Alberto Ghisleni, Amministratore Unico di Project Informatica e Federica Ronchi, Direttore Generale di Monclick svelano i piani di sviluppo in seguito all'acquisizione di Monclick da parte del Gruppo Project.
E’ di
4 milioni cash il valore dell’acquisizione della totalità del capitale sociale di
Monclick da parte del corporate dealer Project Informatica. Un’
operazione avvenuta a fine febbraio, spiegata alla stampa dai vertici aziendali:
Alberto Ghisleni, Amministratore Unico di Project Informatica e Federica Ronchi, Direttore Generale di Monclick.“Nella filosofia del Gruppo Project il cliente è il primo obiettivo. E l’acquisizione di Monclick aderisce a questo disegno portando una diversificazione. Se con le consociate del Gruppo infatti riusciamo a coprire le esigenze tecnologiche e infrastruttuali delle aziende, dalle grandi fino alle piccole, con Monclick entriamo di diritto nel mercato consumer e dei privati. Che sta a significare che oggi qualsiasi cliente, sia esso un privato o un’azienda, può trovare nel Gruppo Project una soluzione per i suoi acquisti. E tutto ciò ci porta a essere il primo Gruppo in Italia a vantare un’offerta a 360 gradi con un fatturato di rilievo – valore consolidato somma di Gruppo pari a 180 milioni - 97 milioni Monclick, 68 Project, il resto delle consociate", dichiara
Ghisleni. Per Project significa anche
diventare il cliente principale dei propri partner. Il riferimento va ad aziende del calibro di HP e Samsung ma anche a tutte le altre.
“Spingersi verso il consumer porterà vantaggi soprattutto in termini di maggiore collaborazione”, afferma Ghisleni.
Alberto Ghisleni, Amministratore Unico di Project InformaticaTra gli altri plus derivanti dall’acquisizione di Monclick citati da Ghisleni rientrano
il patrimonio di persone e il know-how nel modello di approccio alla vendita senza dimenticare
il motore Web di proprietà di Monclick, che, pur rimanendo lo strumento di vendita ad appannaggio solo di Monclick non è detto che, a tendere, possa essere portato nelle altre società del Gruppo. Ghisleni ci tiene a chiarire che:
“con questa operazione non significa che Project si focalizzerà sul consumer. Al contrario: Project vuole dedicarsi alla sua missione principale relativa allo sviluppo di progetti ad hoc di infrastruttura delle grandi, medie e piccole aziende. Al contempo, però, vuole portare ai circa 2.500 clienti attivi - alcuni con un organico superiore ai 5000 dipendenti - il messaggio di Monclick come principale motore di vendita. Internet è un fenomeno che non si può trascurare, così come il fatto che il divario tra utenza aziendale e consumer tenderà a essere sempre più labile. Senza dimenticare che logica dei numeri rimane importante: presentarsi sul mercato con una struttura del valore di 180 milioni è molto diverso dal proporsi con un fatturato di 70”.
Nell’operatività
le due realtà rimarrano distinte, con management separato, attività di acquisto indipendenti, nessun passaggio di fatturato. Ghisleni in concerto con Ronchi
fa chiarezza sulla relazione con il Gruppo Esprinet. Se prima dell'acquisizione circa il 70% degli acquisiti di Project era da attribuire a questo distributore, l’operazione Monclick non può che rafforzare questa relazione.
Per Esprinet siamo uno dei clienti di riferimento; ora il nostro obiettivo è legarci ancora di più a loro, diventando un cliente ancora più importante”. Interviene Ronchi:
“Nel 2013 sviluppando Monclick un fatturato di 97 milioni di Euro cominciava a essere visibile su tutti i tavoli di lavoro e quindi si è resa necessaria una sua emancipazione, mentre Esprinet ha potuto focalizzarsi maggiormente sul proprio core business. Oggi come Monclick possiamo venire fuori allo scoperto e siamo molto più liberi di cogliere appieno le esigenze del mercato”. Ronchi racconta che Monclick ha già
costruito una mappa del catalogo per individuare alcuni ambiti verticali come la componentistica, core business di altri distributori dove non vi è sovrapposizione con Esprinet, che potrebbero andare ad arricchire il catalogo.
Il modello Monclick e gli sviluppi futuri
Federica Ronchi illustra i progetti su cui sta lavorando Monclick, non prima di aver ricordato gli
asset principali lungo cui si è declinata la storia di Monclick.
Nato nel 2005 come e-tailer,
ri
venditore on line di prodotti di elettronica di consumo, da quando è nato ha lavorato in
un comparto che ogni anno ha mostrato importanti segnali di crescita. Dal 2005 al 2013 infatti
il mercato dell’e-commerce dei beni durevoli cresce anno su anno tra un 15 e un 20%. Nonostante questa crescita significativa,
il livello di penetrazione dell’e-commerce dei beni durevoli deve ancora crescere.
“Oggi il mercato retail italiano è penetrato dall’on line per un 10% mentre ci sono paesi come Germania, Francia e Uk dove questo livello di penetrazione è doppio. Un mercato quindi in continua crescita, dove però c’è ancora tanto da fare. In questo quadro si inserisce la volontà di Monclick di rappresentare un e-talier di riferimento”.
Tra gli asset individuati sin dalle origini dall’e-tailer vi è sicuramente
una focalizzazione merceologica che non è mai venuta meno.
“A differenza di alcuni competitor abbiamo sempre voluto rimanare concentrati sul comparto dell’elettronica di consumo evitando di diventare un bazar. La focalizzazione su questo mercato ci consente di portare ai nostri clienti un’interfaccia completa e competente. Oggi il catalogo Monclick è costituito da oltre 50 mila referenze solo nel mondo IT e dell’elettronica di consumo”, racconta Ronchi.
Federica Ronchi, Direttore Generale di MonclickAltro asset di Monclick è
la relazione diretta con il fornitore. “E questo è un 'intangible' fondamentale perché ci permette di avere un catalogo centrato, di lavorare su novità di prodotto, con anteprime ma anche di portare a valle le promozioni più interessanti. Il cliente per noi è al centro nell’usabilità del sito, nelle performance, nei percorsi di ricerca, per arrivare alla semplicità del carrello, alle molteplici modalità di pagamento e di servizi logistici e a un’assistenza clienti interna pre e post vendita”.
Un
modello di business che poggia su un sistema efficace ed efficiente, con un’architettura robusta e sicura, che consente di creare in modo semplice il carello, in grado di raccogliere i micropagamenti e fare delivery sull’utente finale.
Un paradigma che può aprire a nuove strade ed essere utilizzato in nuovi comparti. "La nostra volontà è quella di interpretare ciò che abbiamo fatto negli anni nel b2c, quindi un e-commerce rivolto all’utente finale nell’ambito b2b. Pensiamo al mondo delle microimprese. Oggi ci sono 5 milioni di Partite Iva che possono e vogliono acquistare on line, perché vedono in questa modalità la possibilità di risparmiare sui costi”. Secondo Ronchi è necessario
creare un ambiente in cui la Partita Iva capisca che si sta parlando la sua lingua in termini di rappresentazioni semplici relative agli acquisti già effettuati e programmi di loyalty per consentire alla piccola impresa di lavorare su un modello fidelizzato. Per far ciò Monclick sta lavorando per
individuare pacchetti chiavi in mano, prodotti tailored made, centrati sulla piccola impresa.
Un
altro progetto già avviato che Monclick che intende sviluppare ulteriormente è quello del
Digital Cral, intesa come possibilità di
offrire al personale delle grandi organizzazioni italiane un’offerta costituita da un numero limitato di prodotti rispetto all’assortimento Monclick ma con
prezzi molto aggressivi e interessanti. “
Da una parte i large account vogliono portare soluzioni di valore ai propri dipendenti e dall’altra ci sono i fornitori che guardano con molto interesse a questo mercato esteso dove si può arrivare con prodotti e prezzi riservati”. Da un po’ di anni Monclick ha iniziato a sviluppare questo progetto – soprattutto nei principali instituti bancari - ed è un modello che ben si colloca all’interno delle aziende italiane con un numero corposo di dipendenti
. “Lo abbiamo sviluppato sull’offerta di alcuni fornitori – Samsung, HP, Canon e Acer. Forniamo accesso a un sito riservato che mostra un set di prodotti – circa 10-15 dei brand a condizioni molto interessanti. Il singolo dipendente può accedere al sito e acquistare prodotti nuovi a prezzi mediamente inferiori del 30-40% rispetto ai listini del fornitore, toccando punte anche del 70%, senza massacrare il prodotto sul libero mercato”. Quella descritta da Federica Ronchi è una
Monclick poliedrica, flessibile e proattiva, in grado di massimizzare la relazione diretta con il fornitore, cogliere le esigenze del fornitore e con un buon time-to-market
trasformare l’idea del vendor in un’interfaccia web accattivante,
in un carello semplice da usare e in una consegna del prodotto all’utente finale.
“Vogliamo essere una Web-agency per diventare un rivenditore a tutti gli effetti”.
Progetti ambiziosi come quello di
espandersi a livello internazionale. Dopo l’apertura nel 2011 di Monclick Francia, l’idea è quella di
aprirsi a nuovi mercati in Europa: sullo scacchiere si guarda a
Spagna e paesi limitrofi, Svizzera e, in generale, ai mercati francofoni avendo già sviluppato con successo il mercato francese.
Si prospetta interessante il 2014 di Monclick così delineato, con l'obiettivo di
replicare la crescita di fatturato a due digit del 2013.“Il passaggio di proprietà da Esprinet a Project sarà graduale e in continuità, mentre la nostra volontà è di non avere neanche un minuto di defocalizzazioe rispetto al business”, sostiene Ronchi.
La struttura italiana sta lavorando per rendere autonomi i back office e contemporaneamente
sta investendo nell’assunzione di nuove figure professionali da inserire nei reparti marketing/commerciale e Web.
“Sviluppando tutto al nostro interno, i siti sono la nostra finestra sul mondo ed è fondamentale investire in figure professionali quali designer, sviluppatori e web marketing”, conclude.
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