Canalys Channels Forum 2016 (Barcellona). Il
keynote di
Steve Brazier, presidente e Ceo di Canalys, società che organizza e ospita il tradizionale appuntamento europeo del Canale IT,
è cominciato con brutte notizie: in Emea nei primi sei mesi dell’anno le vendite storage hanno già segnato un -5%, stesso calo per i server, mentre i PC hanno registrato addirittura un crollo del 12%.
A riportare in sala un po’ di ottimismo sono i dati relativi alla security (+12% - con un giro d’affari mondiale ormai pari a 4,5 miliardi di dollari), ai sistemi iperconvergenti (+74%), ai tablet convertibili (+150%) e allo storage Flash(+100%).
Presentando i dati, l’attenzione di Brazier si è soffermata soprattutto sul segmento server, un mercato che da qualche anno presenta nuove dinamiche, chiedendo agli operatori di canale un’evoluzione radicale nelle modalità di proposizione. “Se nel 2013 i server erano veicolati per il 75% in modo indiretto e per il 25% in modo diretto, oggi le cose si sono un po’ complicate - afferma il Ceo di Canalys -. Nel 2016, infatti, la vendita dei server passerà solo per il 40% dal canale tradizionale, mentre per il 25% passera’ attraverso la modalità Mps e per il 25% dal Public cloud con un’erogazione as a service”.
Il viaggio degli operatori di canale verso il mondo dei servizi è sostanzialemente cominciato e loro stessi sono i primi ad adattarsi ai nuovi modelli di business per sopravvivere.
Secondo le analisi di Canalys, già oggi il 15% dei rivenditori si definisce Managed service provider, anche se nell’80% dei casi continua a vendere soluzioni anche in modo tradizionale.
Attenzione ai giganti del Public CloudImpressionanti i numeri presentati da Brezier sul Public Cloud, un segmento che nell’ultimo anno ha registrato a livello mondiale una crescita enorme non solo in termini di fatturato generato, ma anche di investimenti. Oggi questo mercato si concentra nelle mani di tre top player (Amazon Aws, Microsoft Azure, e Google) con un’esposizione di spesa in crescita rispettivamente del 59%, del 98% e dell’89%. Tre colossi sulle cui dimensioni Brazier mette, però, in guardia, soprattutto per i pericoli che possono far correre al mercato. “Se uno di questi tre Hyperscaler dovesse entrare in crisi, centinaia di migliaia di aziende seguirebbero la sua sorte, scatenando una crisi economica. E motivi per cui uno di questi tre giganti puo’ crollare sono tanti: difficoltà finanziarie, catastrofi naturali (vedi Fukushima) o attacchi terroristici che possono colpire i datacenter, cali di tensione nella rete elettrica, fino alla possibilità di diventare essi stessi vittime della propria complessità di gestione”.
Cloud marketplace al decollo?Nel suo speech Brazier ha dedicato un’interessante riflessione anche al tema dei cloud marketplace, in particolare a quelli dei distributori, che ancora aspettano di vedere i frutti dei propri sforzi. Maggiore imputata del loro mancato decollo un’offerta tutto sommato limitata, che a fronte di alcuni vatntaggi non fa trovare ai rivenditori tutto cio’ di cui hanno effettivamente bisogno i clienti.
“Vedremo se l’acquisiione di Avnet da parte di Tech Data mettera’ rimedio a questo situazione, aggregando nel portfolio d’offerta tanto la proposizione Aws quanto Azure” sottolinea Brezier, che ha voluto chiudere il proprio keynote con un po’ di ottimismo, spronando i rivenditori a crescere in competenze soprattutto nella gestione dei data center, nella security e nella compliance per continuare a fare business con profitto nel mercato IT.