#mesedelcanale, la parola all’esperto e all’analista di mercato

Ad arricchire di valore l’evento conclusivo del #mesedelcanale di ChannelCity i coinvolgenti speech di Francesco Sacco, Professore Universitario SDA Bocconi e Università dell’Insubria e di Isabel Aranda, Country Director della filiale italiana dell’analista di mercato ContextWorld

Autore: Barbara Torresani

Un pomeriggio intenso e ricco di contenuti e spunti: ad aprire gli interventi ci sono i prestigiosi contributi di Francesco Sacco, Professore Universitario SDA Bocconi e Università dell’Insubria e Isabel Aranda, Country Director della filiale italiana dell’analista di mercato ContextWorld. Di seguito, spunti, considerazioni sull’AI e dati di mercato relativi alle dinamiche del mercato distributivo e del canale, anche in relazione all’adozione dell’AI.

Ecco quindi alcuni stralci ed evidenze dei loro interventi.

Parte Francesco Sacco con la risposta a una domanda provocatoria: Ma l’AI è l’ennesima bolla tecnologica/finanziaria?: “Osservando l’andamento dell’AI al momento siamo su un picco, e l'Italia è in questa bolla. Cosa significa in termini concreti? Nella storia dell'umanità le bolle sono nella natura dell'uomo: quando si manifestano queste opportunità di fare business si crea euforia, e, nell'euforia, l'investimento è sempre maggiore di ciò che dovrebbe essere razionale fare. In realtà, però, tutte le grandi rivoluzioni tecnologiche sono arrivate con delle bolle: il motore a scoppio, l'elettricità, il telegrafo, il telefono, internet,…: fenomeni arrivati dopo un momento di iper-investimento. E’ il caso, per esempio dell’affermarsi di Facebook così come di Google, arrivati dopo lo scoppio della new economy. Dopo l’euforia generalmente segue una fase di ‘sboom’, durante la quale i prezzi tendono ad abbassarsi di molto, ed è allora che parte il vero mercato. Nel momento in cui scoppia la bolla inizia quindi la vera rivoluzione”. Ora si tratta di capire se è una rivoluzione industriale che porterà valore.

E, inoltre, funziona o non funziona; insomma, si hanno vantaggi nell’utilizzarla? "Molti test evidenziano che l’AI sta funzionando e in molte applicazioni come lo speech recognition e in ambiti complessi, la sua capacità è superiore alla capacità media di un umano: “L'intelligenza artificiale, di fatto, in molti contesti come, per esempio, la classificazione delle immagini e il riconoscimento del parlato, solo per citarne alcuni, ha fatto progressi talmente evidenti che non si ha difficoltà a capire che funziona. Diverso dire, ma come è possibile che funzioni? Tre gli elementi su cui concentrarsi: hardware, dati e algoritmi".Francesco Sacco, Professore Universitario SDA Bocconi e Università dell’InsubriaL'hardware rappresenta un elemento molto importante, di grande valore, in quanto i chip in particolare quelli di NVIDIA sono così importanti per garantire le prestazioni e per garantire l’enorme capacità di carico richiesta dalle applicazioni di AI. Oggi infatti si sta assistendo alla corsa ai chip. E l'attenzione non può che andare a NVIDIA, il vendor che ha scalato tutte le classifiche mondiali. Nvidia in pochi mesi è diventata l'azienda con il più alto valore in borsa del mondo. In 5 anni, il valore dell'azione si è moltiplicato per 25. La roadmap di NVIDIA prevede aggiornamenti annuali con cambio di famiglia ogni due anni. Quindi, su questo fronte, ci si devono aspettare enormi miglioramenti, sia per quanto riguarda il tema dei consumi elettrici, sia come capacità di trattare dati. Ma la cosa che deve meravigliarci è che, in realtà, è che la domanda di chip è così elevata rispetto all'offerta, che tutti i grandi big tech hanno cominciato a produrre già dal 2017, dei propri processori. L'ha fatto Google, Microsoft, Amazon, ... molti stanno puntando ad avere dei loro processori. Microsoft è l'ultima arrivata con dei propri processori, alternativi a quelli di NVIDIA e meno efficienti ma presenti in quantità. La domanda è talmente elevata è che ciò che sta fornendo al mercato NVDIA non è sufficiente. Tant'è vero che stanno emergendo nuovi concetti, per esempio Cerebras, che, invece di reallizzare un processore super concentrato, quindi a 3 nanometri, ha realizzato un enorme processore a 5 o 7 nanometri, grosso come una tavoletta dotato di 4 triliardi di transistor e 900.000 core.

Veniamo ora al tema dei data center destinato anch’esso ad esplodere in quanto l'intelligenza artificiale assume tantissima energia: “Si stima che l’80% dell’energia dei data center sarà consumata dall’intelligenza artificiale nei prossimi 15 anni. Quindi, in futuro, l’accesso alla corrente elettrica sarà un elemento chiave di differenziazione”. In questo senso, non tutti i data center sono all’altezza di questo scenario: non basta fare un semplice refitting per aderire alle richieste dell'AI: "E questa quindi diventa un’opportunità tutta da cogliere per un paese come l’Italia che ad oggi ha pochi data center adatti al nuovo contesto".

E si arriva al capitolo relativo ai dati, la benzina di tutto il mondo densamente digitale. Più benzina di quanto non possa essere l'energia elettrica. Ma quanti dati si possono utilizzare per fare ciò che si richiede all'AI? E’ questa la vera questione in quanto l'intelligenza artificiale funziona esattamente in questo modo: più dati si hanno a disposizione, migliore è la qualità di ciò che si vuole fare. "Si stima che, entro il 2026, esauriremo i dati di testo di qualità (prodotti da umani) per il training degli LLM. Dopodiché, si sta lavorando su quelli che sono i cosiddetti dati sintetici, ovvero dati creati dall'intelligenza artificiale per rendere più ricca e più articolata la stessa intelligenza artificiale, che però non funzionano nello stesso modo. Le fonti di dati, soprattutto verticali, sono molto importanti e rare. Tant'è vero che il costo di addestramento è esploso".

In definitiva ci sarà un'unica intelligenza artificiale mondiale? La risposta è no, commenta Sacco: “Se un italiano pensa in un modo diverso da un arabo e da un americano, vuol dire che l'intelligenza artificiale deve essere italiana, americana e araba. Ogni grande paese dovrà crearsi una propria intelligenza artificiale che pensa come quel paese italiani; quindi, ha senso avere delle intelligenze artificiali nazionali addestrate con dati, culture, un modo di pensare nazionale",

Il terzo elemento è quello degli algoritmi, alla base di tutto ciò che riguarda l’AI, un ambito in cui si registrano enormi progressi che porteranno il tutto a un livello superiore. "In sostanza, gli algoritmi stanno andando più velocemente della Legge di Moore in quanto raddoppiano ogni 9 mesi. E quindi, l’introduzione di algoritmi migliori contribuisce all’equivalente di un raddoppio dei budget di elaborazione, a significare che a distanza di nove mesi la macchina che li utilizza risulta il doppio più efficiente".

Il problema è che gli algoritmi, soprattutto nella parte più sofisticata relativa agli algoritmi video, stanno avendo dei progressi enormi in termini di efficientamento e di ottimizzazione. E questa è una buona notizia. Si tratta però di hardware che si somma ai dati, che si sommano sugli algoritmi. Tre motori che portano tutti nella direzione di fare un salto ulteriore al mondo dell'intelligenza artificiale; un salto è talmente forte che oggi tutti hanno in mente i Large Model, come ChatGPT, e i suoi affini. In realtà, esiste famiglie di Small Model che stanno guadagnando terreno sui Large Model, in quanto la raffinazione degli algoritmi, gli sforzi che si stanno facendo verso il basso, nello ‘stirare’ e estrarre dati ha fatto fare dei salti incredibili anche nei modelli più piccoli. Ci si deve quindi aspettare un panorama sempre più ricco e interessante, non solo caratterizzato da ingenti investimenti milionari, ma anche da investimenti più contenuti, soprattutto in mercati verticali.E ancora: come procedono gli investimenti in in questi ambiti? Se si osservano solo i numeri in realtà nell’ultimo biennio gli investimenti sono stati in discesa. Ma non è una brutta notizia in sé, ma il sintomo del fatto che gli investimenti in intelligenza artificiale sono diminuiti mentre sono esplosi quelli in intelligenza artificiale generativa, su cui oggi sono indirizzati gli investimenti delle aziende. In particolare, la maggioranza degli investimenti sono concentrati negli Stati Uniti, mentre Europa e Cina sono parecchio in ritardo in questa direzione. L’italia non compare neeanche nello spaccato europeo, paese per paese. Questo è lo spaccato per paese, come vedete, non ci sono negli italiani.

Sacco chiude lo speech con un accenno alla posizione dei governi rispetto al tema. Molti sono orientati verso l’AI. Il Canada per primo a creato polici in quest’ambito già nel 2017, così come la Cina, mentre l’Italia si è mossa in questa direzione nel 2022. Oggi perlomeno l’Italia non è il fanalino di coda, come è stato a suo tempo per l’adozione di Internet; e, come tutti i paesi, sta mettendo il turbo: "Ed è in questo terreno che ci sarà un enorme business da fare,” conclude Francesco Sacco.

L’analisi di mercato di Context

Concreta e più che mai pragmatica Isabel Aranda, Country Director di Context Italia, con l'obiettivo di inquadrare il mercato. La manager fotografa subito l’andamento del mercato canale/distributivo, partendo dai risultati della ChannelWatch 2023, l'analisi condotta su un campione di 2.000 rivenditori tra maggio e giugno del 2023, veicolata attraversi i distributori: “Nonostante le difficoltà causate dai conflitti, l'aumento dei tassi di interesse, l’inflazione, i rivenditori italiani si sono mostrati ottimisti per il futuro – nei 12 mesi successivi. Il 59% dei rispondenti appunto si è detto è ottimista e ha dichiarato di aspettarsi un miglioramento, mentre solo il 6% ha indicato di attendere un peggioramento - afferma la manager. Cyber security, infrastrutture di networking e soluzioni cloud, sono risultate le tre priorità di investimento nel segmento B2B, mentre l’intelligenza artificiale si è posizionata al settimo posto con un 10%. Nel segmento B2C, l'area prioritaria di investimento è risultata quella afferente il PC seguita al secondo posto dalla componentistica.Isabel Aranda, Country Director di Context ItaliaLa performance distributiva nel 2023 e nei primi 5 mesi del 2024

Sotto la lente la performance della distribuzione che ha chiuso il 2023 a - 4% in Italia e anche la media negli ultimi quattro trimestri è stata di - 7%, in linea con le performance negative del resto dei Paesi europei.
Nei primi mesi del 2024 si è registrato un andamento altalenante: gennaio, marzo e maggio hanno chiuso in negativo ( – 6%, - 10&% e – 5%), mentre febbraio e aprile hanno riportato il segno positivo, rispettivamente + 9% e +17%. La performance di aprile è stata sorprendente per un mese generalmente piuttosto calmo. Nei primi cinque mesi del 2024, l’andamento della distribuzione è stato abbastanza stabile, con un leggerissimo aumento dello 0,2%.

In questo scenario, il canale small and medium reseller è quello che si mostra più resiliente in crescita del + 7% da gennaio a maggio 2024 e sta guidando la digitalizzazione del Paese, riportando una crescita continua. L'acquisto medio di un rivenditore di questo canale in Italia in questi primi cinque mesi è di oltre 69 mila euro, con un numero di rivenditori attivi che supera i 20 mila, numero leggermente diminuito. A tale proposito, si osserva una tendenza alla concentrazione tra i più piccoli e alla collaborazione tra i più grandi, con l’obiettivo di rafforzare la presenza in certa aree, in certe geografie e poter cogliere anche l'opportunità dei fondi europei e del PNRR per abilitare la digitalizzazione del Paese in generale e della Pubblica Amministrazione.

I corporate reseller che vendono alla pubblica amministrazione, al mercato edu e anche alle grandi organizzazioni, hanno registrato una crescita del 4%, grazie al segmento del software e al mercato education. L’acquisto medio di un corporate reseller in Italia in questi primi cinque mesi è risultato essere superiore ai 686 mila euro.

Occhio a Valore e Volume

Il mercato del valore, in questi nei primi cinque mesi dell’anno è cresciuto del 3%: ad aprile si è registrato il picco con un + 101%, mentre a maggio la dinamica è tornata in negativo. Nel complesso, facendo la media, si osserva un andamento stabile nell’arco degli ultimi 12 mesi.
Lato volume, la performance si è attestata su - 2% negli ultimi 5 mesi e - 6% negli ultimi 12 mesi, con alcune categorie di prodotto che hanno avuto un'ottima performance.

Riguardo ai segmenti, l’area software & servizi detiene, all'interno del totale della distribuzione, una quota del 23% con una crescita, anno su anno, di oltre il 13%. Con una quota del 21% l’ambito personal systems, in crescita di oltre il 14%. Al 20% le telecom (inclusi gli smartphones e le infrastrutture) in crescita del 18%. Questi due ultimi comparti, al momento, nel 2024, sono negativi.Nell’area a volume nel comparto Personal Systems, l’AI PC ha registrato un'ottima performance con un + 14%, così come tutte le categorie registrano una crescita a doppia cifra: più del 12% per i desktop, più del 14% per i tablet. A tale proposito Context ha iniziato a monitorare l'andamento dell'AI PC, ovvero i PC con a bordo con un chip acceleratore AI per gestire l'intelligenza artificiale e sta osservando che nel corso del 2024, nell’area AI PC, la parte dei notebook ha raggiunto una quota di 10% con una crescita del 21%, anno su anno. Percentuale che sarebbe più alta se includesse anche Microsoft Surface. A dominare il mercato è ancora Apple, mentre i concorrenti AMD, Intel, … stanno via via guadagnando terreno. Si cominciano a vedere i primi segnali delle vendite via distribuzione dei nuovi lanci di AI PC con Pilot Plus.

L'intelligenza artificiale si dimostra anche un motore di crescita degli investimenti nell’area data center, quindi in ambito server e in quello storage. In Italia, i server, nel 2024, sono cresciuti più 27%, in controtendenza con l'Europa. Nel primo trimestre, si osserva una crescita del 36% degli AI server, grazie ai server NVDIA con una quota del 24%. Nei due primi mesi del secondo trimestre, la crescita è stata del 6%.

L'AI altresì sta cambiando profondamente il panorama della sicurezza. La parte del mercato del valore è cresciuta del 3%, e, all’interno di esso, la sicurezza rappresenta il 14% delle vendite della distribuzione, con un aumento anno su anno del 9%. Gli investimenti in cybersecurity, lato software continuano con un crescita continua e costante; tuttavia l'ottima performance degli anni precedenti il 2023, rende molto difficile il confronto, soprattutto in alcune categorie di prodotto come l’end point protection e la network security. A registrare la crescita più elevata è la componente relativa all’identity and access management con un + 14% (era 12% l'anno precedente).

Anche nel comparto della sicurezza, il canale che sta crescendo maggiormente e guadagnando importanza è rappresentato dagli small and medium reseller, mettendo un + 24%, che si riverbera in tutti i sotto segmenti di prodotto in crescita a doppia cifra, con particolare riferimento all'identity & access management di oltre l’ 81%. Da evidenziare come nella cybersecurity la componente ‘managed services’ e il modello ‘as a service’ stiano guadagnando terreno: nel 2024 la componente managed services vanta un 4% di share mentre il modello ‘as a service’ un 23% di quota di mercato.

Venendo al cloud questo modello di fruizione dell’IT in futuro sarà intrinsecamente sempre più legato all’AI, dove il cloud rappresenta l'infrastruttura, la base tecnologica per l’AI. In Italia negli ultimi 12 mesi, il cloud ha continuato a crescere, con un +28%, crescita superiore a quella registrata in Europa, del 19%. In generale, si nota una tendenza netta al rallentamento; gli investimenti in cloud si stanno assestando, dopo la performance eccezionale dello scorso anno (+ 41% nel primo trimestre, + 50% nel secondo). Lo spaccato mostra una crescita sostenuta della componente SaaS al + 34% nel 2023, mentre in Europa è stata del +19%. Il rallentamento è però in atto: nel primo trimestre del 2024 l'Europa ha registrato una crescita del + 22% mentre l'Italia ha messo a segno un 0%. La parte relativa a IaaS e PaaS, mostra l’Europa in crescita del 15% e del 7% in l'Italia, con un andamento negativo nel primo trimestre 2024: “Osserviamo che le aziende stanno rivedendo il loro approccio e la strategia verso il cloud, provando ad aumentare le capacità, migliorare l'efficienza e anche contenere i costi, senza farli lievitare dopo l’incremento dei prezzi di quest’anno”, sottolinea Isabel Aranda.

Il 2024: alcune previsioni e i risultati preliminari della ChannelWatch 2024

Aranda condivide inoltre le previsioni relative all’andamento del 2024. fatte dagli analisti ed esperti di mercato coprendo tutta la catena del valore - vendor, distributori e reseller: "Per il 2024, in Europa prevediamo una performance sostanzialmente piatta – che oscilla tra una crescita del + 3,2% e una decrescita del - 2,9%. Negli ultimi mesi, l’andamento della distribuzione è stato piatto; tuttavia siamo confidenti che tornerà in positivo nel terzo e nel quarto trimestre, con crescite del 4-5%, trainate da software, storage e dalle vendite di PC. A mano a mano che Windows 11 comincerà ad avere un impatto significativo le vendite di AI PC continueranno a guadagnare quote più rilevanti, anche se riteniamo che un impatto maggiore si avrà nel 2025.

La country manager di Context in Italia conclude presentando alcuni risultati preliminari della Channel Watch 2024, condotta quest'anno, da maggio a giugno, con un occhio di attenzione all’AI.

Alla domanda relativa all'importanza della tecnologia basata sull’AI per la propria azienda, il 38% del campione ha dichiarato importante o molto importante, mentre per il 23% non è ancora importante e il 41% dei rispondenti si è dichiarato neutro rispetto al tema.

Il 37% del campione ha altresì affermato che i loro clienti non sono ancora pronti all’AI mentre il 15% è pronto o quasi pronto.

La richiesta maggiore di soluzioni di AI arriva dai segmenti comunicazione & media, manufatturiero, servizi per l'aziende, settore energetico e retail, mentre gli ambiti applicativi dove si sta cominciando o si comincerà a implementare queste soluzioni AI sono il machine learning, gli assistenti virtuali come i chatbot, la parte di analisi predittiva e anche la robotica.

In relazione alle aree prioritarie di investimento nei prossimi 12 mesi (le domande sono state poste tra maggio e giugno 2024, quindi si scavalla anche sul 2025) la situazione sembra non cambiare: cybersecurity, networking, soluzioni in cloud continuano a essere in cima alla lista, con l’intelligenza artificiale che dal settimo posto scala al quarto, passando dal 10% dello scorso anno al 20% nel 2024.


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