Se oggi dovessimo portare indietro il calendario di 10 anni ci troveremmo immersi nell’acceso dibattito attorno all’emergente tecnologia cloud. Da una parte, senza nessun dubbio, ci sarebbero gli entusiasti, i precursori, dall’altra gli operatori del variegato mondo del canale che, allora, sostenevano che questa tecnologia non avrebbe avuto successo, mettendo al primo posto il fatto che avrebbe distrutto l’intermediazione tra le diverse parti.
Autore: Redazione ChannelCity
Se oggi dovessimo portare indietro il calendario di 10 anni ci troveremmo immersi nell’acceso dibattito attorno all’emergente tecnologia cloud. Da una parte, senza nessun dubbio, ci sarebbero gli entusiasti, i precursori, dall’altra gli operatori del variegato mondo del canale che, allora, sostenevano che questa tecnologia non avrebbe avuto successo, mettendo al primo posto il fatto che avrebbe distrutto l’intermediazione tra le diverse parti. Poi sappiamo come è andata a finire: il cloud imperversa, il canale pure. Oggi siamo di fronte a un’altra importante sfida per il canale, l’intelligenza artificiale, sia come tecnologia, sia come nuova opportunità per cambiare il modus operandi delle imprese. Che l’AI si affermerà anche sul canale ce lo dicono già i numeri. Canalys, la prima a trattare il tema dell’impatto dell’AI generativa sul canale, ci dice che già quest’anno varrà 15,4 miliardi di dollari ma è la stima per i prossimi anni che non lascia dubbi sul fatto che l’AI non appare destinata a essere un fenomeno di nicchia. La società mette nero su bianco che nel 2028 tutto questo varrà quasi centosessanta miliardi di dollari, con una crescita media nei prossimi cinque anni superiore al 50%. Secondo l’analista, ma non solo, sono diverse le nuove opportunità che si presentano per l’ecosistema canale...