verso l’offerta completa». Meno volume dunque, meno scouting alla “cieca” e più selezione sia verso chi entra sia verso chi già fa parte del canale Fortinet. Il momento sul mercato è infatti solenne e la società sta facendo appello alle migliori risorse sul territorio.

Fortinet Security Day 2018, Cassini: "L’Italia non è così indietro sulle competenze… si fatica invece sull’implementazione"

Numeri che dunque continuano a tornare per la filiale italiana di Fortinet e per (o grazie ai) suoi uomini simbolo. Un’eccellenza certificata, nel corso della due giorni di Milano e poi Roma, anche dalla presenza di Filippo Cassini, Senior Vice President World Wide, Systems Engineering di Fortinet. Un’eccellenza mondiale della sicurezza (per giunta italiana) che non ha voluto perdere l’appuntamento con le due giornate di confronto dando un contributo decisivo nello sviluppo della discussione e dei messaggi chiave da fornire ai tantissimi partecipanti.
«Rivoluzioni come social e cloud computing non possono e non devono farci pensare ad una privacy inevitabilmente meno rigida… - ha spiegato Cassini – Serve invece aiutare chi condivide i dati e chi opera con questi dati (organizzazioni economiche, sociali ecc) a capire che i processi e il trattamento delle informazioni non sono una materia da trattare con leggerezza. Da errori e sviste a questo livello possono dipendere guai seri per il business. Il dato insomma diventa oggetto di processi critici che vanno sviluppati in maniera competente e trasparente. Solo cosi un manager sa sempre a chi rivolgersi quando c’è un problema». Una sfida che molti osservatori autorevoli, proprio per il livello di arretratezza tecnologica e di competenze del mercato, vedono quasi proibitiva nel nostro Paese… «Non sarei così pessimista.- ci rincuora Cassini -Penso che dal punto di vista della conoscenza e della competenze non ci siano “gap” enormi tra vari Paesi europei e l’Italia. Anzi, in Italia abbiamo dato vita, per esempio, a legislazioni all’avanguardia nella gestione dei dati rispetto al tutto il resto del Mondo. Le note dolenti e le complessità, casomai, arrivano a livello di implementazione. Ci sono inerzie che creano rallentamenti gravi nella fase di integrazione di moderne pratiche di gestione della sicurezza… questo si, è evidente. Per questo come Fortinet stiamo, e dobbiamo continuare a lavorare per aumentare la sensibilità e la percezione dei rischi legati a questi rallentamenti…».


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